
I contenuti dell'articolo:
Love
Titolo originale: Love
Anno: 2015
Paese: Francia
Genere: Erotico, Drammatico
Casa di produzione: Les Cinemas de la Zone, RT Features, Rectangle Productions, Wild Bunch
Distribuzione: Netflix
Durata: 2 hr 15 min (135 min)
Regia: Gaspar Noè
Sceneggiatura: Gaspar Noè
Montaggio: Gaspar Noè, Denis Bedlow
Dop: Benoit Debie
Musiche: Pascal Mayer, John Carpenter, Johann Sebastian Bach
Attori: Karl Glusman, Aomy Muyock, Klara Kristin, Benoit Debie, Ugo Fox, Gaspar Noè, Juan Saavedra
Trama di Love
Il giovane Murphy (Karl Glusman) è un giovane americano che studia cinema a Parigi e sogna di diventare un regista, seguendo le orme di Stanley Kubrick. Un preservativo rotto e una gravidanza indesiderata obbligano il ragazzo a sposare Omi (Klara Kristin) e a rivivere continuamente con rammarico la sua più grande storia d’amore durata due anni con Electra (Aomy Mouyock), una storia travolgente e appassionata fatta di promesse, perversioni ed eccessi, bruscamente interrotta dopo che entrambi decidono di sperimentare una relazione a tre.

Recensione di Love
Noto per il vorticoso e ultra-violento Irreversible (2002) e lo psichedelico e disturbante viaggio sensoriale nei recessi di una mente alterata dalla droga Enter the void (2009), il regista argentino trapiantato in Francia Gaspar Noè è tornato nel 2015 a sorprendere gli addetti ai lavori con un altro film molto personale, spesso autoreferenziale nella sua volontà di provocare a ogni costo il pubblico generalista con sesso non simulato ed eiaculazioni in primo piano (pure in 3D per chi opta l’altra possibile fruizione), sul filo del rasoio che separa banalità dalla grande arte. Accolto in egual misura da fischi e lodi al Festival di Cannes 2015, il prodotto può essere considerato un porno d’autore su sessualità tossica e perversione; un melodramma sentimentale etereo e carnale insieme, che sviscera i dolori inflitti da sensi di colpa e nostalgia.
Come ci ha abituati per tutta la sua carriera, Gaspar Noè dimostra di saper ammaliare con una regia raffinata e dalle simmetrie perfette; angoscia e incanta con una colonna sonora versatile e ricercata che passa dalle arie di Bach alle chitarre dei Pink Floyd, per arrivare ai synth di John Carpenter; colpisce l’occhio con una fotografia che vira al rosso della passione, accompagnando per mano lo spettatore tra le sfumature di una storia tanto malata quanto sincera.
La sceneggiatura di Love non brilla certo per originalità, mentre i dialoghi talvolta appaiono degni di un fotoromanzo di pessima qualità; ma ciò passa in secondo piano visto che a emergere sono soprattutto le sensazioni, esplicite, profonde, intense e deviate. L’introspezione dei personaggi (in particolare quella del protagonista Murphy, maschio ferito, ruvido, animalesco) è apprezzabilissima nella sua respingente durezza, e ben sottolineata da un intelligente uso dei flashback. Il modo in cui la storia viene raccontata, insomma, surclassa i difetti della stessa.
Essendo Love un film sostanzialmente pornografico (di quella pornografia vicina alle sue origini, in cui la trama andava di pari passo con l’esibizione di corpi e amplessi, senza mercificazione alcuna), Noè indugia molto in scene erotiche lunghe e dettagli anatomici molto spinti e stordenti, ma questo finisce col dare una dimensione davvero fisica a un amore che su carta poteva apparire solo idealizzato.
Tra i difetti del film c’è da citare sicuramente una recitazione non sempre all’altezza (problema accentuato da un doppiaggio che sarebbe un eufemismo bollare come indecente) e la già citata banalità dell’intreccio; ma si tratta di mancanze su cui è facile passar sopra, poiché la messa in scena è magnetica e la confezione tecnica e concettuale di grandissimo pregio.

In conclusione
Love è una notevole rappresentazione filmica dell’amore, onnipresente in tutti i film del regista, è grande (grandissimo) cinema d’autore, imperfetto ma come sempre da gustare fino in fondo, come ogni storia d’amore che si rispetti. Viva la France!
Note positive
- Regia e fotografia magnetiche e di grandissimo impatto.
- La capacità del Noè sceneggiatore di evocare le sensazioni più varie e di delineare una psicologia dura e spinosa ai personaggi.
- La colonna sonora variegata e suggestiva.
Note negative
- Alcuni dialoghi degni di un pessimo fotoromanzo
- Recitazione non sempre all’altezza