Piano Piano (2022): un estratto di un quartiere Napoletano – Locarno 75

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Piano Piano locandina

Piano Piano

Titolo originale: Piano Piano

Anno: 2022

Nazione: Italia

Genere: drammatico

Casa di produzione: Rai Cinema, Briciolafilm

Distribuzione italiana: I Wonder Pictures

Durata: 84 minuti

Regia: Nicola Prosatore

Sceneggiatura: Nicola Prosatore, Antonia Truppo, Francesco Agostini, Davide Serino

Fotografia: Edoardo Carlo Bolli

Montaggio: Marco Signoretti

Musiche: Francesco Cerasi

Attori: Dominique Donnarumma, Giuseppe Pirozzi, Antonia Truppo, Giovanni Esposito, Antonio De Matteo, Massimiliano Caiazzo, Lello Arena

Trailer italiano di Piano Piano

Nato anagraficamente a Napoli, Nicola Prosatore, nella cittadina di Milano, inizia a confrontarsi con la regia televisiva, fino  a quando decide di trasferirsi a Roma per cominciare a mettersi alla prova con ciò che lo appassiona: la commistione di generi e format. Dalla sua passione nascono due serie per Fox Crime con Carlo Lucarelli e Michele Placido, infine si occupa di Rock In Rebibbia per Mtv e firma la regia di vari programmi per la Rai tra cui: Petrolio, Gaia – il pianeta che vive e Sei Miliardia di Altri. Nel 2015 Prosatore riesce e realizzare il suo primo cortometraggio “Il Serpente” finalista ai Nastri D’Argento 2015, mentre nel 2022 realizza (sempre come corto) Destinata Coniugi che presenta ad Alice Nella Città e cura la regia di Wanna (docuserie) per Netflix. Nel medesimo anno presenta al Locarno Film Festival 2022, all’interno della sezione Piazza Grande, il suo primo lungometraggio di finzione dal titolo Piano Piano, prodotto da Briciolafilm e Rai Cinema. Nel cast troviamo nelle vesti della giovane protagonista Dominique Donnaruma, oltre a Giuseppe Pirozzi, Giovanni Esposito e Antonia Truppo.

Piano Piano esce al cinema il 16 marzo 2023, distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, dopo essere stato presentato in Italia, nel 2022, ad Alice nella Città – sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma – in occasione della quale Giuseppe Pirozzi dove si è aggiudicato il Premio RB Casting come miglior giovane interprete italiano. Il film ha inoltre ottenuto il Premio “Gianni Volpi” per il miglior lungometraggio d’esordio italiano del 2022 al Sottodiciotto Film Festival & Campus nonché la menzione della critica SNCCI al Corto Dorico Film Fest 2022.

Trama di Piano Piano

Nella stagione calcistica che ha assegnato il primo storico scudetto al Napoli, nel 1987, Anna, denominata da tutti (in maniera negativa) Principessa, ha tredici anni ed è appena diventata una signorina, con tutto ciò che comporta all’interno di una palazzina della periferia del capoluogo campano, in cui la vita è segnata dalla mafia e da dei difficili rapporti con i vicini, in una situazione in cui la povertà e l’invidia ne fanno da padroni. Anna vive insieme alla madre, con cui non nutre un bel rapporto, all’interno di un quartiere periferico di Napoli, un microcosmo che è agli ultimi mesi di vita, poiché lo Stato ha deciso di espropriare quelle palazzine per far spazio a una sopraelevata garantendo a tutti una nuova abitazione alquanto misteriosa e sconosciuta a tutti. In questo mondo in bilico e pronto a scomparire Principessa desidera diventare donna il più presto possibile, mentre trascorre le sue giornate esercitandosi alla tastiera e osservando il quartiere dalla finestra di casa, in un esistenza alquanto piatta. Tutto però muta quando incontra Peppino, un ragazzo della sua età, che su ordine del boss della palazzina, inizia a occuparsi di un misterioso uomo, di nome Mariuolo, forse un bandito o un assassino, che ha bisogno di un rifugio e di nutrimento, oltre che di giornali. Tra i tre si formerà un intenso e significativo legame.

