I racconti di Terramare (2006). Il primo Goro Miyazaki.

I racconti di Terramare Poster

I racconti di Terramare

Titolo originale: Gedo Senki

Anno: 2006

Paese: Giappone

Genere: animazione, fantastico

Produzione: Studio Ghibli

Distribuzione: Lucky Red

Durata: 115 min.

Regia: Goro Miyazaki, Keiko Niwa

Sceneggiatura: Goro Miyazaki

Fotografia: Mitsuhiro Sato

Montaggio: Takeshi Seyama

Musiche: Tamya Terajima

Animatori: Takeshi Inamura, Katsuya Kondō, Akihiro Yamashita, Kitaro Kosaka, Mitsunori Kataama

Trailer de: I racconti di Terramare

I racconti di Terramare segna il debutto di Goro Miyazaki allo Studio Ghibli. Questo film è l’adattamento cinematografico di una serie di romanzi della scrittrice Ursula K. Le Guin; la stessa autrice propose a Hayao Miyazaki di dirigere l’opera (dopo che lui stesso si era visto rifiutare la cosa molti anni prima). Il film alla fine fu diretto dal figlio, su contrario parere del padre e il risultato scontentò la Le Guin. I racconti di Terramare, malgrado alcune leggerezze, è un film avvincente e visivamente ineccepibile che in Italia fu ben accolto.

Terru e Arren. Fotogramma de: I racconti di Terramare
Terru e Arren. Fotogramma de: I racconti di Terramare

Trama de: I racconti di Terramare

In un regno immaginario dilaniato da ogni possibile cataclisma, il giovane principe Arren in preda a una inspiegabile furia, uccide il padre e scappa portando con sé la spada di lui che però, non riesce a sguainare. Durante il suo vagabondare incontra Sparviere, uno degli ultimi maghi rimasti e anche lui in viaggio. I due raggiungono la città di Orth dove Arren fa la conoscenza di Terru e la salva da alcuni mercanti di schiavi, la ragazza però gli dimostra ben poca gratitudine e lo lascia in malo modo. Verso sera e lo stesso Arren a essere vittima dei mercanti di schiavi che riescono a cattturarlo e sarà solo grazie a Sparviere se riuscirà a scappare.

Tenar e Ged/Sparviere (di spalle). Fotogramma de I racconti di Terramare
Tenar e Ged/Sparviere (di spalle). Fotogramma de I racconti di Terramare

Superata anche questa minaccia, i due si dirigono a casa di Tenar, una maga, vecchia amica di Sparviere. Dalla donna, Arren apprende che l’uomo si chiama in realtà Ged; l’arcimago, il capo di tutti i maghi ed è costantemente in viaggio per scoprire il perché dell’affievolirsi dell’energia del mondo. In casa con Tenar vive anche Terru; dopo un’iniziale insofferenza verso Arren, la giovane si apre al ragazzo diventandone amica. L’amena e tranquilla vita di campagna è però minacciata da Aracne, un mago rinnegato della scuola di Roke, che brama la vita eterna ed è ora a capo dei mercanti di schiavi. Dopo la partenza di Ged, che promette di far ritorno al tramonto, Arren decide di riprendere il proprio cammino prima del rientro del mago e, sulla sua via incontra Aracne che lo scorta al proprio castello e, dopo avergli fatto bere una pozione per far prevalere in lui la parte malvagia, gli intima di rivelargli il suo vero nome: il vero nome di Arren è Lebannen. Con questa rivelazione Aracne ha ora in proprio potere il ragazzo e può così portare avanti il proprio piano: fa rapire Tenar dai mercanti di schiavi che intimano a Therru d’informare Ged che Aracne lo aspetta al proprio castello in cui ora ha imprigionato Tenar. La ragazza riesce a liberarsi dai lacci che la tenevano prigioniera e raggiunge Sparviere che stava facendo ritorno alla casa. L’arcimago parte così alla volta del castello non prima di aver affidato la spada di Arren alla ragazza dicendole di non seguirlo.

