L’acqua… il fuoco (2003): Sabrina Ferilli nel film di Luciano Emmer

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L'acqua.... il fuoco locandina film

L’acqua… il fuoco

Titolo originale: L’acqua… il fuoco

Anno: 2003

Paese: Italia, Lussemburgo

Genere: Commedia, Drammatico

Casa di produzione: Buskin Film, Classic Film, Gentleman Film

Distribuzione: QUALITY FILM

Durata: 94 min

Regia: Luciano Emmer

Sceneggiatura: Luciano Emmer

Fotografia: Bruno Cascio

Montaggio: Adriano Tagliavia

Musiche: Stelvio Cipriani

Attori: Sabrina Ferilli, Olivier Pages, Valérie Kaprisky, Eloise Eonnet, James Thiérrée, Giancarlo Giannini

L’acqua… il fuoco è un film di Luciano Emmer del 2003, presentato fuori concorso alla mostra del cinema di Venezia come “evento particolare”. Il regista milanese, offre a Sabrina Ferilli una grande occasione, ovvero quella di essere la protagonista assoluta di tre storie che compongono il film. Un film a episodi dunque, tre storie di donne, accomunate dalla presenza di due elementi naturali opposti per loro natura: l’acqua e il fuoco.

Trama di L’acqua… il fuoco

La prima storia racconta la vita di Stefania, una casalinga proletaria, sola perché abbandonata dal marito e allontanata dai figli. È la sera del suo compleanno quando dopo aver capito di essere completamente da sola, decide di abbandonare tutto e ricominciare lontano una nuova vita. La seconda storia si apre a Parigi con Bernard un clochard, che si sta scaldando con il fuco, sotto il ponte della Senna, improvvisamente a pochi passi da lui una donna si getta nel fiume, tentando di togliersi la vita. Ma la prontezza dell’uomo le permetterà di salvarsi. L’ultima storia racconta la vita di una famiglia circense, alle prese con il capofamiglia, nonché l’animatore principale dello spettacolo, interpretato da Giancarlo Giannini, che per via del suo vizio con l’alcool, metterà a repentaglio lo spettacolo per cui vive la sua famiglia.

Recensione di L’acqua… Il fuoco

Il titolo del film, riporta costantemente al interno dei racconti, la continua presenza dei due elementi naturali che svolgono ruoli importanti nello svolgimento della storia. La presenza costante dell’acqua nel primo racconto, non a caso il film inizia con la scena della protagonista che si fa un caldo bagno, connota una situazione di stallo in cui ci si trova la protagonista. Il fuoco nella fine del primo racconto, assume un significato di rinascita e seconda possibilità che la donna deciderà di concedersi. Nel secondo episodio, ancora una volta l’acqua non è vista come un elemento di positività, ma piuttosto come sofferenza e decisione di mettere fine alla vita, contrapposta ancora una volta al fuoco che servirà al contrario a scaldare l’uomo salvandolo dal freddo e dalla possibilità di morte per ipotermia. La situazione si ribalta completamente nel terzo racconto, dove il fuoco sarà una delle cause che condurranno il personaggio alla morte, con lo spettacolo di Diabolique il mangiafuoco, ustionando gravemente l’uomo in scena. La lettura di questi elementi, si presta a mandarci a noi spettatori che osserviamo, una sorta d’insegnamento e messaggio sull’uso moderato e attento dei due elementi. La protagonista femminile interpretata da Sabrina Ferilli, scelta dal regista per la sua prorompente femminilità e sensualità, nonché dalla sua oggettiva bellezza, evidente nei numerosi e generosi primi piani del regista, non è solo presenza scenica, l’attrice si divide letteralmente in tre, interpretando tre diversi personaggi con la naturalezza più assoluta, dando prova di poter essere tre donne diverse tra loro: Stefania, Elena e Stella nello stesso film.

Il risultato finale è abbastanza convincente, Sabrina Ferilli ancora una volta ci ha stupiti con la sua poliedricità interpretativa, oltre che affascinati per la sua naturale bellezza mediterranea. Quello di Luciano Emmer è un cinema d’amore e sentimenti, con un’impalpabile nota malinconica. Un film raccontato dal punto di vista di una donna, quindi completamente tutto al femminile, con tre diverse morali da cogliere alla fine di ogni storia.

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