Fotogramma di Piano Piano
Fotogramma di Piano Piano

Recensione di Piano Piano

Ambientato interamente in un’unica (opprimente) location, trovata all’interno di una masseria sulla rotta Asse – Mediano, Piano Piano è la storia di un quartiere napoletano degli anni ’80 in cui vige un forte bisogno di affermare la propria esistenza e libertà, in un mondo in cerca di rivalsa e riscatto. La pellicola, che si sviluppa in un arco narrativo di tre settimane, descrive minuziosamente quel luogo e quello spaccato storico dell’85 grazie a un attenta e minuziosa scrittura del microcosmo e di tutti quei personaggi secondari che inondano e si muovono sulla scena, seppur nello sfondo, e che fanno da supporto drammaturgico alla storia principale ovvero quella di Anna, una ragazzina nata in quel quartiere e che vuole diventare donna e che, probabilmente, si sente già una donna. Lei vuole solo scoprire cosa significhi esattamente ciò e nel farlo inizia a giocare, piena di vanità, caratteristica del personaggio visibile fin dalla prima scena, a fare la femmina dinanzi ai maschi, esclusivamente con l’amico Peppino e il misterioso Mariuolo, un personaggio fondamentale nel percorso di crescita dei due tredicenni, tanto da dimostrarsi quasi come una figura paterna per entrambi, dandogli degli importanti consigli di vita, seppur in maniera cruda e rude, soprattutto a Principessa. Accanto a un attenta scrittura dei personaggi ne troviamo una squisitamente documentaristica e che dona una vitalità propria al luogo in cui i fatti si svolgono. Uno di questi elementi è la costruzione del legame tra la squadra calcistica del Napoli, che funge da contesto temporale, dando una collocazione storica alla pellicola, e da metafora della situazione Napoletana, di un mondo in cerca di rivalsa e pronto a lottare per una nuova vita e un nuovo futuro che sembra prospettarsi davanti a loro, un futuro che sperano sia al di fuori dalle regole del quartiere, leggi non dello Stato, a cui è impossibile sottrarsi. Non è un caso che fin dalle prime scene dal lungometraggio vediamo momenti di puro amore per il calcio con bambini che giocano a palla per tutta la durata di “Piano Piano” e con numerosi rimandi agli avvenimenti calcistici, scanditi dalle telecronache delle partire che si odono nel cortile, da quel cortile a cui Anna si affaccia per spiare quel micromondo di cui lei stessa fa parte. Il tutto viene narrato attraverso una parlata tipicamente dialettale, di quel linguaggio Napoletano, usato sempre più spesso nel cinema italiano post anni 2010.

Del resto non bisogna sorprendersi della capacità degli autori di descrivere con estrema accuratezza e tridimensionalità quel mondo, quello spaccato di adolescenza e di vite, poiché il tutto si basa su fatti reali e semi-autobiografici, poiché colei che ha scritto il soggetto del film, Antonia Truppo (interpreta anche della madre della protagonista), insieme al regista ha realmente vissuto in quelle palazzine della pari feria napoletana, vivendo sulla sua pelle cosa significa quando lo Stato decide di prendersi la tua proprietà, la tua casa, espropriandoti e trasferendoti altrove, il tutto, ovviamente, a norma di legge. 

Piano Piano è il mio primo film di finzione e come gran parte del mio lavoro fino a oggi si fonda su fatti reali e, in questo caso, in parte autobiografici. La scintilla che ha dato vita al film, è infatti il contesto che ha accolto e sviluppato il racconto: lo sgombero coatto di una palazzina compiuto per dar luce allo sbocco cittadino dell’Asse Mediano, uno degli ultimi e monumentali progetti infrastrutturali della Napoli di fine anni 80. Antonia, che insieme a me firma il soggetto, è nata in quel palazzo e quel ricordo, unito alla realtà dei personaggi, e agli aneddoti della nostra memoria, è da subito diventato un solido spunto per alimentare un racconto con un forte time lock: le ultime tre settimane di un mondo che sta per essere spazzato vita.

Nicola Prosatore

Per certi versi la pellicola si dimostra anche una forte critica contro quella legge che permette la distruzione di microcosmi al fine di permettere alla stato di creare delle proprie opere urbanistiche. Il film, in maniera intelligente, decide inoltre di non mostrare il momento della distruzione del quartiere in cui vive Anna, una scelta intelligente poiché questo elemento narrativo, ha una funzione più di time lock che non effettivamente di approfondimento dei personaggi, seppur risulta un elemento importante dal punto di vista storico e narrativo, soprattutto connesso alla vicenda di Mariuolo.

Purtroppo la pellicola però risente di alcune scelte poco convincente riguardo alcune situazione, soprattutto dei personaggi adolescenziali femminili, che sono più vicini al mondo 2022 che non a quello del 1980. La protagonista, come anche le altre giovani donne, risultano eccessivamente spregiudicate, nonostante un epoca e una situazione in cui vivono dove regna la religione e le tradizioni e in cui il rossetto, in un Italia di metà anni ’80, era ancora mal visto sul volto di una donna, soprattutto in una ragazzina di tredici anni. Il tutto viene narrato da una fotografia eccessivamente colorata, che sembra mostrare il mondo con un tocco fantastico e quasi fiabesco, e da un ritmo a tratti fin troppo rapido dove ogni scena risulta fondamentale per la vicenda narrata, il tutto è inondato dal mood disco, con la canzone di Raf Self Control onnipresente all’interno del lungometraggio. Anche il costume non convince del tutto, apparendo piuttosto simile a quello che usiamo in quel 2022, soprattutto considerando il fatto che non siamo nell’America anni ’80 ma a Napoli ’80, in una Napoli povera.

Fotogramma di Piano Piano
Fotogramma di Piano Piano

In conclusione

Un buon esordio in un lungometraggio, che seppur ricade in alcune scelte non del tutto azzeccate, rimane un film convincente e che mostra un percorso di formazione di tutto rispetto. Il regista poteva dare più respiro alla vicenda eliminando quella componente eccessivamente Pop alla pellicola, ma il risultato è gradevole soprattutto grazie alla costruzione accurata dei personaggi, dai protagonisti a quelli secondari.

Note positive

  • Attori, su cui spicca la protagonista al suo esordio cinematografico
  • La sceneggiatura riguardo la scrittura dei personaggi
  • L’aver scelto il Napoletano come lingua madre

Note negative

  • Alcune scelte non del tutto convincenti su Anna, soprattutto sapendo che siamo negli anni 80
  • La pellicola possiede un ritmo eccessivamente rapido
  • I costumi
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