Iwájú: City of Tomorrow – Prima stagione (2024). Disney incontra la Nigeria 

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Trailer di Iwájú: City of Tomorrow

Informazioni sulla serie e dove vederla in streaming

“Iwájú: City of Tomorrow” è una serie in sei puntate disponibile dal 3 aprile 2024 su Disney+, prodotta da Christina Chen di Disney Animation e con una sceneggiatura di Adeola e Halima Hudson, frutto di una storica collaborazione tra Walt Disney Animation Studios e Kugali, la Pan-African Comic Book Entertainment Company. La storia è ambientata in una futuristica Lagos, Nigeria, e racconta la storia di crescita di Tola (interpretata da Simisola Gbadamosi nella versione originale), una giovane ragazza proveniente dall’isola ricca, e del suo migliore amico, Kole (interpretato da Siji Soetan nella versione originale), un esperto di tecnologia autodidatta, mentre esplorano i segreti e i pericoli nascosti nei loro mondi diversi. I registi dello studio Kugali, tra cui la regista Olufikayo Ziki Adeola, il production designer Hamid Ibrahim e il consulente culturale Toluwalakin Olowofoyeku, guidano gli spettatori in un viaggio unico nel mondo di “Iwájú: City of Tomorrow”, ricco di elementi visivi distintivi e avanzamenti tecnologici ispirati allo spirito di Lagos. La serie, nella sua versione originale, vanta le voci di Dayo Okeniyi, Femi Branch e Weruche Opia, mentre per la musica troviamo il compositore nigeriano Ré Olunuga, il cui lavoro include le musiche per il film originale Disney+ del 2022 “Rise – La vera storia di Antetokounpo” e il film della BBC “Girl”.

Ré Olunuga

“Raramente porto le mie emozioni nella scrittura di una colonna sonora. Tendo a vivere le emozioni dei personaggi o dei soggetti e poi a tradurle in musica. In questo caso, non si poteva evitare. Oltre allo spirito avventuroso di Tola, all’ingegnosità di Kole e ai molti altri divertenti e bellissimi fili emotivi esplorati in “Iwájú: City of Tomorrow”, la colonna sonora è intrisa del mio profondo amore per Lagos e i suoi molteplici strati. Include anche molte chicche e richiami per chiunque abbia familiarità o curiosità con il linguaggio della musica cinematografica di Nollywood. Essere stato invitato da Ziki e dai fantastici team Disney e di Kugali a contribuire a raccontare questa bellissima storia di adolescenza che esplora i temi della famiglia, dell’amicizia e dell’ingegno è stata un’avventura straordinaria.”

Trama di Iwájú: City of Tomorrow

In un lontano futuro, dove la tecnologia e l’intelligenza artificiale stanno prendendo il sopravvento, Lagos, la più grande città della Nigeria, si trova spaccata in due a livello sociale ed economico. Da una parte abbiamo i cosiddetti “Isolani”, coloro che abitano in una zona agiata della città e in una situazione di lusso; dall’altra parte abbiamo “gli altri”, che vivono nel caos della città di Lagos, un luogo in cui l’aria è sempre più inquinata e la povertà dilaga sempre di più. La povertà porta con sé la violenza e la criminalità. Difatti, negli ultimi tempi a Lagos si stanno verificando numerosi rapimenti di bambini appartenenti alle ricche famiglie degli isolani, che si ritrovano a dover pagare dei soldi alla malavita per poter ottenere i loro bambini. Questa situazione in città rende preoccupato Tunde Martins (Dayo Okeniyi), un isolano che ha trascorso la sua vita realizzando tecnologie per migliorare il mondo e che sta realizzando un nuovo marchingegno, dalla forma di un Geco, che possa proteggere le persone quando si trovano in difficoltà. L’uomo ha una piccola figlia, Tola, una bambina che ha sempre vissuto all’interno di una lussuosa villa piena di confort. La bimba però sogna di scoprire e di conoscere la vera Lagos, ma il padre non permette alla sua bambina di andare fuori dall’isola, temendo che nella città possa accaderle qualcosa di brutto. Tola però è testarda e non vede l’ora di sviglarsela e così, un giorno, insieme al suo amico e giardiniere della villa, Kole (Siji Soetan), si reca in città, non sapendo però che Kole non è quello che sembra, ma che intende consegnarla al pericoloso Bode (Femi Branch), colui che rapisce i bambini. Fortunatamente Tola non è sola, ma è in compagnia del Geco, che crede essere un animale di compagnia, quando invece è un robot pronto a difenderla.

