Una stanza tutta per sé (2023). Il giovane Uri 

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Locandina di Una stanza tutta per sé

Una stanza tutta per sé

Titolo originale: A room of his own

Anno: 2023

Nazione: Israele

Genere: biografico, drammatico

Casa di produzione: Green Productions, Tempesta Films

Distribuzione italiana: Wanted Cinema

Durata: 81 min

Regia: Matan Yair

Sceneggiatura: Matan Yair

Fotografia: Shai Skiff

Montaggio: Dov Steuer

Musiche: Massimo Zamboni

Attori: Gilad Lederman, Yarden Bar-Kochba, Dror Keren, Israel Bright

Trailer di Una stanza tutta per sé

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Wanted Cinema distribuisce, nei cinema italiani, dal 17 agosto 2023, il film d’autore “Una Stanza Tutta per Sé” (A Room of His Own), diretto dal regista israeliano Matan Yair, nato a Gerusalemme il 9 maggio 1977. Il lungometraggio, con protagonisti Gilad Lederman, al suo debutto come attore, e Yarden Bar-Kochba, attrice di Tel Aviv nata negli anni ’70, nota per la sua partecipazione a “Platfus” (1994) e “Dan VeMuesli” (2014), è stato presentato in anteprima al Jerusalem International Film Festival 2023, dove ha vinto il premio come Miglior Film Israeliano.

Trama di Una Stanza Tutta per Sé

Uri è un ragazzo di diciassette anni, intelligente ma dal carattere difficile. A causa dei suoi atteggiamenti a tratti irrispettosi, i professori del liceo che frequenta lo espellono frequentemente dall’aula, mettendolo spesso in punizione. Non tanto per le sue azioni, ma soprattutto per le sue parole. Uri è anche molto solitario, fatica a stringere vere amicizie o instaurare rapporti personali con gli altri, a eccezione di un suo compagno di classe e, soprattutto, del suo insegnante di educazione fisica, Rockman, che cerca di salvarlo da se stesso. Ma da dove provengono i suoi problemi? Dalla sua famiglia e dal rapporto che il giovane ha con sua madre, suo padre e sua sorella. Durante il suo primo colloquio per l’arruolamento militare, Uri commette un grave errore, dicendo la verità sulla sua situazione familiare. Durante il colloquio, Uri rivela di aver condiviso la stanza e il letto con sua madre negli ultimi due anni. Questo perché, dopo che suo padre ha lasciato la casa, sua madre ha preferito dormire nella stanza del figlio anziché nella camera da letto coniugale. Inoltre, Uri confessa apertamente all’ufficiale del colloquio di non ritenersi adatto per l’esercito, complicando i suoi piani di arruolamento al fine di seguire le orme di sua sorella maggiore. Mentre si avvicina alla fine dell’ultimo anno di liceo, Uri si trova alla ricerca della sua strada e, metaforicamente, della sua “stanza” da cui affrontare il mondo degli adulti.

Uri - Una stanza tutta per sé
Uri – Una stanza tutta per sé

Recensione di Una Stanza Tutta per Sé

Siamo immersi nella più autentica e viscerale Nouvelle Vague Francese con “Una Stanza Tutta per Sé”, un film che rinuncia a una trama convenzionale e si muove invece tra pause, respiri e sguardi dei personaggi, immergendosi nella incessante quotidianità della vita. La narrazione del regista riflette la realtà sia attraverso la scrittura che dal punto di vista visivo. La macchina da presa segue costantemente il giovane Uri, spesso attraverso riprese a mano con primi piani o a mezzo busto, allo scopo di avvicinare lo spettatore al mondo interiore di Uri, caratterizzato da rabbia e confusione emotiva. A onor del vero, il film non si limita a inquadrature ravvicinate, ma, come tipico in ogni pellicola, presenta anche totali e piani americani o medi, specialmente quando Uri è in scena con altre persone o quando vengono ripresi personaggi secondari, come il fidanzato della sorella o la madre del ragazzo. La fotografia è eseguita con maestria e si basa su un approccio realistico dell’illuminazione, un realismo che permea l’intero lungometraggio.

