Scarlet Diva (2000): il caso Weinstein di Asia Argento

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scarlet diva locandina film

Scarlet Diva

Titolo originale: Scarlet Diva

Anno: 2000

Paese: Italia

Genere: Erotico

Produzione: Opera film

Distribuzione: Minerva Pictures

Durata: 82 minuti

Regia: Asia Argento

Sceneggiatura: Asia Argento

Fotografia: Frederic Fasano

Montaggio: Anna Napoli

Musiche: John Huges

Attori: Vanessa Crane, Gianluca Arcopinto, Paolo Bonacelli, Francesca D’Aloja, Joe Coleman, Vera Gemma, Herbert Fritsch, Leo Gullotta, Daria Nicolodi, Jean Shepherd, Selen, Justinian Kfoury, Alessandro Villari, Asia Argento

Trailer italiano di Scarlet Diva

Trama di Scarlet Diva

La storia narra la vita di un attrice di lungometraggi erotici andandone a sottolineare la psiche del personaggio alquanto contorta, incentrandosi sulla corte dei miracoli che la circonda, attraverso un uso continuo di flashback, utili per raccontare estratti della sua esistenza.

Asia Argento - Scarlet Diva
Asia Argento – Scarlet Diva

Recensione di Scarlet Diva

Anna : …….è la prima volta in vita mia che faccio l’amore…..
Kirk : non dirmi che sei vergine….
Anna : no…. sono una puttana.

Scarlet Diva

Asia Argento ha fatto molto discutere di sé dopo aver denunciato pubblicamente i soprusi del produttore Harvey Weinstein, co-fondatore della Miramax assieme al fratello, a cui dobbiamo il successo di molti film indipendenti del calibro di Pulp Fiction (1994) e Clerks (1994).

Le dichiarazioni dell’attrice hanno creato una reazione a catena, portando molte altre attrici a denunciare Weinstein per molesti sessuali. Quest’ultimo ha confermato le dinamiche di approccio raccontate dalle donne, ma ha anche sottolineato di non aver mai obbligato nessuno ad accettare. Oltre all’ovvia solidarietà, Asia Argento ha anche ricevuto molte critiche: l’accusa principale è quella di aver aspettato quasi vent’anni per denunciare l’accaduto, permettendo al carnefice di agire indisturbato.

Ma davvero Asia ha taciuto per tutto questo tempo perché le faceva comodo? In realtà l’attrice si espresse molto chiaramente solo un paio di anni dopo, tramite il suo esordio alla regia; Scarlet diva (2000).

“Non tutte le cose che ho scritto le ho vissute, ma sono comunque esperienze che conosco. Lo so che è una visione negativa, ma non del cinema (…). è negativo il contorno, personaggi che si adornano dei lustrini dell’ambiente per coprire il vuoto il vuoto e il cinismo. Non tutti quelli che ho incontrato sono così negativi, ma ho scelto di raccontare il peggio” 

Asia Argento

L’idea del film parte da un libro: I love you Kirk (1999), dove la regista racconta brevi aneddoti della propria vita in maniera confusa e frammentaria, il tutto accompagnato da poesie e illustrazioni.

In alcuni capitoli, l’autrice sembra lasciarsi andare anche a confessioni scomode sul suo lavoro, senza però mai fare i nomi degli interessati: racconta per esempio il rapporto sessuale che ha avuto con un regista da lei sempre stimato e che indica come A.M. Alcune di queste vicende autobiografiche diventeranno la base del film, insieme alla struttura narrativa discontinua, fatta di flashback ed ellissi.

Per raccontare le proprie brutte esperienze nel mondo dello spettacolo, Asia si crea un alter ego, ovvero Anna Battista, giovane attrice smaliziata all’apice della sua carriera che, dopo aver vinto l’ennesimo premio, decide di passare alla regia; intanto cerca di colmare il proprio vuoto esistenziale con una vita fatta di eccessi, ma una volta rimasta incinta troverà la forza di andare avanti, oltre che all’ispirazione per il suo primo film.

“Il film è stato liberatorio, mi è servito a crescere”

Asia Argento
Fotogramma di Scarlet Diva (2000)
Fotogramma di Scarlet Diva (2000)

Una critica al mondo dello spettacolo in Scarlet Diva

Girata in digitale, l’opera prima di Asia Argento è senza dubbio acerba e cerca una logica nell’accumulo di elementi scandalosi (mai troppo eccessivi) come alcol, droga, sesso promiscuo (compresa una scena lesbo con la pornostar Selen) e un maledettissimo che per quegli anni era già sdoganato.

Il fatto che una figlia d’arte si lamenti del successo e del mondo dello spettacolo può risultare quanto meno spocchioso, eppure, osservando le opere successive, si può notare una certa continuità e coerenza di stile, che fanno di questo film un semplice punto di partenza. È infatti innegabile che, nonostante tutto, alcune sequenze si salvino e la cupezza venga spesso stemperata con tocchi di black humor.

La scena che sintetizza tutti questi aspetti è proprio quella in cui Anna viene invitata in una camera d’albergo da un grosso produttore americano, Berry Paar, che la vuole ingaggiare come protagonista del suo nuovo film Cleopatra’s Death (nella finzione, diretto da Gus Van Saint, interpretato da David Brandon).

Il personaggio, interpretato da Joe Coleman, è ovviamente ispirato a Harvey Weinstein, tanto che la tecnica di approccio è la medesima raccontata anni dopo da molte delle attrici molestate: dopo aver bevuto qualche drink, Berry Paar si ripresenta alla vittima nudo, coperto solo da un accappatoio, e con un barattolo di crema per massaggi nella mano; a quel punto chiede all’attrice di farle un massaggio.

Nel film Anna viene poi aggredita fisicamente, ma fortunatamente riesce a scappare per i corridoi dell’albergo inseguita dal suo aggressore che, nudo, corre e grida come una bestia.

Questa parte della storia è ovviamente un’esagerazione, ma rispecchia perfettamente quello che, anni dopo, Asia Argento dirà di Weinstein, definendolo “un orco che mi ha mangiata” e “un predatore sessuale”.

La sequenza mostra un potenziale ancora inespresso nel film, in quanto riesce a coniugare perfettamente la reale esperienza vissuta dall’attrice con una scelta di messa in scena grottesca e sopra le righe, cosa non da tutti. Purtroppo è una delle poche scene davvero memorabili dell’opera.

“Asia aveva un entusiasmo incontenibile (…). Era impressionante per come aveva le idee chiarissime (…). Penso che fosse abbastanza matura per compiere il passo verso la regia. Credo abbia imparato molto dai registi con cui ha lavorato, ma il film appartiene esclusivamente al mondo di Asia e al suo immaginario”.

Dario Argento

In conclusione

Note positive

  • Una sincerità di fondo che permette di digerire l’approssimazione tecnica e la recitazione non sempre all’altezza.
  • Qualche stuzzicante cameo come Daria Nicolodi (nel ruolo della madre di Anna), Paolo Bonacelli (un giornalista), Leo Gullotta (il medico Vessi).

Note negative

  • La regia è approssimativa e cerca lo stile in un estetica da videoclip.
  • Il film vorrebbe essere scomodo, ma gli eccessi a cui si abbandona la protagonista sanno di già visto e non esagerano mai.
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