Margherita delle stelle (2024). Il ritratto dell’astrofisica italiana

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Trailer di Margherita delle stelle

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Margherita Hack

Siamo tutti fatti della stessa materia delle stelle

Il film “Margherita delle stelle”, liberamente ispirato al romanzo biografico “Nove vite come i gatti” di Margherita Hack e Federico Taddia, edito nel 2013 da Rizzoli, si concentra sulla vita dell’astrofisica italiana Margherita Hack (Firenze, 12 giugno 1922 – Trieste, 29 giugno 2013), direttrice del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Trieste dal 1985 al 1991 e prima donna italiana a dirigere l’osservatorio astronomico a Trieste. Il film, trasmesso in prima visione su Rai 1 il 5 marzo 2024 alle 21:30, è stato diretto da Giulio Base, noto per film come “Padre Pio – Tra cielo e terra” (2000), “Pompei” (2007) e “Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma” (2020), con una sceneggiatura di Monica Zapelli, vincitrice del David di Donatello per la migliore sceneggiatura per “I cento passi” (2001) e co-sceneggiatrice di “L’arminuta” (2021). Nel ruolo di Margherita Hack troviamo Cristiana Capotondi, conosciuta per la serie “Orgoglio” (2004-06), il film “Rebecca, la prima moglie” (2008) e la serie “Le fate ignoranti – La serie” (2022).

Trama di Margherita delle stelle

Il film narra la storia di Margherita Hack, una ragazza non ordinaria fin dall’infanzia, cresciuta nella più totale libertà grazie ai genitori, contrari al fascismo, che le hanno trasmesso valori anticonvenzionali per l’epoca, come la libertà, l’uguaglianza e l’importanza del contatto con la natura e della curiosità. Margherita cresce nelle campagne fiorentine, giocando a pallone, arrampicandosi sugli alberi e rifiutando i vestiti convenzionali per una bambina dell’epoca, preferendo invece la libertà di movimento e l’avventura su una vecchia bicicletta. Tuttavia, vive negli anni del fascismo, sotto il regime di Mussolini, dove la libertà e la dittatura non possono coesistere. Margherita si trova a frequentare le scuole e gli ambienti sportivi del regime fascista, scontrandosi con le autorità e ribellandosi alle ingiustizie, fino a rischiare l’espulsione per aver criticato pubblicamente il Duce in classe. Non curante delle mode e dell’opinione altrui, preferisce lo sport e la bicicletta alle feste mondane. Con Aldo, suo amico d’infanzia e poi compagno di vita, costruisce un matrimonio non convenzionale basato sulla libertà e il dialogo. Crescendo, diventa una giovane donna appassionata di astronomia, lottando contro le restrizioni imposte alle aspirazioni femminili in un mondo dominato dagli uomini. La sua straordinarietà risiede nella sua autentica libertà e nella sua curiosità senza fine, qualità che la portano a diventare una rinomata ricercatrice. Dopo anni di lotta nel mondo accademico italiano, diventa la prima direttrice dell’Osservatorio Astronomico di Trieste, continuando il suo viaggio tra le meraviglie del cosmo, sempre con lo sguardo rivolto verso l’alto.

Cristina Capotondi e Lorenzo Balducci - Margherita delle stelle (2024)
Cristina Capotondi e Lorenzo Balducci – Margherita delle stelle (2024)

Recensione di Margherita delle stelle

Costruito a livello narrativo per essere apprezzato da un pubblico generalista, come è giusto che sia per questo tipo di produzioni della rete pubblica italiana, “Margherita delle stelle” si dimostra fin dal principio una favola di formazione che racconta con garbo ed eleganza uno spaccato meno conosciuto della vita dell’astrofisica fiorentina Margherita Hack. La pellicola, sceneggiata da Monica Zapelli, non si concentra sulle scoperte scientifiche della donna, evitando complesse spiegazioni astrofisiche o dettagli sulla sua carriera scientifica, ma preferisce raccontare altro, concentrandosi esclusivamente sul suo percorso di formazione come donna, come ragazza atipica e non convenzionale per l’epoca. Zapelli prende la storia dell’astrofisica per focalizzarsi principalmente su una tematica legata all’indipendenza femminile e al bisogno di perseguire con tenacia e forza i propri sogni, senza demordere e dando tutto se stessi per raggiungere il proprio desiderio. Tale tematica si confà bene con la storia di Margherita, presentata fin dall’inizio della pellicola come una ragazzina anticonvenzionale, nata da una famiglia vegetariana e buddista quando non era ancora di moda, con un padre che metteva i propri ideali al di sopra del lavoro, preferendo il licenziamento piuttosto che iscriversi al partito fascista.