Il film israeliano possiede un’essenza intima e introspettiva, rivolta al realismo, poiché “Una Stanza Tutta per Sé” racconta un periodo della vita del regista stesso, un frammento della sua esistenza. In questa prospettiva, Uri rappresenta l’estensione drammaturgica di Matan Yair, che utilizza il personaggio di Uri per condividere le sue esperienze familiari, i suoi pensieri politici e le sue fragilità personali in un momento confuso e complesso della sua giovinezza, quando si stava avvicinando alla maggiore età.

Matan Yair

Una Stanza Tutta per Sé mi accompagna da molti anni, come un racconto personale, quasi autobiografico, di un periodo in cui io e mia madre condividevamo la stessa stanza. Mio padre se ne era andato di casa e mia madre aveva deciso di non tornare nella camera da letto coniugale. Io e mia madre abbiamo continuato a condividere lo stesso spazio e non ci sembrava inappropriato o sbagliato. Abbiamo condiviso calore e amore, sentendoci come in una rapsodia di un mare agitato. Condividevamo una grande coperta rossa, e indossavo quasi ogni giorno la stessa maglietta a scuola. Avevamo rituali come andare in spiaggia e fare il bagno al mare, fare la spesa al supermercato e addormentarci con un libro in mano, alla luce della lampada da comodino

Il film si articola su due livelli di lettura: il primo si concentra principalmente sulle vicende interiori e familiari di Uri, mentre il secondo adotta un approccio maggiormente orientato alla politica, mostrando, senza esprimere giudizi, il mondo della cultura ebraica e dell’istruzione in ambito ebraico. All’interno del lungometraggio emergono principalmente due ambientazioni: la casa di Uri, di sua madre e di sua sorella, e il liceo frequentato da Uri. In quest’ultimo luogo, la narrazione è legata in maniera predominante al genocidio e allo sterminio degli ebrei, una tematica che fa parte del racconto ma che viene affrontata in modo superficiale. Questo tema entra in contatto con Uri più volte, soprattutto in relazione al viaggio che il giovane dovrebbe intraprendere con la scuola in Polonia a Treblinka, un’escursione volta a riflettere sull’Olocausto.

Il viaggio e l’ammissione all’esercito rappresentano i due momenti cruciali che segnano la crescita del carattere del ragazzo. Attraverso queste due sfide da affrontare, Uri deve trovare la sua identità personale, cercare il suo ruolo appropriato nel mondo e comprendere le dinamiche più intime della sua famiglia, che spaziano dalla madre al padre assente e introvabile. Nel corso del film, Uri è chiamato a comprendere appieno chi è realmente, imparando ad accettare la realtà dei fatti, tra cui la sua inadeguatezza per la vita militare in un paese come l’Israele, dove il servizio militare è obbligatorio. In Israele, il rifiuto del servizio militare per motivi di coscienza è vietato, a meno che vi siano motivazioni fisici o psicologici a sostegno, in caso contrario si incorre nella detenzione. Tutti i cittadini sono tenuti a svolgere il servizio militare dopo aver completato il liceo.

Fotogramma del film Una stanza tutta per sé (2023)
Fotogramma del film Una stanza tutta per sé (2023)

In conclusione

Il film rappresenta una storia biografica che trae ispirazione dalla vita stessa del regista, presentata con uno stile caratteristico della Nouvelle Vague. Pur fornendo un’analisi delle dinamiche familiari del giovane Uri, il coinvolgimento emotivo ed empatico dello spettatore verso i personaggi risulta limitato. Tuttavia, emerge una sfida nell’interpretazione delle complesse dinamiche politiche e militari presenti in Israele. Questi aspetti vengono trattati in modo sommario, a volte superficiale, il che può portare a una comprensione limitata da parte del pubblico, soprattutto se non si è familiari con la cultura e la società ebraica.

Note positive

  • Fotografia
  • Scenografia
  • Interpretazione

Note negative

  • Poco approfondimento della cultura in cui si muove il film
  • Poca emozione
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