La svolta (2021): gli opposti si attraggono

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La svolta

Titolo: La svolta

Anno: 2021

Nazione: Italia

Genere: drammatico, poliziesco

Casa di Produzione: Rodeo Drive, Life Cinema, Rai Cinema

Distribuzione: Netflix

Durata: 90 min

Regia: Riccardo Antonaroli

Sceneggiatura: Roberto Cimpanelli, Gabriele Scarfone

Fotografia: Emanuele Zarlenga

Montaggio: Esmeralda Calabria

Musiche: Michele Braga

Attori: Brando Pacitto, Andrea Lattanzi, Ludovica Martino, Max Malatesta, Chabeli Sastre Gonzalez, Federico Tocci, Tullio Sorrentino, Cristian Di Sante, Aniello Arena, Grazia Schiavo, Claudio Bigagli, Marcello Fonte

Trailer ufficiale del film La svolta

La svolta è un film drammatico a tinte gialle diretto da Riccardo Antonaroli, che porta in scena, sul piccolo schermo, il suo primo lungometraggio. È la storia di un incontro casuale, della nascita di un’amicizia inaspettata, pronta a fare da varco per l’avvio di un rocambolesco percorso di crescita individuale, speso tra il gusto di un sorriso e l’amarezza di una lacrima. La pellicola – scritta a due mani da Roberto Cimpanelli e Gabriele Scarfone – è stata presentata al Torino Film Festival il 2 dicembre 2021, e poi distribuita sulla piattaforma Netflix a partire dal 20 aprile 2022.

Trama di La svolta

Roma, quartiere della Garbatella. Ludovico (Brando Pacitto) è un ventenne mite e solitario; uno studente di economia fuoricorso, tanto appassionato di fumetti quanto poco di una vita che non riesce a vivere appieno, frenato com’è dal timore di provare a inseguire e realizzare i suoi sogni. La sua asfittica routine quotidiana viene d’un tratto stravolta dall’arrivo improvviso di Jack (Andrea Lattanzi), un ladruncolo rude e irruento, che, per sfuggire da una malavita che non smette di rincorrerlo, si piazza nella tana dell’agnello, nel tentativo di salvarsi la pelle. Il tipaccio l’ha combinata grossa: ha sottratto una cospicua somma di denaro al membro di una banda di criminali capeggiata da “Caino” (Tullio Sorrentino). Nascondersi, dunque, è l’unica soluzione. L’incontro/scontro incidentale tra i due personaggi segna l’inizio di un’inedita e forzata convivenza, che permetterà loro di conoscersi meglio, infrangere la barriera dell’incomunicabilità, e portare a galla sé stessi.

Jack in una scena de La svolta (2021)
Jack in una scena de La svolta (2021)

Recensione di La svolta

«Buona la prima», verrebbe da riferire ad Antonaroli, al termine della visione del film. Munito di cuore e camera, il giovane director romano si dimostra abile nel confezionare per lo spettatore un prodotto filmico sincero e godibile, che tira in ballo la turbolenta natura dei caratteri, la necessità di riscoprirsi umani e desiderosi di esprimere la propria identità, dietro una fragile apparenza che – come recita un proverbio sacrosanto – inganna. In questa cornice narrativa, a voler stare a tu per tu con il proprio io ammaccato, al di là d’illusorie sovrastrutture, sono due personaggi, a primo impatto, agli antipodi. Si tratta di due perfetti poli opposti, destinati, però, per qualche strana congiunzione astrale, ad avvicinarsi, collidere, fino a esplodere.

In una Roma periferica, in cui serpeggia il marciume di un’infima criminalità, l’occhio filmico si focalizza principalmente sui profili umani di Ludovico e Jack, sulle movenze gestuali, dinamiche verbali e comportamentali che, progressivamente, caratterizzano e sintetizzano sulla scena il loro rapporto turbolento. Ora, si sa, ogni convivenza è complicata, figurarsi una imposta. Quella tra l’innocuo ragazzotto intimorito dalla vita e l’affascinante prototipo del bad boy cresciuto in strada, a pane e pistole. Date tali premesse sconfortanti, non è certamente facile trovare, nell’immediato, un punto di comune accordo. Una parvenza di sintonia che possa quantomeno aprire a un pacifico scambio d’idee e riflessioni. Non a caso, infatti, nella primissima sezione della narrazione cinematografica, i personaggi sotto i riflettori interagiscono servendosi di un linguaggio fatto di minacce, sguardi accigliati, alzate di voce da un lato; e con apprensione, accondiscendenza e silenzio sommesso, dall’altro. Insomma, è lo spavaldo Jack a condurre le regole del gioco, imponendo sul suo interlocutore la propria straripante personalità.

