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La Donna Leone
Titolo originale: Lovekvinnen
Anno: 2016
Paese: Norvegia
Genere: drammatico, fantastico
Distribuzione: –
Durata: 126 minuti
Regia Vibeke Idsøe
Sceneggiatura: Vibeke Idsøe
Fotografia: Dan Laustsen
Montaggio: Per-Erik Eriksen
Musica: Uno Helmersson
Attori: Rolf Lassgård, Ken Duken, Rolf Kristian, Larsen Lisa, Loven Kongsli
La Donna Leone, dal titolo originale Lovekvinnen (let. La donna della legge) è stato distribuito nei cinema norvegesi nel 2016 per poi uscire successivamente in Italia su alcune piattaforme streaming. La pellicola, per la regia della norvegese Vibeke Idsøe, si ispira al romanzo di Erik Fosnes Hansen, La leonessa del 2006. Il lungometraggio è stato nominato al festival cinematografico dell’Amandaprisen del 2017 in tre sezioni: miglior attrice non protagonista, miglior progetto di produzione e scenografia e Amanda Folkets. In precedenza al Premio Kanon del 2016 ha ottenuto una nomination per il miglior ruolo da protagonista, senza però ottenere il premio.
Trama di La Donna Leone
Suo padre, il capostazione Gustav, ha così tanta vergogna di lei che non riesce neanche a prenderla in braccio e che affida prima alla signora Birgerson (troppo anziana per occuparsene) e poi ad Hannah, la giovane balia che andrà a vivere con loro e che dovrà tenere la bambina nascosta, senza farla vedere a nessuno.
Nel 1919, Eva ha sette anni e vive reclusa in casa. Non ha amici e studia da sola. Suo padre ha imparato a volerle bene, ma continua a tenerla lontana da tutti, per evitare che venga presa in giro e soffra. Quando ha 15 anni, nel 1927, Eva sogna di studiare matematica, e per farlo farà un’importante scelta che la porterà lontana da suo padre e dalla sua casa per moltissimo tempo.

Recensione di Lovekvinnen – La Donna Leone
Dottore: Non ho mai visto nulla di simile fino ad ora.
Mrs. Birgerson : Immagino, ma a volte nascono così
La donna leone
La regista norvegese, Vibeke Idsøe, in La Donna Leone, racconta la storia di Eva suddividendola in tre momenti importanti: infanzia, adolescenza e giovinezza. Dagli sguardi e dai sorrisi di Eva bambina, traspare tutta la sua sofferenza, la difficoltà di vivere, la rabbia di non essere “normale”, ma anche il coraggio di accettare la sua diversità.
Quando mi guardo allo specchio, vedo qualcosa che non ha simili, lo so bene. Le altre persone hanno un viso. Io no
La donna leone
Eva adolescente affronta tutti gli ostacoli che le si presentano con una grande forza e li supera con la tenacia e la determinazione di chi sa cosa vuole. Eva donna è ormai pienamente sicura di se stessa, è forte e ha messo da parte le sue debolezze e fragilità per vivere la vita come ha sempre sognato di viverla.
Tratto dal romanzo di Erik Fosnes Hansen, la versione cinematografica di “Lovekvinnen – La donna leone” si discosta un po’ dal bestseller, in cui viene data maggiore importanza alla personalità complessa e geniale di Eva e non al rapporto padre/figlia come accade nel film. Per questo, molti critici considerano la pellicola deludente rispetto al romanzo e troppo convenzionale e prevedibile, addirittura fin troppo hollywoodiana. Lo scrittore invece dice di essersi emozionato così tanto da piangere alla fine del film. Venduto a 40 paesi, La donna leone è uno dei film più costosi della Norvegia degli ultimi anni, con un budget di 80 milioni di NOK, per gran parte finanziato dalla Germania, dove sono registrate quasi tutte le scene. È un film drammatico, adatto a tutti e che, se non piace, difficilmente verrà dimenticato.

Curiosità
Le tre attrici che interpretano Eva, nei tre momenti della sua crescita, indossano una maschera e un costume ricoperto di peli progettati dall’artista britannico Conor O’Sullivan, che in passato aveva creato anche la maschera di Joker nel film “Il Cavaliere oscuro”.
La stazione ferroviaria dove si svolge la maggior parte del film, è stata interamente ricostruita nella periferia di Essen, la città tedesca dove nel 2013 si è tenuta la seconda edizione europea della convention di Star Wars.
In conclusione
Note Positive
- La figura della balia Hanna, che si prende cura di Eva come se fosse sua figlia, amandola e proteggendola in ogni momento; che lotta con ostinazione perché la bambina possa avere una vita normale.
- La trama è scorrevole e fluida, appassiona e commuove lo spettatore.
- Pur durando 126 minuti, non annoia.
Note negative
- La superficialità con cui si affronta il problema dell’ammanco di soldi in stazione che vede coinvolto Gustav.
- Alcune scene sono superflue e inutili, e non aggiungono nulla di più alla narrazione. Sarebbero potute essere eliminate.