The Midnight Club – prima stagione (2022): il luogo in cui vive la morte

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The Midnight Club locandina prima stagione

The Midnight Club

Titolo originale: The Midnight Club

Anno: 2022

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Horror, dramma adolescenziale

Casa di Produzione: Téléfilm Canada, Intrepid Pictures

Distribuzione italiana: Netflix

Ideatore: Mike Flanagan, Leah Fong

Stagione: 1

Puntate: 10

Regia: Axelle Carolyn, Michael Fimognari, Mike Flanagan, Viet Nguyen, Morgan Beggs, Emmanuel Osei-Kuffour

Sceneggiatura: Mike Flanagan, Leah Fong, Julia Bicknell, Jamie Flanagan, Chinaka Hodge, Elan Gale

Fotografia: James Kniest, Michael Fimognari, Corey Robson

Montaggio: Lucy Donaldson

Musica: The Newton Brothers

Attori: Samantha Sloyan, Zach Gilford, Igby Rigney, Matt Biedel, Annarah Cymone, Ruth Codd, Aya Furukawa, Yuki Morita, William Chris Sumpter, Sauriyan Sapkota, Adia, Virginia Penney, Ranjit Samra, Robert Longstreet

Mike Flanagan, colui che crea storie oscure per Netflix, come le miniserie Hill House (2018), Blu Manor (2020) e Midnight Mass (2021), arriva nell’autunno 2022 la serie televisiva The Midnight Club, basata sull’omonimo romanzo per ragazzi del 1994 di Christopher Pike. La prima stagione viene rilasciata sulla piattaforma streaming di Reed Hastings il 7 ottobre 2022 per un totale di dieci episodi che vedono nel ruolo della protagonista l’attrice Iman Benson, al suo primo vero ruolo di rilievo in ambito televisivo/cinematografico. Con questo nuovo prodotto Flanagan (insieme a Leah Fong)  riuscirà a spaventare, ancora una volta, il pubblico a casa?

Trama di The Midnight Club

Ilonka è una studentessa modello, tanto da aver donato un anno intero allo studio, al fine di ottenere un’ottima media per il college, il suo ambito traguardo. Lei è felice, ha appena terminato l’ultimo anno del liceo e non vede l’ora d’intraprendere quella nuova avventura, quando d’improvviso il mondo gli cade addosso. Durante una festina, in cui si reca con la sua migliore amica, inizia ad avere una forte tosse e del sangue gli esce dalla bocca, ben presto la ragazza scoprirà di essere malata, di avere un  carcinoma papillare tiroideo, un cancro che ben presto diverrà terminale. Ilonka non andrà più al college e le resta poco da vivere, ma lei non demorde, vuole vivere, così s’informa sul web, alla ricerca di un metodo alternativo per guarire. In questa ricerca scopre la vicenda della diciassettenne Julia Jane, una giovane avente il suo medesimo cancro che è guarita, svariati anni fa, all’Hospice Brightcliffe, un luogo di residenza per ragazzi terminali che attendono, nei modi a loro preferiti, la morte. All’Hospice Brightcliffe non ci sono persone con speranza di vivere, ma solo chi sa di dover morire. Ilonka, anche grazie a delle visioni su quel luogo, che sembrano volerla condure obbligatoriamente in quell’ospizio, decide di trasferirsi proprio in quella dimora, nonostante la contrarietà del padre adottivo.

In questo spazio, Ilonka farà la conoscenza di altri coetanei malati terminali come l’irritabile Anya, l’amante dei giochi Amesh, la stramba Cheri, la fervente religiosa Sandra, oltre a Natsuki, Spence e Kevin. In questo luogo, avvolto dalla morte e da fantasmi (o forse allucinazioni da farmaci), ci tiene a mezzanotte il The Midnight Club, composto, come sempre, da otto membri. All’interno del club i ragazzi, sera dopo sera, raccontano ai loro compagni di sventura una storia nata dalla loro mente, un racconto proveniente dal mondo sovrannaturale e dell’orrore, ma anche da quello più prettamente romantico.  Di giorno Ilonka ricerca indizi per comprendere cosa sia accaduto a Julia Jane e come questa abbia fatto a guarire in maniera così misteriosa, facendo delle scoperte piene di speranza, mentre inizia ad avere delle strane e inquietanti visioni.

Iman Benson, Matt Biedel in 1x10 di The Midnight Club. Cr. Eike Schroter/Netflix © 2022
Iman Benson, Matt Biedel in 1×10 di The Midnight Club. Cr. Eike Schroter/Netflix © 2022