Cosa vuole Aracne da Ged? Come pensa di ottenere la vita eterna? Arren riuscirà a liberarsi dalla stretta del mago e far “pace” con se stesso? Tutte queste risposte troveranno risoluzione al termine di questa storia.

Ged/Sparviere e Arren Fotogramma de I racconti di Terramare

Recensione de: I racconti di Terramare

I racconti di Terramare è l’opera prima di Goro Miyazaki che dirige un film non completamente suo; in questo 15° film Ghibli infatti, si vede l’incombente e imponente ombra del padre Hayao. I temi, lo stile, i personaggi si rifanno molto alle opere precedenti di Miyazaki padre; ed è questo, il maggior problema di questo film. I racconti di Terramare si ritrova, suo malgrado a essere un omaggio (sicuramente non voluto) ad altre opere di Hayao Miyazaki, Principessa Mononoke in modo particolare; un originale taglio registico di Goro (che si può vedere ne La collina dei papaveri e di cui è sempre molto difficile parlare visto lo scarso numero di lavori) qui è praticamente assente. Sembra un film di Miyazaki padre in piccolo anche se, doveroso dirlo, non mancano gli spunti interessanti che fanno di quest’opera un lavoro sicuramente buono.

Le “maestranze” dello Studio Ghibli, qui dirette da Goro Miyazaki, ci donano scenari maestosi, con particolare plauso per la città di Hort, un tripudio di colori per una città brulicante di vita, e il castello del mago Aracne (evidenti i rimandi al gotico). Il montaggio di Seyama è come al solito una certezza e la fotografia di Sato, si concentra sugli ampi spazi che possiamo ammirare durante il film. Di particolare impatto è la colonna sonora che sa enfatizzare efficacemente vari momenti della storia. Interessanti sono anche le caratterizzazioni dei personaggi ma è Terru quella che più si stacca dagli altri: un vero e proprio percorso di “maturazione” è compiuto anche da Arren, è vero, ma in Terru lo si percepisce di più, anche solo per il fatto di come cambi il rapporto fra lei e il giovane tormentato.

La città di Orth Fotogramma de I racconti di Terramare
La città di Orth. Fotogramma de I racconti di Terramare

Ciò che è veramente interessante dell’opera prima di Goro Miyazaki è però il tema del nome, del vero nome. Tutto il film, oltre all’equilibrio che permette al tutto di esistere senza conseguenze catastrofiche, si gioca su questo punto. Ogni creatura, ogni essere vivente ha un nome e un “vero nome” che deve restare celato ai più perché, come i più attenti ricorderanno dal capolavoro: La città incantata, rivelare il vero nome di qualcosa o di qualcuno, permette di avere su di esse il controllo, come accade infatti ad Arren, dopo aver rivelato il suo vero nome ad Aracne.

I racconti di Terramare è, in buona sostanza un film riuscito con alcune “chicche” sparse lungo tutto il corso della storia che però soffre di un’eccessiva tendenza, si ribadisce non voluta, all’imitare i film di Hayao Miyazaki.

Il mago Aracne Fotogramma de I racconti di Terramare
Il mago Aracne. Fotogramma de I racconti di Terramare

Piccola curiosità

Il mago Aracne, l’antagonista del film che mira all’immortalità, sembra essere un personaggio dai tratti femminili anche se tutti si rivolgono a lui indicandolo come il mago, ed è lo stesso Aracne che sembra avvalorare questa ipotesi quando pronuncia, verso la fine della storia, una battuta di forte disprezzo verso il genere femminile. Nelle versioni originale la voce dell’antagonista è femminile e il doppiaggio italiano segue i giapponesi, le cose cambiano però nella versione statunitense dove a prestare la voce al mago è Willem Dafoe che sa essere, ma si rimane poco sopresi data la caratura del nome, estremamente convincente nel ruolo.

In conclusione

Note positive

  • I vari scenari
  • La colonna sonora di Tamiya Terajima
  • Il personaggio di Terru

Note negative

  • L’aver lasciato nel non detto molti aspetti della storia
  • Sceneggiatura a tratti debole
  • L’ombra di Hayao Miyazaki sull’intera storia

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