Mandibules – Due uomini e una mosca (2020): il demenziale d’autore con una mosca gigante

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Trailer di Mandibules – Due uomini e una mosca

Presentato fuori concorso al Festival di Venezia 2020, Mandibules – Due uomini e una mosca è l’ultimo film del regista francese Quentin Dupieux che continua il filone grottesco delle sue pellicole precedenti abbandonando però le riflessioni metacinematografiche in favore di una commedia spensierata e irriverente.

Trama di Mandibules – Due uomini e una mosca

Jean-Gab e Manu, due amici piuttosto ingenui, trovano una mosca gigante dentro il bagagliaio di un’auto e decidono di addestrarla per guadagnarci dei soldi.

Mosca in Mandibules - Due uomini e una mosca
Mosca mandibules

Recensione di Mandibules – Due uomini e una mosca

Fin dalla prima sequenza, con le immagini della costiera francese e l’ormai iconica melodia spensierata scritta dai Metronomy, lo spettatore viene catapultato in un universo favolistico e surreale. Si fa subito conoscenza con lo strampalato personaggio di Manu, che dorme sulla spiaggia e assomiglia vagamente al Drugo de Il Grande Lebowski. A lui basta aggiungere una misteriosa missione e un compagno di viaggio altrettanto stravagante per avere tutti gli elementi di un’avventura come si deve.

Dupieux depista lo spettatore inserendo nelle sequenze iniziali tutti i cliché del classico gangster movie (una macchina rubata, un misterioso boss e una valigetta da recuperare in tempo in cambio di una somma di denaro) e, quando l’avventura sembra essere avviata, stravolge le sorti della pellicola introducendo l’elemento grottesco della mosca gigante. L’incontro dei protagonisti con la mosca creerà una nuova paradossale missione, ovvero addestrare l’animale in modo da guadagnare dei soldi. La mosca gigante, rinominata Dominique, risulta perfettamente coerente nell’universo surreale creato da Dupieux, anche grazie alla scelta stilistica di realizzare l’insetto in maniera tradizionale utilizzando un burattino animato da un operatore e ricorrendo all’animazione 3D solo per il movimento delle zampe. Il regista si diverte a stravolgere continuamente le aspettative dello spettatore e così l’insetto gigante che sembra uscito da un horror anni ’80 di serie B non è una creatura mostruoso ma al contrario è docile come un cagnolino e appare particolarmente silenzioso e quieto.

Mandibules manu jean gab
Jean Gab e Manu in Mandibules

Ciò che fa funzionare la pellicola è la speciale alchimia tra i due protagonisti, frutto di una reale amicizia di lunga data tra i due attori. Grégoire Ludig e David Marsais sono infatti il duo comico Palmashow noti per le loro gag e le loro parodie sul web. Dupieux ha proprio tratto ispirazione da un loro vecchio sketch per la creazione dei personaggi di Manu e Jean-Gab, scegliendo però di non esagerare nella caricatura per favorire una costruzione realistica dei due. Questa strampalata amicizia è la chiave del film, il motore che porta avanti la narrazione tramite continue gag e permette di risolvere anche la situazione più paradossale con una risata. Ovviamente, come ogni amicizia cinematografica che si rispetti, anche Manu e Jean-Gab hanno il loro saluto speciale, ormai diventato iconico. Si tratta di “Taureau” (“toro”), esclamato con complicità allo scattare di ogni idea brillante e accompagnato dal gesto con la mano di due tori che si scontrano. Fin dalla presentazione del film a Venezia 2020, “Taureau” è diventato un vero e proprio trend, contagiando immediatamente gli spettatori della laguna e non solo.

Tuttavia Mandibules è molto più di un buddy movie qualsiasi e porta la commedia a livelli estremi toccando sfumature di nonsense e di splatter. In alcune sequenze del film, inoltre, Dupieux inserisce degli accenni di violenza pulp, cifra stilistica delle sue pellicole precedenti, che tengono alta la tensione e bilanciano il clima spensierato delle gag.

Un’attenzione particolare va inoltre alla surreale interpretazione di Adèle Exarchopoulos, la guest star del film, nota al grande pubblico per La vita di Adele (2013). Anche con lei Dupieux si diverte a ribaltare le aspettative, facendole interpretare un ruolo molto diverso da quelli a cui lo spettatore è abituato, ovvero quello di una ragazza con un problema mentale dovuto ad una caduta che la costringe a parlare con un volume di voce molto superiore alla media. Nel delirio surrealista di Mandibules sarà proprio il suo personaggio ad incarnare la voce della verità. La Exarchopoulos è perfettamente a suo agio nel ruolo e la sua presenza contribuisce a rendere il film iconico.

Mandibules Adele
Adèle Exarchopoulos in Mandibules

In conclusione, Mandibules è una commedia semplice ma inusuale con una forte sceneggiatura e un ottimo cast che ha tutte le carte in regola per diventare un cult.

Note positive:

  • I frizzanti botta e risposta tra i protagonisti.
  • Lo stile grottesco e surreale.
  • L’inusuale interpretazione di Adèle Exarchopoulos.

Note negative:

  • Il film presenta un tipo di comicità nonsense che può non piacere a tutti.
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