Lee Byung-hun: Cinema e Piattaforme Streaming – Intervento al Florence Korea Film Fest

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“Non possiamo trascurare il notevole sviluppo e l’ampia diffusione delle piattaforme durante la pandemia, che hanno consentito a un singolo individuo di accedere a una vasta gamma di contenuti, sia in Corea che nel resto del mondo“. Queste sono le parole della star del cinema coreano, Lee Byung-hun, noto per la sua presenza in oltre 20 film e uno dei protagonisti della serie televisiva di successo, tra cui “Squid Game“. L’attore è stato l’ospite speciale al 22° Florence Korea Film Fest, un festival che celebra il meglio della cinematografia sudcoreana, tenutosi a Firenze, dove l’attore, uno dei più acclamati nel suo paese d’origine, ha tenuto sia una conferenza stampa e una masterclass, il 28 marzo 2024, per condividere i momenti salienti della sua carriera (alle ore 15) venendo inoltre onorato con un premio dal Comune di Firenze e dal festival (alle ore 20) presso il cinema La Compagnia.

“Evidentemente, durante il periodo pandemico, molte componenti cruciali del cinema sono andate perdute, come la vivacità delle sale cinematografiche. In Corea, ad esempio, o si raggiungono cifre record di incassi o si rischia di passare inosservati, mettendo a repentaglio l’equilibrio economico della produzione. Le piattaforme streaming hanno indubbiamente esercitato un’influenza significativa. Il ritorno del cinema tradizionale è incoraggiante, e la combinazione di queste due forme di fruizione rappresenta una direzione promettente. È innegabile che grazie alle piattaforme digitali si sia assistito a un’espansione senza precedenti di contenuti e tecniche, un fattore che consente a un film di ottenere visibilità a livello globale. Riguardo al cinema italiano, l’attore ha menzionato “Nuovo Cinema Paradiso” e “La vita è bella” come pellicole che lo hanno profondamente influenzato.

Lee Byung-hun durante la conferenza stampa a Firenze
Lee Byung-hun durante la conferenza stampa a Firenze

“Rispetto alle produzioni americane”, ha dichiarato Lee Byung-hun, “ritengo che il cinema coreano sia più flessibile, coraggioso e incline alla sperimentazione. Non teme di abbracciare i cambiamenti”. Sulla questione del rapporto con la Corea del Nord, ha aggiunto: “Non credo che la divisione della Corea abbia un impatto diretto sul cinema del Sud. Potremmo dire che questo tema si è trasformato quasi in una categoria nel nostro cinema: sono numerose le produzioni che affrontano la nostra divisione, spaziando dal romanticismo alle storie di amicizia. Abbiamo l’opportunità di raccontare le due Coree attraverso un’ampia varietà di produzioni cinematografiche”.

Infine, rispondendo a una domanda sull’esistenza del tema del conflitto di classe nei film coreani, come nel premio Oscar “Parasite”, Lee Byung-hun ha affermato: “A livello globale, credo che sia un tema universale, non limitato alle frontiere coreane. Per me, ciò che conta di più è l’attenzione all’umanità, l’esplorazione delle profondità dell’animo umano e il funzionamento della vita di ogni individuo”.

Per non perdervi nessuna risposta rilasciata da Lee Byung-hun durante la conferenza stampa v’invito a visionare il video sottostante:

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