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Rocco Schiavone
Titolo originale: Rocco Schiavone
Anno: 2016
Paese: Italia
Genere: Noir, giallo, poliziesco
Casa di Produzione: Cross Production, Rai Fiction
Distribuzione: Rai 2, Rai play
Ideatore: Antonio Manzini
Stagione: 1
Puntate: 6
Regia: Michele Soavi
Musica: Corrado Carosio, Pierangelo Fornaro
Attori: Marco Giallini, Ernesto D’Argenio, Claudia Vismara,
Francesco Acquaroli, Massimo Reale, Isabella Ragonese.
Trama di Rocco Schiavone
Il Vicequestore Rocco Schiavone, nato e cresciuto a Roma, è un personaggio ruvido, brillante, sarcastico, burbero e maleducato quanto basta. Odia il suo lavoro, specialmente ora che si trova svolgerlo ad Aosta, città nella quale è stato trasferito per motivi disciplinari. E’ sboccato, violento e molto spesso le sue azioni oltrepassano i margini della legalità. È un uomo con un passato oscuro, con molti, forse troppi, scheletri nell’armadio. Solo l’amore della sua vita, sua moglie Marina, riesce a penetrare la sua scorza dura. O meglio, la donna che è stata sua moglie fino a quel 7 luglio del 2007, giorno in cui la vita di Rocco ha cambiato rotta e si è complicata più di quanto non lo fosse già… Tra indagini per casi di omicidio, furti e mafia, scopriremo puntata per puntata tutti i misteri che avvolgono il tormentato Rocco Schiavone.

Recensione di Rocco Schiavone
Dopo la serie sul commissario Montalbano i telespettatori italiani erano in cerca di un erede per le loro serate da passare davanti al televisore. La Rai non si fa sfuggire l’occasione e mette in cantiere, nel 2016, una nuova serie basata sui romanzi di Antonio Manzini, con protagonista il vicequestore Rocco Schiavone. La serie si presenta subito in tutto il suo splendore, subito ti fa capire che si tratta di una serie noir, non il classico giallo poliziesco, ciò è dovuto a una scenografia e a una fotografia piuttosto cupa (difficilmente si vedranno cieli azzurri e colori vivaci nelle scene), l’ambientazione valdostana, resa grigia dal contorno montano e dalle abbondanti nevicate e piogge, fa comprendere subito lo stato d’animo tormentato e arrabbiato del protagonista.
La regia seppur, non ottima, è godibile, semplice, senza particolari guizzi, però fa il suo lavoro… Rende bene ciò che racconta e non crea confusione allo spettatore. Anche la colonna sonora è ben realizzata, con dei motivi musicali più soft nei momenti drammatici e un po’ più incalzanti nei momenti dove la tensione è alta. Di sicuro le musiche permettono un maggior coinvolgimento all’interno della narrazione. Parlando del cast, colpisce principalmente il protagonista, ben caratterizzato sin dal primo secondo di apparizione su schermo, interpretato da un ottimo Marco Giallini, perfettamente in grado d’immedesimarsi nel ruolo, grazie al suo forte accento romanesco e al suo sguardo burbero. Bisogna essere sinceri, si nota subito che Manzini in qualità prima di scrittore e poi di produttore aveva subito pensato all’attore romano come interprete dei suoi racconti, e certamente si può dire che questo casting è più che azzeccato.
Nel corso della prima stagione (e successivamente anche nelle altre) il personaggio di Rocco ha uno sviluppo psicologico notevole, comprendiamo che anche burbero, e scorretto, in realtà un po’ di cuore gli è rimasto, dimostrandolo diverse volte con piccoli gesti e azioni tra le varie puntate. Ci è subito facile empatizzare con lui proprio perché non è il protagonista perfetto senza macchia, anzi molte volte i suoi comportamenti sono discutibili, non si fa problemi a pestare di botte gli interrogati in questura, fuma erba per rilassarsi ed entra nelle abitazioni di nascosto in cerca d’indizi, di certo non si tratta di un poliziotto modello… Ma è proprio questa sua caratteristica da antieroe e politicamente scorretta a farci innamorare di lui.
Gli altri personaggi sono un contorno a tutta la storia, non sono super caratterizzati, molti di loro sono inseriti nella trama come spalle comiche per smorzare un po’ la tensione dettata dallo stile cupo della serie, e alcuni rappresentano i distintivi cliché delle serie TV italiane. Comunque anche tra i comprimari spiccano personaggi interessanti, come Fumagalli, il medico legale di Aosta, un toscano molto scaltro, intelligente ed è l’unico che riesce ad andare d’accordo, nei primi step della serie, con Schiavone nonostante i continui battibecchi.
Un altro grande aspetto positivo della serie è che è in grado di creare molta suspense, grazie a notevoli colpi di scena e grazie ai vari intrecci delle varie trame, che si sviluppano con l’avanzare degli episodi. Lo spettatore si sente invogliato a proseguire la visione, vuole sapere come va a finire, cosa farà Rocco per sbrogliare un caso difficile e vedere se mai troverà pace con se stesso. Con tutta la sincerità di questo mondo preparatevi, perché questa serie è come una giostra, si ride, si viene intrattenuti, si prova ansia e si piange tanto, tutte sensazioni condensate in un unico prodotto che lo rendono uno tra i migliori nel panorama italiano.

In conclusione
Questa serie è adatta agli appassionati del poliziesco all’italiana, e del genere noir. Chi sentiva la mancanza del commissario Montalbano in TV ha la possibilità di appassionarsi a un nuovo personaggio, completamente diverso, ma altrettanto interessante. Gli episodi, seppur lunghi (durano circa 90 min.) sono scorrevoli. Mi sento di darvi un consiglio per la visione…mettetevi comodi sul vostro divano, con una copertina e una bella tisana calda e immergetevi in questa fantastica serie.
Note positive
- Protagonista ben caratterizzato.
- Trame e sottotrame avvincenti.
- Ambientazioni valdostane avvolgenti.
- Colonna sonora buona.
- Fotografia e scenografia ottime.
Note negative
- Regia semplice e poco ispirata.
- Alcuni personaggi sono poco caratterizzati.