Nikita (1990): desiderio di libertà

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Trailer di Nikita

Nikita è un film drammatico diretto da Luc Besson, del 1990, interpretato dall’attrice Anne Parillaud, che vinse il Premio César per la ‘Migliore attrice protagonista’. La pellicola ricevette numerose candidature; oltre che varie nomination ai Premi César, fu candidato come ‘Miglior film straniero’ ai Golden Globe del 1992. Il film vinse inoltre il Nastro d’Argento nel 1991. Il successo fu tale da essere citato in vari prodotti audiovisivi e non solo, ispirando due serie televisive omonime, nel 1997 e nel 2010. Fu rilasciato anche un remake nel 1993.

Anne Parillaud in una scena di Nikita
Anne Parillaud in una scena di Nikita

Trama di Nikita

La storia, ambientata a Parigi, ruota attorno la giovane tossicodipendente Nikita che viene arrestata in seguito ad una rapina organizzata insieme alla sua gang, mirata a procurarsi della droga. Intervenuta la polizia, spara ad un agente, ella viene quindi condannata all’ergastolo. Date le doti che dimostra di avere, il governo francese incarica i servizi segreti di fingere la morte della ragazza, per poi renderla un sicario al servizio dell’autorità nazionale. Da qui la pellicola segue l’addestramento e in seguito la sua nuova vita sotto il nome di Joséphine, divisa tra l’essere un killer e una donna comune.

Recensione di Nikita

Luc Besson ha dimostrato ampiamente, nella sua filmografia percorsa da alti e bassi ma costellata senza alcun dubbio da film iconici, di aver a cuore la rappresentazione delle donne, narrando storie di figure femminili forti ed eroiche, ma anche fragili e contraddittorie, costrette in dei ruoli prestabiliti che tentano di scrollarsi di dosso, in parte riuscendovi proprio nelle pellicole del regista. A partire proprio dal film chiave e tra i più famosi della sua filmografia, Léon, con una protagonista divenuta un’icona, interpretata da una giovanissima Natalie Portman, opera del 1994 che sembra creare un chiaro fil rouge con Nikita, non solo per lo stile registico e per gli espedienti di scrittura, ma anche per la presenza di un attore caro a Besson, Jean Reno, che interpreta in Nikita un ruolo molto simile. Le protagoniste femminili e combattive, divise fra l’essere una donna ma anche qualcosa in più, che differisce solitamente dai tipici ruoli imposti, rappresentando quindi la fatica della società a riuscire ad accettare una possibile conciliazione tra sfumature differenti, sono rappresentate in altre sue pellicole, esempio anche Giovanna D’Arco, poco fortunato e a tratti pretenzioso, ma valevole d’interesse per la rappresentazione di una femminilità condannata al suo destino per aver provato ad assumere il potere (in questo specifico caso divino).

 Anne Parillaud in una scena di Nikita   
Anne Parillaud in una scena di Nikita  

Nikita ha molte caratteristiche interessanti che offrono varie letture. Non solo per essere un film del 1990, tempo in cui vedere protagoniste femminili al cinema era abbastanza raro, specie se in contesti di tipo action, ma anche per le modalità in cui la sua personalità è raccontata. Un film che si apre con una sequenza iniziale adrenalinica, con una fotografia dai colori intensi, in cui la follia e la violenza la fanno da padrona, preludio iperbolico a quello che accadrà nel corso della narrazione, e in cui la protagonista viene presentata con efficacia; una donna che agisce da killer spietata nonostante l’insospettabilità dei poliziotti.

Nikita è una donna attiva, che prende l’iniziativa, cui corpo è uno strumento di lotta, non è mai oggetto sessuale ma piuttosto è soggetto. Ciò che affascina di più è la dualità di questo personaggio, che appare così forte ma allo stesso tempo fragile, insicura. Quella che viene rappresentata è una figura femminile caratterizzata da sfumature, non relegata ad un unico ruolo come spesso accade (e soprattutto accadeva) nelle narrazioni. Una donna dal passato misterioso che è rivoluzionaria poiché non rappresenta la corretta femminilità; ella la rifiuta.

nikita
Scena del film Nikita

Eppure vi continua a essere una subordinazione al potere, cui volto è una figura maschile, sottomissione a cui Nikita desidera liberarsi. Le autorità usano il suo corpo come strumento di lotta; ella è circondata da uomini al comando, ed è qui che emerge il suo desiderio di liberazione a un ruolo assegnatogli poiché troppo stretto e scomodo per una donna giovane ed esplosiva, affamata di amore e di vita. Vi si può leggere una metafora, una lettura pessimistica del ruolo della donna nella società: la difficoltà nel liberarsi dalla subordinazione, il dover pagare offrendo la vita per la mancata aderenza alla tipica femminilità. Una donna ha sempre una condanna da scontare per essere ciò che è. Un debito difficile da estinguere.

Nikita
Nikita

L’amore che lega Nikita al personaggio di Marco è tenero, commuovente, paritario; una relazione a cui è dedicato spazio, importante nella narrazione, ma non è l’unica cosa che caratterizza il personaggio di Nikita, piuttosto raffigura una delle tante sfumature che in lei sono dipinte. Questo è un piccolo grande passo in avanti negli anni ’90 per la narrazione cinematografica, in cui le storie delle donne ruotavano attorno al legame amoroso con il personaggio maschile. Nikita è una donna innamorata, ma non solo. Marco è il personaggio maschile positivo della storia, rassicurante e accudente, lontano dal machismo tipicamente rappresentato.

Nikita è uno tra i film più interessanti e avvincenti di Luc Besson, che offre varie letture ad uno spettatore attento, che non può che rimanere incollato allo schermo, attratto da una protagonista sfaccettata, interpretata divinamente da Anne Parillaud, e da una narrazione e regia dinamica che però non nega alla storia dei momenti di respiro. Una pellicola dal ritmo perfetto, che affascina e coinvolge grazie ad una protagonista che è divenuta, giustamente, un’icona.

Note positive

  • Ottima regia
  • Interpretazione magistrale
  • Scrittura interessante e innovativa

Note negative

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