Thunder Force (2021): L’intenzione di sovvertire un genere

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Trailer italiano di Thunder Force

Disponibile su Netflix dal 9 aprile, Thunder Force è diretto e sceneggiato da Ben Falcone, già autore di svariati lungometraggi con protagonista Melissa McCarthy. L’attrice statunitense (anche produttrice del film) interpreta Lydia Berman, dividendo il set con Octavia Spencer, Bobby Cannavale e Jason Bateman, coprotagonista, proprio insieme alla McCarthy, in Io sono tu (B. Falcone, 2013). Curato dal direttore della fotografia Barry Peterson (Una spia e mezzo, R. M. Thurber, 2016) e montato da Tia Nolan (Amici di letto, W. Gluck, 2011), Thunder Force è musicato da Fil Eisler, già conosciuto su Netflix per la sua collaborazione in 10 episodi della serie Outer Banks.

Trama di Thunder Force

Lydia Berman (Melissa McCarthy) ha sempre protetto fin dalla giovane età la debole ma incredibilmente perspicace Emily Stanton (Octavia Spencer). Entrambe vivono in una Chicago sotto il controllo dei Miscredenti, supercattivi con l’unico obiettivo di spaventare e derubare i cittadini di Windy City. Diversi anni dopo, Lydia rincontra Emily, che nel frattempo ha fondato una società per contrastare i Miscredenti. Qui, nonostante gli avvertimenti dell’amica, Lydia attiva una complicata procedura in grado di conferire superpoteri ad un essere umano. Il primo passo per costituire le Thunder Force è ormai compiuto, ma le due amiche sapranno controbattere al team di villains composto da Laser (Pom Klementieff), The Crab (Jason Bateman) e soprattutto The King (Bobby Cannavale)?

Recensione di Thunder Force

Dopo la serie L’estate in cui imparammo a volare (2021), lanciata a febbraio, Netflix propone una nuova interpretazione dell’amicizia che si può instaurare fra due donne. In questo caso si tratta di un film, le cui aspettative potevano già essere chiare all’uscita del trailer. Del resto, la scelta di Ben Falcone, regista fortemente collegato all’attrice Melissa McCarthy (che in Thunder Force interpreta Lydia Berman), afferisce principalmente a quel genere provocatorio che, nonostante svariate sequenze irriverenti, riesce a rimandare a un significato certamente più profondo. I personaggi della McCarthy e di Octavia Spencer, per esempio, stabiliscono un forte contrasto con i celebri supereroi che circolano, per esempio, nel Marvel Cinematic Universe. Certo, anche in Thunder Force ci sono superpoteri e supercattivi (in fondo non potrebbe essere altrimenti), tuttavia è indiscutibile quanto sia facile ridere di fronte a Melissa McCarthy che lancia un autobus mancando il bersaglio oppure vedendo un cassonetto dell’immondizia colpire Laser, la miscredente interpretata dall’attrice canadese Pom Klementieff (curiosamente Mantis in Guardiani della Galassia e Avengers). Delle scene che confermano le straordinarie capacità della McCarthy, precedentemente utilizzate da Ben Falcone in film come Io sono tu (Identity Thief, 2013), Corpi da reato (The Heat, 2013) e Tammy (2014).

Ripensando proprio a Corpi da reato, si nota come il regista riproponga in Thunder Force un’idea sviluppata in quel lungometraggio, componendo uno strana coppia (in quel caso Melissa McCarthy e Sandra Bullock) caratterizzata da una protagonista in grado di sovvertire ogni convinzione del genere. Relativamente a questo aspetto, la scelta di Octavia Spencer, pur comprensibile, conduce a realizzare un’opera che però si discosta da Corpi di reato per quella spontaneità che in Thunder Force non sempre perviene fino alla conclusione. Nonostante un apprezzabile cambio di ruolo, la Spencer, vincitrice dell’Oscar 2012 per l’eccellente The Help (T. Taylor, 2011), non riesce a controbilanciare in maniera adeguata l’istrionico personaggio della McCarthy (in questo caso meglio Jason Bateman), raffigurando la geniale Emily Stanton attraverso una recitazione fin troppo equilibrata.

Ciò non vuol dire che Ben Falcone (anche sceneggiatore) avrebbe dovuto scegliere una sparring partner più accostabile alla McCarthy, ma piuttosto definire Emily Stanton in un modo più congeniale alle qualità interpretative di Octavia Spencer. Che delle volte appare spaesata. Quasi fosse in balia delle gesta di Lydia Berman. Eppure, sebbene sia evidente qualche “contrasto” nel duo attoriale, Thunder Force resta il prodotto di un cineasta che ha realizzato anche Copia originale (Can You Ever Forgive Me?, 2018, 3 candidature all’Oscar 2019), ed è interessante come lo script riesca ad analizzare, attraverso un personalissimo stile, la società (e le criticità) in cui viviamo. La Chicago rappresentata nel film, per esempio, è popolata dai Miscredenti, supercattivi che, a causa dei loro attacchi, costringono le persone a spostarsi sempre in compagnia di una profonda paura. Questo aspetto, decisamente enfatizzato all’inizio del film, sottolinea però una notevole differenza rispetto al classico mondo Marvel o DC, poiché (paradossalmente) è presente una visione talmente pessimistica da idealizzare una città popolata da supercattivi ma priva di supereroi, sconvolgendo in questo modo il tipico format che ha contraddistinto le atmosfere di personaggi come, ad esempio, il popolare Spider-Man. Lo stesso The King (Bobby Cannavale) definisce qualcosa di assolutamente particolare, nascondendo dietro a un abile politico un miscredente con la semplice intenzione di raggirare i concittadini, tradendoli attraverso quel sistema (la politica) che invece dovrebbe tutelarli. Due aspetti che stabiliscono una profondità di certo apprezzabile, rendendo Thunder Force non solo un piacevole intrattenimento, ma anche un film capace di provocare un sistema (e una società) che, delle volte, può circondarci.

Note positive

  • L’idea di stravolgere il classico film sui supereroi
  • Alcune sequenze con protagonista Melissa McCarthy
  • I temi secondari nascosti nella sceneggiatura

Note negative

  • La sinergia, non particolarmente travolgente, tra Octavia Spencer e Melissa McCarthy
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