Per qualche dollaro in più (1965): la vera consacrazione di Leone e Morricone

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Trailer di Per qualche dollaro in più

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

‘Per qualche dollaro in più’ è la seconda pellicola appartenente alla Trilogia del dollaro diretta da Sergio Leone. Succede a Per un pugno di dollari del 1964 e precede Il buono, il brutto e il cattivo del 1966. Nonostante faccia parte di una trilogia, i tre film in generale non sono narrativamente legati tra loro ma condividono tematiche e ambientazioni e soprattutto seguono il filo conduttore della rincorsa ossessiva al dollaro come simbolo di libertà, potere e indipendenza. Come per il film precedente, vengono confermati come attori principali Clint Eastwood e Gian Maria Volonté. Il primo ormai perfettamente calato in quella parte da carismatico e silenzioso cowboy che l’ha reso mondialmente celebre mentre il secondo che torna a interpretare il villain, questa volta ancor più spietato ma allo stesso tempo di maggior spessore psicologico. Entra a far parte del cast principale anche Lee Van Cleef, che interpreta il saggio colonnello Douglas Mortimer: una parte che grazie a Sergio darà nuova linfa vitale all’attore, salvato dalla povertà. Crisi in parte condivisa anche dallo stesso Sergio Leone: alla ricerca disperata di un’idea che potesse dar frutto a una pellicola se possibile di maggior successo di Per un pugno di dollari. Per qualche dollaro in più fu anche il primo spaghetti western finanziato da una compagnia americana(la United Artist) grazie anche alla mediazione dello sceneggiatore amico di Leone, Luciano Vincenzoni che risultò poi fondamentale allo script del film, contribuendo all’umorismo dei dialoghi e alla nascita del sorrisetto del Monco (Clint Eastwood). Le riprese della pellicola si sono svolte per la gran parte in Spagna. All’epoca il film risultò essere il più visto in Italia nel biennio ’65/’66, incassando tre miliardi di dollari e mezzo.

Sergio Leone su ‘Per qualche dollaro in più’

«Il comportamento della Jolly mi aveva nauseato. Così andai a trovare i due produttori. Gli dissi che in effetti il modo in cui si erano messe le cose mi faceva piacere… Perché significava che non avrei mai più dovuto fare un film con loro. Avrei avviato un procedimento legale, ma non volevo vederli mai più. E fu da lì che nacquero i semi della mia vendetta. Dissi loro: “Non so se davvero ho voglia di fare un altro western. Ma lo farò. Solo per farvi dispetto. E si intitolerà…” In quel momento, il titolo mi balenò nella mente – Per qualche dollaro in più. Ovvio che in quella fase non avevo idea di quale sarebbe stato il soggetto.»

Trama di Per qualche dollaro in più

In Messico, El Indio, capo di una spietata banda di criminali, viene liberato dalla prigione in cui si trova. Allo stesso tempo, il colonnello Douglas Mortimer e un cowboy dal nome non specificato che si fa chiamare il Monco, (dall’abitudine di sparare con la mano sinistra senza mai utilizzare la destra) entrambi cacciatori di taglie, si mettono alla ricerca dell’Indio, in un gioco avvincente che li vedrà anche scontrarsi tra loro. Se il Monco però cerca l’Indio per motivazioni strettamente economiche, il colonnello Douglas Mortimer nasconde nell’animo, ragioni ben più profonde. Inizierà una lunga avventura tra scontri a fuoco, tradimenti e doppio gioco che culminerà con l’inevitabile scontro finale.

Titolo di testa del film Per qualche dollaro in più
Titolo di testa del film Per qualche dollaro in più

Recensione di Per qualche dollaro in più

Un occhio sui protagonisti

«Uno è un colonnello – un uomo anziano, colto e raffinato. Si comporta con accurata premeditazione per compiere la sua vendetta. L’altro è solo un professionista. Fa il suo lavoro, puro e semplice. È cinico… quasi un robot. Sembra che gli interessi solo il denaro. E da lì nasce il massimo della violenza: il denaro come forza motrice dell’azione. Ma scopriamo che forse il denaro non è così importante dopo tutto, perché si potrebbe morire da un momento all’altro… 