Recensione di The Midnight Club

La storia, che si rifà sotto molti aspetti al romanzo da cui la narrazione è tratta, non si dimostra essere una classica opera dal carattere horror ma tende più verso una componente drammatica – adolescenziale, senza però sfociare in un teen dramma marcatamente adolescenziale, fatto di eccessivo romanticismo spicciolo e di estremo melodramma. Flanagan e Fong non ricercano nel pubblico un pianto facile, un’emozione triste che si potrebbe raggiungere facilmente, specialmente quanto tutti i protagonisti della storia sono dei giovani in attesa di morire, ma i due showrunner fondano le radici del racconto entro un tono serio e marcatamente oscuro, fatto di cruda realtà e speranza, dove il desiderio di vivere è ancora vivo e presente. L’Hospice Brightcliffe è un luogo impregnato di morti e d’illusione di salvezza, un luogo che racchiude in sé tutte le sfumature della vita, il dolore e la forza di andare avanti, giorno dopo giorno, senza buttarsi giù. Il gruppo del Midnight Club si raccontano storie d’orrore e storie d’amore, ma allo stesso tempo parlano di segni del soprannaturale presente in quei luoghi, parlano di speranza nell’esistenza di un aldilà, promettendosi che, chiunque sarà il prossimo a morire, ritornerà sulla Terra come fantasma per dimostrare che la morte non significa fine, ma solo un nuovo inizio. L’intero gruppo nutre quest’illusione di nuova esistenza spirituale, mentre Ilonka non vuole accogliere la propria morte, ma nutre la speranza di guarire. Ilonka raggiungerà quel luogo non tanto per accettazione della sua condizione ma per scoprire come sopravvivere, prendendo ispirazione da Julia Jane, da colei che ha sconfitto magicamente il cancro.

Accanto alla speranza e alla morte, l’essenza del racconto, Flanagan sceglie di mettere delle componenti soprannaturali o connesse al mondo della magia e della stregoneria, come il culto del Paragon, ma questa sottotraccia horror, che riguarderà maggiormente il personaggio d’Ilonka e quello di Kevin, non riesce mai a incidere un reale senso di tensione o di terrore nello spettatore, contrariamente a quanto avveniva in Hill House o in Midnight Mass, dove lo spavento era dietro l’angolo, in agguato. In The Midnight Club la paura non viene mai a galla, la vediamo negli occhi dei personaggi o nelle atmosfere musicali, ma noi non la percepiamo e ciò è causato da delle scelte non azzeccate da parte della regia e del montaggio, che non riescono a dare quel senso di orrore al proprio pubblico. Seppur questa tensione sovrannaturale non viene mai a galla, come stato d’animo dello spettatore, la storia possiede delle chiavi di lettura ugualmente interessanti, anche grazie a una sceneggiatura che sa ben nascondere e svelare le carte al momento giusto. Questa prima stagione difatti mette nel banco molti elementi narrativi che ci incuriosiscono e li cucina con estrema calma, evitando di svelarci, all’interno delle dieci puntate, tutti gli ingredienti, rendendo questi episodi un buon incipit narrativo per una futura stagione.

La sceneggiatura, oltre le pregevoli prove attoriali, è l’elemento di maggior successo, anche se non perfetta, della serie tv, una scrittura che si è dimostrata ottima nella presentazione dei personaggi e del loro sviluppo interiore. La prima puntata li fa conoscere al pubblico e a Ilonka nella maniera perfetta, attraverso la voce di Spence, e nelle successive puntate noi conosciamo in maniera più approfondita Sandra, Kevin e gli altri attraverso i loro racconti pronunciati in biblioteca a mezzanotte. Quei racconti, prevalentemente macabri, racconta molto di loro, delle proprie paure e ansie o del loro passato. Il tutto si dimostra funzionare a creare un’empatia tra noi e loro, così che quando qualcuno, improvvisamente, perirà noi ne sentiremo la mancanza e soffriremo insieme agli altri personaggi dello show. Dal punto di vista della scrittura ovviamente ci sono qualche piccolo problema, come l’incipit riguardante Ilonka. La ragazza inizia ad avere delle visioni, allucinazioni sull’Hospice Brightcliffe ma sembra non avere nessun tipo di paura, anzi va in quel luogo senza problemi e anche se lì ha delle nuove visioni, sempre più terrificanti, lei non sembra realmente spaventata, ma continua a voler stare li. Anche la puntata 1×07 incentrata sul personaggio di Anya appare piuttosto priva di logica, tanto che è difficile comprenderne il senso.

Aya Furukawa, Ruth Codd, Annarah Cymone, Iman Benson, Sauriyan Sapkota, Igby Rigney, Chris Sumpter in 1x04 - The Midnight Club Cr. Eike Schroter/Netflix © 2022
Aya Furukawa, Ruth Codd, Annarah Cymone, Iman Benson, Sauriyan Sapkota, Igby Rigney, Chris Sumpter in 1×04 – The Midnight Club Cr. Eike Schroter/Netflix © 2022

In conclusione

The Midnight Club è una discreta produzione Netflix, che mostra le sue maggiori lacune nella capacità di terrorizzare. I registi degli episodi ci provano ma non ci riescono, contrariamente la storia riesce a creare un climax di mistero che ci permette di mantenere alto l’interesse per la storia.

Note positive

  • Ambientazione
  • Costumi
  • Presentazione dei personaggi
  • Il non svelare troppo

Note negative

  • La serie non riesce a spaventare il pubblico
  • Alcune scelte poco azzeccate sul personaggio d’Ilonka.
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