La figlia oscura (2021): il protagonismo nero di Olivia Colman

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Presentato in anteprima e candidato al Leone d’oro per il miglior film alla 78esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, The Lost Daughter (La figlia oscura) è l’opera prima scritta e diretta da Maggie Gyllenhaal (attrice, tra i tanti ruoli, nel film Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan).

The Lost Daughter si è circondato di un’aurea nuova fin dalla sua uscita: Premio Osella per la miglior sceneggiatura alla Mostra del Cinema di Venezia e quinta candidatura ai Golden Globe come miglior regista a Maggie Gyllenhaal. Un gran bell’esordio per il suo tanto atteso film, dal 24 marzo in tutte le sale italiane.

Trama di La figlia oscura

Leda Caruso (Olivia Colman) è in vacanza da sola in Grecia. Tra giornate passate al mare, sdraiata sotto il sole in mezzo alla rilassante tranquillità del posto, la quotidiana routine inizia a vacillare quando Leda conosce la giovane madre Nina (Dakota Johnson) e la figlia piccola, e un vortice di ricordi la riportano indietro nel tempo, al suo passato tormentato di madre assente.

Olivia Colman bel film The Lost Daughter
Olivia Colman nel film The Lost Daughter

Recensione di La figlia oscura

È un ricordo annebbiato senza moralismo The Lost Daughter, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 2006 di Elena Ferrante. Maggie Gyllenhaal prende in mano la sua cinepresa e si lascia trasportare dalla scia degli eventi, tornando ai ricordi passati che non smettono di presentarsi alla porta del presente. E i continui flashback inquadrano Leda da giovane ‒ una bravissima Jessie Buckley che si prende tutto il merito per la sua bella interpretazione attoriale ‒ con un uomo accanto e due bambine follemente innamorate della loro madre.

Nessun uso ponderato della cinepresa e nessuna inquadratura realizzata ad hoc che possa impreziosire tecnicamente qualche scena in particolare, eppure Maggie Gyllenhaal riesce a riesumare ricordi passati ancora vividi, che fanno male al cuore. Da una storia di amore etereo verso la propria famiglia, si passa alla disperazione più profonda, con presa di coscienza arrivata troppo tardi e uno spirito materno che barcolla sempre più verso l’oscurità dell’anima.

The Lost Daughter scena film
The Lost Daughter: scena del film

Rimpianti su rimpianti si risvegliano come un fuoco pronto a divampare nella mente di Leda che ben volentieri voleva scacciare quella parte buia di sé stessa. E il cast d’eccezione si concede la libertà artistica di riempire il grande schermo, con un tale impatto visivo che The Lost Daughter sembra fatto su misura per il trio Colman-Buckley-Johnson.

The Lost Daughter è una pellicola sferzante che non lascia scampo alla fantasia. Respingente, come le immagini che scorrono minuto per minuto, nel passato tormentato di Leda che invade una giornata tranquilla di mare, con l’acqua cristallina e la spiaggia bianca tipicamente greche poco accentuate. E l’impeccabile Olivia Colman, affezionata ancora al suo ruolo triste di regina della storia come nel film La favorita di Yorgos Lanthimos di tre anni prima, afferra il suo momento di assoluto protagonismo e si libera dei suoi demoni oscuri, che restano ancora lì ingabbiati senza via di fuga.

The Lost Daughter scena film
Olivia Colman e Dakota Johnson nel film La figlia oscura

E sarà anche il colore nero degli occhiali da sole che coprono i suoi occhi, o i capelli scuri di Nina (c’è il simbolismo metaforico dietro questa scelta?) ‒ la spavalda e brava Dakota Johnson super truccata vestita da “dea del male”, che provoca un leggero pizzico d’invidia sofferente in Leda ‒ che non risparmiano il disagio esistenziale di una giovane madre lontana dalle convenzioni sociali.

In conclusione

Con qualche imperfezione stilistica, primi piani abbozzati e poche inquadrature sul meraviglioso paesaggio greco di tutto rispetto, Maggie Gyllenhaal è riuscita a (ri)portare in auge la storia di una donna di mezza età che ha aperto squarci esistenziali che la coraggiosa Olivia Colman/Leda Caruso è riuscita a riempire con la piena consapevolezza di sé, perché alla fine una madre non abbandona mai i suoi figli, nemmeno dopo i tanti ostacoli che la vita (ti) addossa per far(ti) cadere. E The Lost Daughter ne è l’esempio eclatante.

Note positive

  • Ottima interpretazione di Olivia Colman
  • Ottima interpretazione di Jessie Buckley
  • Buona interpretazione di Dakota Johnson

Note negative

  • Uso abbozzato della cinepresa dell’esordiente regista Maggie Gyllenhaal
  • Primi piani e inquadrature troppo genuini
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