Il primo protagonista della pellicola è il ‘Joe’ di Per un pugno di dollari: il solito Clint Eastwood senza nome che è diventato un’icona degli spaghetti western alla Sergio Leone. Come nel primo film della trilogia, appare calmo, risoluto e sicuro di sé, a volte anche un po’ irruento ma soprattutto freddo e calcolatore, con un predominante interesse economico. La sua preoccupazione principale, anche in società con il colonnello Douglas Mortimer, sono infatti i tanto amati dollari. L’Eastwood di Per qualche dollaro in più si consacra a icona cinematografica: da molti criticato per la piattezza e la ridotta espressività, da altri valorizzato proprio grazie a questi apparenti punti deboli che diventano di forza. È proprio la sua imperturbabilità e il suo modo di vivere quasi stoico che ne fanno un personaggio straordinario, entrato nell’immaginario cinematografico. Come interprete del Monco, è in linea con una bontà di fondo tipica dell’Eastwood della Trilogia del dollaro: essere spietati e disinteressati ma solo con chi se lo merita davvero. Chissà poi se nonostante gli sguardi duri, il cuore del Monco non si sciolga un po’, nell’amicizia con il colonnello Douglas Mortimer: il ‘vecchio’ e il ‘ragazzo’ che danno vita alla relazione ‘professionale’ ed in fondo di amicizia, meglio riuscita e sincera dell’intera trilogia. Infatti è lo stesso Monco che grazie anche al rapporto con il colonnello, appare più simpatico, umano ed emotivamente profondo come meno percepiamo nelle altre pellicole leoniane di cui è protagonista.

Il monco dialogando con il colonnello

E come mi consigli di presentarmi all’Indio, magari con un mazzo di rose?
Clint Eastwood e Lee Van Cleef nel film Per qualche dollaro in piu
Clint Eastwood e Lee Van Cleef nel film Per qualche dollaro in piu

Sergio Leone su Lee Van Cleef

«Calcolai che all’epoca della foto doveva avere circa quarant’anni, quindi ora doveva averne quarantotto, quarantanove o cinquanta – proprio l’età giusta per il colonnello. Quando arrivai a Hollywood sembrava che fosse completamente sparito. Finalmente, dopo aver corso in lungo e in largo, riuscimmo a trovare il suo agente di nome Sid. Questo agente mi disse che Lee Van Cleef non faceva più l’attore, che ora era un pittore, che era stato a lungo in ospedale perché aveva avuto un incidente frontale in un canyon a Beverly Hills. Aveva deciso di intraprendere una nuova professione… Ma io dissi: “Beh, devo vederlo a ogni costo perché, fisicamente, quando penso a questo personaggio, m’immagino lui”. E poche ore prima che il mio aereo partisse, Lee Van Cleef venne in questo piccolo albergo alla periferia di Los Angeles dove stavo io. Era uno di quegli alberghetti per viaggiatori, una specie di motel. Canyon Dry, o qualcosa del genere.»

La spalla destra del Monco è il colonnello Douglas Mortimer interpretato da Lee Van Cleef. La storia di questo personaggio nasce ancor prima della selezione dell’attore: un’avventura tortuosa che culminerà con la scelta di Van Cleef, salvato da una condizione economica disastrosa e da una carriera apparentemente finita. Il colonnello si contrappone alla figura giovane e irruenta del Monco con la sua saggezza ed esperienza. Entrambi accomunati dall’essere cacciatori di taglie, sembrano risoluti nell’accumulare più denaro possibile. Con il passare del tempo però, le motivazioni psicologiche e umane dietro la ricerca del colonnello vengono fuori: è interessato all’Indio perché vuole vendicarsi. Una questione sentimentale. Sul finale il Monco sembra capirlo: è proprio il colonnello colui che merita davvero di mettere il chiavistello a quel cerchio. Leone oltre a ridare dignità a un grande attore, lo fa risorgere in una nuova forma: infatti Lee Van Cleef era abituato ad interpretare personaggi che raramente arrivavano vivi ai titoli di coda. Qui l’attore, non solo sfata questa maledizione, ma è anche un personaggio estremamente profondo e positivo.

