The 8th Night (2021): Il buddismo nell’horror Netflix

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The 8th Night locandina film netflix

The 8th Night

Titolo originale: Je8ileui Bam

Anno: 2021

Paese: Corea del Sud

Genere: Horror

Produzione: Gom Picture, Gogo Studio

Distribuzione: Netflix

Durata: 115 minuti

Regia: Kim Tae-hyoung

Sceneggiatura: Kim Tae-hyoung

Fotografia: Choo Kyeong-yeob

Montaggio:

Musiche: Shim Hyun-jung

Attori: Lee Sung-min, Park Hae-joon, Kim Yoo-jung, Nam Da-reum

Trailer di The 8Th Night

Trama di The 8th Night

Duemilacinquecento anni fa, un mostro aprì la porta che collega la Terra agli Inferi per far soffrire gli esseri umani. Ma il Buddha apparve davanti al mostro e tirò fuori l’Occhio Rosso e l’Occhio Nero, fonte del suo potere ma i due occhi sfuggirono al Buddha e iniziarono ad allontanarsi da lui. Presto, il Buddha riuscì a recuperare l’Occhio Nero e lo rinchiuse in un’urna per sharira. Invece l’Occhio Rosso riuscì a fuggire nascondendosi nei corpi delle persone e scappando per sette notti. Poi, l’ottava notte, l’Occhio Rosso si fermò e si voltò, convinto di essere ormai abbastanza lontano, ma quando si rese conto di aver oltrepassato un ponte costituito da sette pietre su un basso torrente, capì che non sarebbe mai sfuggito al Buddha. Così finse di arrendersi e si fece chiudere volontariamente nell’urna. Dopo aver rinchiuso gli occhi nelle urne e dopo averli nascosti nei vasti deserti d’Occidente e nelle scoscese scogliere d’Oriente, Il Buddha disse ai suoi discepoli senza nome: “Dovete fare in modo che non si incontrino mai più. Questo è il vostro Karma”

Prefazione The 8th Night

Nei deserti tra l’India e il Pakistan nell’ottobre 2005, l’antropologo e professore Kim Joon-cheoi riesce a trovare un antica reliquia, in grado di confermare la leggenda Buddhista del Sutra del diamante, a cui l’uomo è interessato. Il ritrovamento però non dette la giusta fortuna all’uomo poiché i vari studiosi ritenettero questo oggetto un falso storico e dunque definirono Kim Joon-cheoi un truffatore.

Quindici anni dopo, durante una notte di Luna rossa, l’archeologo apre la reliquia e versa al suo interno del sangue. Da questo oggetto fuoriesce un Occhio Rosso, che inizierà così per otto notti il suo viaggio alla ricerca dell’Occhio Nero, protetto da un anziano Buddha e un giovane buddhista che ha fatto voto di silenzio. Però alla morte del mentore Hajeong, il giovane Chung-seok (Nam Da-reum) viene mandato dal monaco in città per rintracciare  Seonhwa, alias Park Jin-soo (Lee Sung-min), al fine di fermare l’avanzata dell’Occhio Rosso, che passerà su sette pietre (sette persone) prima di unirsi all’Occhio Nero. L’unica pietra conosciuta è la Sciamana Vergine e il monaco Seonhwa dovrà trovarla e ucciderla per non permettere al mostro di ritornare sulla terra.

The 8th Night (2)
Foto dal set di The 8th Night

Recensione di The 8th Night

The 8th Night si muove all’interno della mitologia religiosa buddhista dove un gruppo di monaci, qui Seonhwa e Chung-seok, divengono l’ultima barriera e arma di protezione per la salvezza della felicità del genere umano. La drammaturgia nel raccontare la loro storia si avvale di un respiro profondamente filosofico e riflessivo che intende andare a sviscerare alcuni concetti chiave del mondo spirituale buddista come il concetto di Karma, di eternità e di destino. Quest’ultimo diviene un elemento fondante della drammaturgia della narrazione andando a mostrare come le vite e le proprie azioni vadano a modificare il percorso evolutivo di un individuo dando vita a un interconnessione profonda tra le varie persone, voluta da un destino superiore e incomprensibile dove però tutti ottengono il loro ruolo fondante all’interno di questo magico e sconosciuto meccanismo.

Considerando proprio il senso di Karma e di Destino i due personaggi principali risultano essere il guardiano Park Jin-soo e il poliziotto Kim Ho-tae, che a causa di alcuni errori e scelte passate hanno forgiato un potente rapporto, nel bene e nel male, nei confronti di altri due giovani soggetti come Chung-seok, simbolo di ciò che Seonhwa ha perduto nella sua passata esistenza, e del giovane allievo poliziotto di Kim Ho-tae che si è avvierà dentro un viaggio terrificante proprio a causa delle scelte fatte in passato da Kim, l’uomo che gli ha salvato la vita. Tutti questi rapporti si macchiano del legame padre e figlio, dove il “vecchio” cerca, a suo modo, di prendersi cura del più giovane senza però riuscirsi pienamente ma avviandoli verso un destino che appare già scritto e forgiato per loro. Il tutto andrà a terminare in una lotta finale tra bene e male tutta da scoprire, dove tutti sembrano possedere un ruolo prestabilito.

The 8th Night (1)
The 8th Night

Se The 8th Night si avvale di personaggi interessanti, la struttura della pellicola non dona la giusta potenza a un racconto spiritico a sfondo horror, dove la reale tensione e paura non sgorga mai neppure nel finale, entro un conflitto tra bene e male interessante e ben costruito drammaturgicamente ma che non osa e non convince pienamente a causa di un assenza di originalità e di mancanza di sperimentazione. Proprio questa problematica strutturale è visibile nella prima parte filmica, quella di peggior fattura, dove gli eventi avvengono in maniera fin troppo repentina con un susseguirsi, senza apparente logica, di un numero ampio di personaggi che compaiono e svaniscono rapidamente dalla storia. Il problema però non sta tanto nella scrittura stessa degli eventi poiché l’intera pellicola ha un suo senso senza ricadere in buchi di trama ma i primi tre – cinque giorni (sulle 8 notti narrate) vengono mostrati nella prima mezz’ora della storia mentre agli ultimi viene lasciato gran parte del minutaggio filmico e questa scelta in fase di scrittura dona alla pellicola uno sbilanciamento ritmico dove la prima parte è nettamente impregnata da un maggior suspense difronte alla seconda che appare più filosofica e lenta, inoltre nella prima parte si hanno fin troppe nozioni e conosciamo fin troppi personaggi tanto che lo spettatore rischia di non comprendere la storia alle sue basi.

La pellicola pecca sopratutto nella costruzione del climax horror che è si presente ma non dona la giusta tensione tanto che la narrazione funziona bene esclusivamente nell’andare a mostrare l’umanità dei personaggi e i loro rapporti interiori anche con un pizzico d’ironia come quella presente nel genuino Chung-seok che all’interno del lungometraggio si avvia verso un percorso di crescita personale che lo andrà a cambiare profondamente immettendolo nel suo reale destino: proteggere il mondo. Ovviamente non si può che apprezzare la preziosa scenografia e fotografia che risiede nella pellicola che si avvale di un comporto tecnico invidiabile e reso ancora più potente da delle interpretazioni magistrali, nonostante una regia che non mantiene sempre il passo pur riuscendo a narrare con convinzione la vicenda.

Note positive

  • Fotografia
  • Prove attoriali
  • Scenografia

Note negative

  • Poco ritmo a causa di una sceneggiatura sbilanciata
  • Regia senza guizzo
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