Più che focalizzarsi sulla carriera scientifica di Margherita, il film si concentra sull’adolescenza e sull’infanzia di Hack. Sebbene la sua carriera scientifica venga narrata con eccessiva superficialità, evidenziando il disinteresse degli sceneggiatori nel raccontare le sue scoperte scientifiche e il suo lavoro in astrofisica, la pellicola si concentra invece sulla giovinezza della protagonista, narrandoci la sua vita scolastica in cui lotta per non conformarsi alle altre ragazze, e soprattutto sulla sua grande passione per lo sport, che le ha trasmesso una forte vena competitiva. Lo spettatore viene così introdotto a uno dei lati meno conosciuti di Hack, una donna che prima di essere una scienziata era una sportiva, competendo nel salto in alto e nel salto in lungo, vincendo entrambe le gare ai campionati nazionali del Littorio (Firenze) nel 1941. Interessante è anche la regia, che nella scena in cui Hack è costretta a leggere un discorso fascista sull’onore e sull’importanza di combattere per il Duce, utilizza suggestive immagini d’archivio ben integrate con le nuove riprese, creando un mix suggestivo. Anche le immagini d’archivio sulla liberazione di Firenze sono assolutamente pregevoli e d’indubbio interesse.

“Margherita delle Stelle” rappresenta, dunque, non solo un omaggio a una figura rinomata a livello mondiale per il suo significativo contributo alla scienza, ma anche una narrazione avvincente di empowerment femminile. Questa storia rivela la determinazione incrollabile di una donna che ha sempre perseguito i suoi obiettivi con tenacia, senza necessariamente cercare di sfidare gli schemi preesistenti. La protagonista, con la sua leggerezza e libertà d’animo, ha affrontato le sfide della sua epoca, dimostrando che il successo può essere raggiunto attraverso la perseveranza e la genuina passione per il proprio lavoro. “Margherita delle Stelle” ci offre uno sguardo profondo e ispiratore sulla forza interiore e sulla resilienza delle donne nel perseguire i propri sogni, indipendentemente dagli ostacoli che possono incontrare lungo il cammino.

La regia, nella sua semplicità, riesce bene a raccontare la storia, impreziosita da un’interpretazione validissima di Cristiana Capotondi, che riesce a trasmettere gli umori e l’essenza della sua protagonista, una donna non convenzionale interessata all’apparenza. La principale pecca del film, oltre alla mancata approfondimento delle scoperte della Hack, che avrebbero potuto essere accennate, riguarda il trucco in relazione a Capotondi e a una specifica scelta di casting. Non è in discussione che Capotondi sia una brava attrice, ma il vederla interpretare una giovane liceale suscita qualche perplessità, poiché è evidente che fisicamente non rappresenta più una giovane donna di diciotto anni. Pertanto, ci si potrebbe chiedere perché non sia stata scelta un’attrice simile a Capotondi e a Hack per la giovinezza del personaggio. Ad esempio, Capotondi avrebbe potuto entrare in scena quando la ragazza terminava l’università, mentre per la giovinezza si sarebbe potuta scegliere un’attrice più adatta all’età del personaggio. Questa scelta di utilizzare Capotondi per il periodo del liceo e dell’università ha portato la produzione a selezionare attori più grandi e adulti per interpretare i compagni di scuola, compromettendo la credibilità della narrazione. Inoltre, l’eccessivo invecchiamento precoce del personaggio della Hack, che viene mostrata molto più anziana solo quando aveva quarant’anni, a causa di un trucco che ingrigisce eccessivamente il volto dell’attrice, risulta discutibile, soprattutto considerando che altri personaggi non invecchiano nel corso della storia, come il padre della Hack. Tanto che in un punto della pellicola sembra più vecchia e malata la Hack del suo stesso padre.

Capotondi è Hack in Margherita delle stelle
Capotondi è Hack in Margherita delle stelle

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In conclusione

Il lungometraggio rappresenta il classico film Rai sia a livello di regia che di sceneggiatura, ma è apprezzabile per il messaggio che veicola e per il tentativo di presentare l’astrofisica da un punto di vista meno conosciuto al pubblico. Peccato solamente per alcune scelte attoriali e per un trucco non sempre ottimale.

Note positive:

  • Narrazione delicata e garbata che esplora la vita di Margherita Hack come favola di formazione.
  • Concentrazione sulla giovinezza e sulla passione sportiva di Margherita, offrendo uno sguardo meno conosciuto sulla sua vita.
  • Utilizzo efficace di suggestive immagini d’archivio integrate con le nuove riprese, aggiungendo profondità alla narrazione.
  • Interpretazione validissima di Cristiana Capotondi, che trasmette con successo gli umori e l’essenza della protagonista.

Note negative:

  • Mancato approfondimento sulle scoperte scientifiche di Margherita Hack, trascurando un aspetto significativo della sua vita.
  • Scelta di casting discutibile, con attori più adulti che compromettono la credibilità della narrazione riguardo all’età dei personaggi.
  • Utilizzo di trucco e parrucca per invecchiare l’attrice, risultando poco convincente e compromettendo l’immersione del pubblico nella storia.
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