L’infanzia di Ivan (1962): Tarkovsky tra guerra e sogno

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L'infanzia di Ivan

L’infanzia di Ivan

Titolo originale: Ivanovo Detstvo

Anno: 1962

Paese: Russia

Genere: Drammatico, guerra

Produzione: Mosfilm

Distribuzione: Cineriz – General video, San Paolo audiovisivi

Durata: 91 minuti

Regia: Andrej Tarkovsky

Sceneggiatura: Mikhail Papava, Vladimir Bogomolov

Fotografia: Vadim Jusov

Montaggio: Lyudmila Feiginova

Musica: Viaceslav Ovcinnikov

Attori: Nikolaj Burljaev, Valentin Zubkov, Evgenij Zarikov, Nikolaj Grinko, Irma Tarkovskaja, Valentina Malyavina, Stepan Krylov

Trailer inglese de L’infanzia di Ivan

L’infanzia di Ivan vinse la palma d’oro per il migliore film al festival di Cannes nel 1962. È un’opera diretta da Andrej Tarkovskij, la prima a concedergli visibilità e fama internazionale all’interno di un panorama, riguardante il cinema autoriale, in forte sviluppo; ci troviamo difatti nel periodo di splendore di varie cinematografie internazionali, tra le quali vanno ricordate l’Italia con Fellini, Pasolini e Antonioni, la Francia con gli autori riconducibili alla Nouvelle Vague, la Svezia con Ingmar Bergman e l’America con Stanley Kubrick.

Da questo film Tarkovsky cominciò a essere riconosciuto tra i massimi registi nella storia del cinema sovietico, ciò nonostante visse complicati rapporti con la madrepatria, dalla quale decise spontaneamente di esiliarsi, nel 1982, in seguito a continue diatribe legate alla censura delle sue opere. Al tema dell’esilio sono riconducibili alcune sue opere tra cui in particolare Nostalghia.

Trama di L’infanzia di Ivan

Ivan, bambino rimasto orfano durante i combattimenti della seconda guerra mondiale in Unione Sovietica, pretende di partecipare attivamente al conflitto bellico realizzando piccoli espedienti per i generali dell’esercito (che tentano vani di proteggerlo), sfruttando la sua piccola statura e rivelandosi una particolare risorsa nell’esplorazione dei territori nemici. Sul campo di battaglia nascono legami (coinvolgono non solo Ivan ma anche i soldati dell’esercito) capaci di trascendere la durezza del momento e concedere un minimo di umanità durante le atrocità (in)evitabili del conflitto. L’ultima esplorazione si rivelerà fatale per il giovane, la cui giovinezza è stata strappata via dalle asperità belliche.

Ivan (Nikolaj Burlaev) - L'infanzia di Ivan
Ivan (Nikolaj Burlaev) – L’infanzia di Ivan

Recensione di L’infanzia di Ivan

L’infanzia di Ivan è il secondo lungometraggio di Andrej Tarkovskij, divenuto nel tempo uno dei massimi registi del cinema sovietico (spesso menzionato insieme agli avanguardisti degli anni ’20) e autore in seguito di grandi classici del cinema d’autore, tra cui Stalker, Nostalghia, Sacrificio, Solaris.

L’opera condensa in un’ora e mezza il dramma interiore del protagonista, Ivan, nato e cresciuto nel tetro mondo della seconda guerra mondiale, divenuto così costretto ad abbandonare i nobili sentimenti tradizionalmente associati all’età della giovinezza (leggerezza, gioia, serenità), in nome di una precocità virile finalizzata al sostegno della patria e all’odio per il nemico. Il film trascende i canoni del film di guerra e tocca le corde dell’interiorità, della psicologia del personaggio, psicologia inevitabilmente resa complessa dal succedersi degli eventi (la morte della madre, la non – conoscenza del padre, la mancanza di affetti). Nel fare ciò Tarkovsky non dimentica di sottolineare l’atmosfera d’incertezza perenne nelle trincee della seconda guerra mondiale, ricordando in esso l’opera kubrickiana Orizzonti di gloria.

Tarkovsky dirige con sapiente regia il ritmo della narrazione, condisce il tutto con un chiaro intento estetico e autoriale (talvolta forzato, diventando leggero formalismo) che ha nelle inquadrature anticonvenzionali e scenografiche il suo motivo più peculiare, perfezionate da un bianco e nero tanto delicato quanto forte.

Le sequenze in cui il protagonista ricorda inconsciamente la madre (attraverso incubi che nel finale diventano sogni), sono rese con immagini rarefatte e immaginifiche che ricordano il Fellini contemporaneo oppure il Bergman de Il posto delle fragole, aggiungendo poeticità a un universo estetico già di per sé raffinato ed elegante, nel quale Tarkovsky confeziona un’opera severa e toccante. La fotografia è l’aspetto tecnico di maggiore livello insieme alla colonna sonora.

L'infanzia di Ivan
Fotogramma de L’infanzia di Ivan
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