Recensione di Iwájú: City of Tomorrow

Purtroppo, questa serie televisiva non riesce a essere quel prodotto che avrebbe potuto essere se Disney avesse fatto un passo più audace, al fine di regalare al pubblico adulto una serie d’animazione esclusivamente dedicata a questa fetta di spettatori, un po’ come è accaduto con Netflix quando ha realizzato quella iconica prima stagione di “Arcane”, un prodotto assolutamente raffinato sia a livello d’animazione che di narrazione, in grado di condurci in un mondo che lo spettatore abituale di Netflix non si sarebbe mai aspettato. Disney, nonostante decida di abbracciare per la prima volta una collaborazione con lo studio d’animazione Kugali, decide di non osare, di rimanere nella sua comfort zone sia a livello narrativo che di animazione, tendendo a realizzare un prodotto tipicamente disneyano che sappia rivolgersi sia a un pubblico di bambini che a quello di adulti, capaci di comprendere le più sottili sfumature della storia, incentrata sulla lotta tra le classi sociali. La storia presente in “Iwájú: City of Tomorrow” avrebbe potuto offrire di più, avrebbe avuto quel potenziale per trasformarsi in una storia oscura e inquietante in grado di catturare l’attenzione del pubblico adulto, interessato a storie adolescenziali con un tono da thriller e da poliziesco; purtroppo ciò non è accaduto e tutte le sottotrame vengono narrate con estrema semplicità d’intenti, mentre il villain della storia, che fortunatamente qui è presente, avrebbe potuto offrire di più, diventando invece alla fine della serie una caricatura rispetto a quello che avrebbe potuto essere, soprattutto all’inizio della serie, dove gli è stata dedicata una grande presentazione da cattivone per eccellenza. Un’altra pecca della serie è l’uso che viene fatto dal Geco, un simpatico animaletto che non può che far sorridere i più piccoli e che per certi versi può ricordare al pubblico quel “Big Hero”. Il Geco è un personaggio senza dubbio fondamentale all’interno della storia, ma viene raccontato con estrema superficialità, infatti l’animaletto-robot non instaurerà mai un rapporto reale con la sua padrona Tola, eliminando così tutto il potenziale interiore che anche questo personaggio, nato per salvare vite, poteva e doveva possedere.

La serie, realizzata con un’animazione in 3DCGI, ha il problema di risultare troppo frenetica a causa di una durata episodica di soli venti minuti per episodio e per una serie (forse stagione) composta da soli sei episodi. La sceneggiatura non fa in tempo ad introdurci nel mondo e nei suoi personaggi che ci ritroviamo già nel bel mezzo della storia, tra sparizioni e inseguimenti. L’unico elemento narrativo che emerge dal racconto alla fine dei conti è il percorso di formazione che la piccola Tola compirà nel corso della pellicola. La nostra protagonista è una bambina vivace che vive una vita fatta di estrema solitudine e basata su un rapporto complesso con il proprio padre. Tola è alla ricerca di attenzioni e, soprattutto, ha bisogno di scoprire la vita e il mondo circostante, come la città di Lagos. Il viaggio che la porterà a Lagos e le sfide che dovrà affrontare la condurranno verso una maturazione interiore e ad avvicinarsi al proprio padre. Anche Tunde Martins alla fine della serie non sarà più quell’uomo diffidente e distaccato, ma instaurerà un nuovo rapporto sia con la figlia che con il suo giovane giardiniere, che per tutta la serie lo ha maltrattato, trattandolo come la feccia di Lagos. Tunde Martins è colui che imparerà che tra poveri e ricchi non c’è una vera differenza e che il suo compito è quello di aiutare tutti e non solo i ricchi.

In conclusione

La serie televisiva “Iwájú: City of Tomorrow” purtroppo non riesce a realizzare appieno il suo potenziale, mancando l’opportunità di trasformarsi in un’opera oscura e inquietante in grado di catturare l’attenzione del pubblico adulto. Sebbene presenti interessanti tematiche sulla lotta tra le classi sociali, la narrazione rimane troppo semplice e superficiale, e il villain della storia non riesce a emergere come avrebbe potuto. Inoltre, il personaggio del Geco, sebbene fondamentale, viene trattato con eccessiva semplicità, perdendo così tutto il potenziale interiore che avrebbe potuto possedere. La serie soffre anche di una frenetica narrazione dovuta alla brevità degli episodi e alla composizione ridotta, ma riesce comunque a offrire un interessante percorso di formazione per la protagonista Tola e una trasformazione significativa per il suo padre, Tunde Martins.

Note Positive:

  • : La storia di Iwájú: City of Tomorrow presenta un potenziale intrigante, soprattutto nel suo tema della lotta tra le classi sociali e nell’ambientazione futuristica della città di Lagos, che avrebbe potuto offrire una narrazione oscura e complessa, simile a un thriller o a un poliziesco.
  • Nonostante alcune critiche, la serie offre un percorso di crescita e maturazione per i suoi personaggi principali, in particolare per Tola e Tunde Martins, che passano da rapporti distanti e conflittuali a una maggiore comprensione reciproca e solidarietà.

Note Negative:

  • Manca di audacia: Nonostante il potenziale della trama e dell’ambientazione, la serie non riesce a osare abbastanza nel suo approccio narrativo, rimanendo legata a uno stile tipicamente disneyano che potrebbe non soddisfare completamente il pubblico adulto in cerca di contenuti più complessi e maturi.
  • Superficialità nella caratterizzazione: Alcuni personaggi, come il villain della storia e il Geco, vengono presentati in modo superficiale e non riescono a offrire la profondità e la complessità che avrebbero potuto arricchire la trama.
  • Frenesia narrativa: A causa della breve durata degli episodi e della limitata quantità di episodi nella stagione, la serie risulta frenetica e poco approfondita, non permettendo al pubblico di immergersi completamente nel mondo e nei personaggi.
  • Mancanza di esplorazione tematica: Nonostante il tema della lotta tra le classi sociali sia presente, la serie non riesce a approfondire pienamente questa tematica, concentrando invece l’attenzione principalmente sul percorso di crescita personale dei protagonisti.
  • Potenziale non sfruttato: La serie sembra non riuscire a cogliere appieno il potenziale della sua trama e dei suoi personaggi, perdendo l’opportunità di offrire al pubblico una narrazione più ricca e coinvolgente.
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