Ludovico in una scena del film
Ludovico in una scena de La svolta (2021)

Pian piano, però, nel pieno di dialoghi concitati, ecco che i poli opposti cominciano a non essere più tali. Le divergenze di carattere cominciano a trasformarsi, naturalmente, in convergenze. Gli sguardi perdono i tratti della spavalderia e della paura, per acquisire l’impronta dell’attenzione, della complicità, fino all’apertura del cuore. Jack, tra una parola in dialetto romanesco e l’altra, girando per casa – perché altro non potrebbe fare – scopre una raccolta di fumetti, segno evidente della passione celata di Ludovico. Allora, si comprende che sotto la superficie d’insicurezza e fragilità emotiva dello studente, si nasconde una passione che pulsa, in attesa di essere scovata da qualcuno che sia in grado di riconoscerla.

E questo qualcuno è proprio il “cattivaccio” di strada. È lui che, infatti, una volta compreso l’animo profondo di Ludovico, inizia a motivarlo, a dargli una scossa. Comincia a fargli capire che non ha senso sprecare tempo a soddisfare i desideri degli altri, piuttosto che i propri. Vale la pena, allora, darsi un po’ fiducia e provare, almeno per una volta, a seguire l’istinto, mettendo da parte l’obbligo della razionalità. Con la graduale scoperta del mondo interiore di Ludovico, anche Jack, abbassa lentamente la guardia. Accantona il lato oscuro della forza, per dare spazio al suo vero io, che coincide con un vissuto personale e familiare tutt’altro che semplice. Dunque, è chiaro che quell’aria da duro altro non è che una maschera di autodifesa cucita addosso per nascondere ferite invisibili e dolori inespressi, come la mancanza di un fratello per il quale sarebbe disposto a dare la sua stessa vita.

Ludovico e Jack colti in un momento di riscoperta complicità
I protagonisti colti in un momento di riscoperta complicità

Sciolto il nodo dell’incomunicabilità – o di una comunicabilità improduttiva – si palesa la dimensione dell’amicizia. Arriva, così, anche il tempo dello scherzo, dei consigli amichevoli, e delle pacche sulle spalle. Il picco emotivo percepibile in alcuni scambi di battute chiave, atte a svelare la reale natura dei personaggi, si ammorbidisce con l’entrata in scena dello stuzzicante elemento amoroso, sempre indispensabile a mantenere vivo l’interesse del pubblico e a ravvivare la materia del racconto. In un mare di discorsi seri, dunque, c’è anche spazio per la tipica leggerezza della gioventù. C’è il tempo per inseguire i palpiti sentimentali, e per escogitare un piano cult al fine di attirare l’attenzione della ragazza della porta accanto.

Accanto a ciò, non manca poi la presenza dell’elemento giallo, che funge sia da cornice narrativa che da parte integrante del tessuto filmico. Questo elemento è sostanzialmente incarnato, sulla scena, dai rappresentanti della delinquenza di borgata, che, sotto mentite spoglie, cercano di far uscire la preda allo scoperto per stanarla definitivamente. Seppure un tantino stereotipato e poco approfondito, quello noir è un tratto narrativo che arricchisce la sceneggiatura imbastita, infondendole quel guizzo di suspense e tensione che aumenta vorticosamente nella sezione conclusiva del film, fino a esplodere in una sequenza finale da lacrime e copertina.

"Buzzetti", scagnozzo del boss "Caino", entra in casa di Ludovico sotto false sembianze per scovare Jack
“Buzzetti”, scagnozzo del boss “Caino”, entra in casa di Ludovico sotto false sembianze per scovare Jack

In conclusione

In un testo filmico che ingloba con saggio equilibrio un mix di generi e omaggi da parete, rimane fissa la lente cinematografica su due giovani che sono molto più di quello che voglio far credere. Ciascuno, dall’alto della propria storia da raccontare e custodire, finisce con il rappresentare per l’altro una preziosa occasione di rinascita; di riscatto da una condizione personale che, in fondo, sta stretta e dalla quale si vorrebbe uscire per crescere. Per diventare grande, nonostante gli errori, i difetti e le debolezze. Ecco che allora la svolta – come ricorda un titolo più che mai pertinente e accattivante – ci apre gli occhi su una storia che esalta la necessità di aprirsi al cambiamento. E, alla fine, in un inaspettato quanto commovente stravolgersi degli eventi, i nostri protagonisti cambiano eccome, sia Ludovico che Jack, prima inquilini per caso, poi amici per la vita, relegati all’immortalità di una pagina scritta.  

Note positive

  • L’aver trovato un difficile equilibrio tra vari generi
  • Il tema della vicenda narrata
  • Sceneggiatura

Note negative

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