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La 25ª ora
Titolo originale: 25th hour
Anno: 2002
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: Drammatico
Produzione: 40 Acres and a Mule Filmworks, Gamit Films, Industry Entertainment, Touchstone Pictures
Distribuzione: Buena Vista
Durata: 135 min
Regia: Spike Lee
Sceneggiatura:David Benioff
Montaggio: Barry Alexander Brown
Fotografia: Rodrigo Prieto
Musiche: Terence Blanchard
Attori: Edward Norton, Philip Seymour Hoffman, Barry Pepper, Rosario Dawson, Anna Paquin, Brian Cox, Tony Devon, Paul Diomede, Levan Uchaneishvili, Tony Siragusa
Trailer de La 25ª ora
Dove vederlo in streaming
Trama de La 25ª ora
Il film, La 25ª ora, parla di uno spacciatore, Monty Brogan, che viene condannato a sette anni di reclusione e che ha, appunto, 24 ore per sistemare alcune faccende.

Recensione de La 25ª ora
Una norma della legislatura (…) degli stati uniti prevede che l’incensurato ritenuto colpevole di reati non di sangue possa beneficiare di una sorta di periodo-finestra, dall’istanza di carcerazione all’effettivo ingresso in galera. Questa parentesi (…) a New York dura 24 ore
Mauro Gervasini
Tratto dal romanzo omonimo di David Benioff, La 25ª ora è stato presentato in concorso al Festival di Berlino. Il libro aveva l’intento di descrivere i bassifondi newyorchesi alle soglie del nuovo millennio. Questo fu il primo film che Spike Lee realizzò su commissione, dimostrando alle majors di poter gestire prodotti potenzialmente più commerciale; questo portò il regista a imbarcarsi in progetti sempre meno personali come Inside Man (2006), che si rivelò comunque un ottimo film, o come il remake di Old Boy (2013), estremamente deludente, nonostante la tecnica impeccabile.
L’attore Tobey Maguire se ne innamorò e convinse lo scrittore a realizzare un primo script. Ovviamente Maguire voleva interpretare Monty, ma poi abbandonò il progetto per andare a interpretare Peter Parker nella trilogia su Spideman di Sam Raimi. Viene successivamente coinvolto Spike Lee, che ha la geniale intuizione di ambientare la pellicola dopo l’attentato alle Torri Gemelle. Su indicazione del regista, Benioff riscrive la sceneggiatura, reintegrando alcune scene da lui scartate in precedenza perché ritenute “poco cinematografiche”: una di queste è la famosa scena del monologo allo specchio, modificata per inserire delle battute sul terrorismo e sul razzismo verso gli afroamericani. Anche il ruolo del padre viene ampliato e reso più emotivamente coinvolto: diventa un ex vigile del fuoco, figura rappresentativa dell’11 settembre 2001.
Questo aggiornamento non è stata una scelta di comodo: La 25ª ora è stato uno dei primi film ambientati nella New York post-11 settembre, e durante i titoli di testa ci vengono mostrati i laser blu posizionati dove una volta c’era il Word Trade Center. Questa immagine evanescente sottolinea una mancanza e rende la vicenda del protagonista allegoria di una città (e di una nazione) ferita, che non ha più certezze nel futuro. Come se l’evento tragico avesse costretto l’America a interrogarsi su se stessa.

L’angoscia personale del vulnerato protagonista, spacciatore che vive la sua ultima giornata di libertà prima di entrare in carcere per sette anni, è immersa nell’ansia collettiva di una New York frastornata e tragica, che contempla le voragini delle Twin Towers(…). La domanda su quale potrà essere il futuro di Edward Norton si allarga al problema dell’avvenire di un’intera comunità
Tullio Kezich
Gli ultimi dieci minuti mostrano un lieto fine immaginato dal padre di Monty, che propone al figlio di scappare e di rifarsi una vita altrove: la sequenza è splendida, estremante intensa e toccante, e lascia intendere che, nonostante nulla sarà più come prima, non tutto è perduto.
(…) in quel periodo gli americani erano assetati di sangue; dovunque andassi c’era gente che indossava quelle t-shirt con la scritta ‘Bin Laden: Wanted Dead or Alive’, o cose anche peggiori. Ma non è stato per l’11 settembre che ho deciso di fare La 25ª ora. Non l’ho fatto per mostrare il dolore di New York, perché un film deve raccontare una storia. Abbiamo usato l’11 settembre come sfondo perché ritenevamo che contribuisse a raccontare meglio la storia
Spike Lee
In conclusione
Note positive
- La prova attoriale dell’intero cast è eccellente e la sceneggiatura, con i suoi lunghi dialoghi spesso risolti in poche inquadratura, da la possibilità ad ogni singolo interprete di dimostrare la propria abilità recitativa.
- Spike Lee è sempre stato uno sperimentatore, ma in questo film mette a frutto tutto quello che ha imparato nelle pellicole precedenti, dando vita ad una pellicola davvero unica, che sfrutta ogni singolo mezzo creativo (sonoro, fotografico, narrativo, ecc…) per costruire un racconto complesso, coinvolgente e dalla forte consapevolezza sociale.
Note negative
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