Douglas Mortimer

No, le domande non sono mai indiscrete. Le risposte lo sono, a volte.
Gian Maria Volonté nel film Per qualche dollaro in piu
El Indio interpretato da Gian Maria Volonté nel film Per qualche dollaro in piu

Il terzo e ultimo personaggio protagonista è proprio l’obiettivo dei due cacciatori di taglie. Volonté aveva già interpretato il cattivo nella pellicola precedente, ma in Per qualche dollaro in più la sua figura si approfondisce caratterialmente. Pare un uomo nato per fare il male senza alcuna pietà, incarnando una vera e propria filosofia dell’essere spietato. Fin da subito, dopo essere evaso di prigione, mostra di cosa è capace: rintraccia l’uomo che l’ha fatto finire in catene e lo uccide in duello, non prima però di aver assassinato senza pietà la moglie e la figlia. El Indio è risoluto e mette subito le mani sull’idea di rapinare la banca di El Paso per ottenerne il mezzo milione di dollari. Sa anche dimostrarsi furbo e scaltro: dopo che il Monco in accordo con il colonnello si infiltra nella sua banda, comprende subito la verità. La sua follia va oltre l’interesse ad avere con sé un infiltrato: la sua follia è capace di mettere i membri della sua banda uno contro l’altro. El Indio è però anche capace di amare: possiede un carillon appartenuto alla donna che amava ed è prassi per lui attivarne il meccanismo per dare una regola ai suoi duelli.

El Indio

Vediamo se di fronte spari meglio che alle spalle. Quando finisce la musica, spara. Se ti riesce…

Lo stile di Sergio Leone

Come aveva già fatto per il primo film della sua trilogia, Sergio Leone continua a contribuire alla reinvenzione del genere western con i tratti tipici della sua poetica e non solo: arricchendola ancor più, sotto ogni punto di vista. Siamo di fronte a un western spoglio come i suoi paesaggi e le sue desolate cittadine, ma anche sporco come i suoi personaggi che incarnano alla perfezione l’uomo del West nella sua accezione più selvaggia. Non mancano i classici primissimi piani e l’incredibile attenzione ai dettagli cari al regista italiano, che ne hanno fatto un vero e proprio marchio di fabbrica nella storia della cinematografia. A partire da questo film inoltre, Sergio Leone approfondisce la psicologia di alcuni personaggi e lo fa attraverso flashback: salti nel passato, di atmosfera onirica, che in maniera sempre più dettagliata aggiungono particolari preziosi per la piena comprensione della storia. Una profondità che traspare anche dai dialoghi iconici: pregni di umorismo come di profondità e potenza narrativa. Tra tutti, spicca lo scambio conclusivo tra il Monco e Il colonnello che si dicono addio; grati per l’aiuto che si sono regalati a vicenda e consapevoli al tempo stesso che la loro ‘società’ non è destinata ad avere futuro. Nelle parole finali di Van Cleef e nel suo sguardo commosso c’è tutta l’essenza del cinema.

Il dialogo finale tra il Monco e il Colonnello

Colonnello Mortimer: Ragazzo, sei diventato Ricco.
Il Monco: Siamo diventati Ricchi.
Colonnello Mortimer: No. Tu solo, e te lo sei meritato.
Il Monco: E la nostra società?
Colonnello Mortimer: Un’altra volta.

Il necessario tocco musicale

Quando si parla di Sergio Leone, è impossibile non pensarlo nel suo divino connubio con Ennio Morricone: un duo che ha regalato al cinema autentiche meraviglie. I due, rimasti insoddisfatti dalla pellicola precedente dal punto di vista registico e musicale, con questo nuovo film fanno un deciso passo in avanti. Morricone è intenzionato ad aggiungere solennità e ricercatezza ai classici fischi e fruste: il tema del carillon dell’Indio si amplia, per esempio nella scena della chiesa diroccata, dove l’organo aggiunge una precisa e impeccabile sacralità alla sequenza, creando un tema musicale che contiene importanti echi classici; o ancora lo stesso carillon che da oggetto di scena e da musica intradiegetica, si fa musica extradiegetica e assurge a colonna sonora del film, con una solennità rivoluzionaria per un film western. Un espediente che diverrà tipico nel cinema di Leone, come ben ci mostra l’armonica di C’era una volta il West. La potenza musicale esplode con la sua apoteosi nel duello finale, dove al carillon si fonde ancora una volta la maestosa colonna sonora, arricchita dalle trombe, che diventa un autentico manifesto di epicità.

Il duello finale nel film Per qualche dollaro in più
Il duello finale nel film Per qualche dollaro in più

In conclusione

Insomma, Per qualche dollaro in più è di certo uno dei migliori esempi del western all’italiana, capace di migliorarsi e di superare il primo capitolo della trilogia, gettando le basi per quello che diverrà poi Il buono, il brutto e il cattivo. Imperdibile per chiunque sia innamorato della settima arte.

Note positive

  • Impeccabile regia di Sergio Leone
  • Sceneggiatura geniale e iconica
  • Colonna sonora di Morricone straordinaria
  • Interpretazioni magistrali dei tre attori protagonisti

Note negative

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