Lynch/Oz (2022): Lynch nel fantastico mondo di Oz – Roma FF17

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Locandina di Lynch/Oz

Lynch/Oz

Titolo originale: Lynch/Oz

Anno: 2022

Nazione: USA

Genere: Documentario

Casa di produzione: Exhibit A Pictures

Distribuzione italiana: Wanted Cinema

Durata: 1 ora e 48 minuti

Regia: Alexandre O. Philippe

Sceneggiatura: Alexandre O. Philippe

Fotografia: Robert Muratore

Montaggio: David Lawrence

Musiche: Aaron Lawrence

Attori: Rodney Ascher, Justin Benson, Karyn Kusama, Aaron Moorhead, Amy Nicholson.

Trailer di Lynch/Oz

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Lynch/Oz, il nuovo documentario del regista svizzero Alexandre O. Philippe, è stato presentato alla 17° edizione del festival del Cinema di Roma nella sezione Freestyle, dopo il suo debutto al Tribeca Film Festival 2023. Il film arriva in sala, come evento speciale, dal15 al17 maggio 2023, grazie a Wanted Cinema.

Trama Lynch/Oz

Lynch/Oz indaga sul rapporto tra Il Mago di Oz (1943) di Victor Fleming e quello che è l’universo cinematografico surrealista e inquietante creato da David Lynch. Il film ricerca l’influenza del primo nei lavori del secondo, non solo in Cuore selvaggio o Twin Peaks – Il ritorno, dove quest’ascendente è più lampante, ma anche nelle altre opere di Lynch – da The Elephant Man a Mulholland Drive e Lost Highway – dove è più sottile. Il documentario è diviso in sei capitoli, nei quali guide come John Waters, Rodney Asher, Karyn Kusama e David Lowery insieme al regista stesso intraprendono un viaggio nell’immaginario americano tra i suoi sogni e le sue paure ricorrenti. È così che attingendo al bagaglio di immagini create da Lynch, il documentario crea accostamenti illuminanti.

Lynch/Oz: Immagine principale
Lynch/Oz

Recensione di Lynch/Oz

“Non passa un giorno senza che io pensi al film Il Mago di Oz” David Lynch

Non è un segreto che il cinema del regista David Lynch è sempre stato influenzato dal film del 1939 di Victor Fleming, Il Mago di Oz. Alexandre O. Philippe esamina il mondo di Lynch avvalendosi delle testimonianze di esperti come i cineasti David Lowery, Karyn Kusama, John Waters, Robney Ascher, Justin Benson, Aaron Moorhead e la critica Amy Nicholson, che analizzano ed esplorano l’ossessione del cineasta per l’opera del 1939. L’analisi è la base della filmografia del regista svizzero. Prima ancora di prendere in analisi il cineasta di Mulholland Drive, infatti, Philippe realizza altri film-saggio: Doc of the Dead, Memory: The Origins of Alien, The People vs George Lucas e 78/52: Hitchcock’s Shower Scene.

Lynch/Oz
Lynch/Oz

Alexandre O. Philippe attraverso l’opera di Fleming cerca di fare quello che molti studiosi fanno da anni, cercare di dare un’interpretazione alla filmografia lynchana. Un’operazione difficile, resa ancora più complicata perché il cineasta americano non ha mai voluto dare una spiegazione delle sue opere, più simili ad esperienze sensoriali, ed è forse questa una delle caratteristiche chiave che spinge molti cinefili ad amare e apprezzare tutto ciò che viene partorito dalla mente di Lynch. L’influenza de il Mago di Oz non si limita solo a David Lynch, come racconta Amy Nicholson, contestualizzando l’opera e l’importanza in un contesto molto più ampio di quello che pensiamo. Durante il documentario lo spettatore scopre come il film di Victor Fleming ha contribuito a condizionare l’immaginario di molti cineasti, anche se alcune analisi risultano un pò troppo forzate. Questo viaggio fiabesco non solo fa luce sulle influenze più palesi come quelle in Cuore Selvaggio o Twin Peaks – Il ritorno, ma anche quelle meno evidenti che possiamo trovare anche nelle altre opere di Lynch, come Elephant Man, Strade Perdute e Mulholland Drive.

Gli interlocutori, come Caronte, ci guidano in questo viaggio all’interno della mente criptica di David Lynch. Ognuno utilizza una chiave di lettura differente, che non risulta mai forzata. Un’architettura onirica accomuna Il Mago di Oz e Mulholland Drive, un luogo in cui i personaggi di Oz si muovono tra la realtà e la fantasia, mentre quelli di Mulholland Drive tra la realtà e sogno, mentre il suono del vento del film di Victor Fleming richiama alla mente quello di Eraserhead. Si arriva ad analizzare elementi più palesi, come le scarpette rosse di Dorothy indossate spesso dalle figure femminili dell’universo di Lynch, o la presenza delle tende di velluto.

Lynch/Oz
Lynch/Oz

In conclusione

Sono tante le chiavi di lettura che potrebbero contribuire a guardare l’universo di Lynch sotto un’altra luce. Ci si domanda che cosa sarebbe stato il cinema di David Lynch senza il Mago di Oz, o meglio, ci sarebbe stato David Lynch senza il mago di Oz? Un docufilm accurato che i fan di Lynch ameranno, ma anche un modo per attirare l’attenzione di chi ancora non ha ancora assaporato il surreale universo lynchano.

Note positive

  • Un’accurate chiave di lettura della filmografia di Lynch

Note negative

  • Diventa una forzatura quando si inizia a vedere in altri cineasti l’influenza de Il Mago di Oz
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