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Trigun Stampede
Titolo originale: Toraigan Sutanpīdo (トライガンスタンピード)
Anno: 2023
Paese di Produzione: Giappone
Genere: Western, Fantascienza
Produzione: Studio Orange
Distribuzione: Crunchyroll
Stagione: 1
Puntate: 12
Ideatore: Yasuhiro Nightow
Regia: Kenji Mutō
Sceneggiatura: Tatsurō Inamoto, Shin Okashima, Yoshihisa Ueda
Musica : Tatsuya Kato
Doppiatori Originali Principali: Yoshitsugu Matsuoka, Sakura Andou, Kenji Matsuda, Yoshimasa Hosoya, Tomoyo Kurosawa
Trigun Stampede è una serie anime tratta dai Manga “Trigun” e “Trigun Maximum” di Yasuhiro Nightow, pubblicata dal 1995 sulla rivista Monthly Shōnen Captain e in seguito al suo fallimento su Shōnen Gahōsha a partire dal 1997 fino al 2007. È stata trasmessa in Simulcast su Crunchyroll dal 7 Gennaio fino al 25 Marzo del 2023. Risulta essere il secondo adattamento dell’opera, infatti nel 1998 lo studio Madhouse aveva prodotto una serie di 26 episodi che però coprivano solo la prima parte della storia in quanto il manga era ancora in corso di svolgimento. Questa versione, grazie al passaggio su MTV nei primi anni 2000, all’interno della trasmissione “Anime Night”, risulta essere piuttosto famosa e considerata un “Cult” dai fan Anime di vecchia data. La nuova versione sarà all’altezza del predecessore?

Trama di Trigun Stampede
Su Noman’s Land, un pianeta arido e inospitale, il giornalista Roberto De Niro e la sua allieva Meryl Stryfe sono alla ricerca del famigerato Vash The Stampede, su cui pende una taglia di 6 milioni di doppi dollari. Nel procedere della loro indagine scopriranno che non si tratta di un comune fuorilegge ma di un alieno della razza Plant, la stessa che viene sfruttata dagli umani per sopravvivere in un posto così privo di risorse. Vash è una persona d’indole buona e docile che rifiuta la violenza ma si troverà suo malgrado ad affrontare il fratello Millions Knives che ha intenzione di sterminare la razza umana per poter salvare la propria stirpe. Lo scontrò sarà violento e ricco di momenti drammatici.

Recensione di Trigun Stampede
La prime divergenze che saltano all’occhio rispetto all’anime del 1998 è lo stile grafico e il cambio di atmosfera. Il nuovo adattamento è realizzato quasi totalmente in CGI a discapito dell’animazione classica, mentre i toni generali si rifanno più alla fantascienza cyberpunk rispetto allo stile western vagamente steampunk sia del manga che della versione precedente. Il dettaglio grafico è impressionante, le espressioni facciali e fondali non fanno rimpiangere la tecnica tradizionale, mentre le animazioni risultano essere ancora leggermente legnose ma comunque superiori alla media di prodotti simili. Se nella versione dello studio Madhouse la narrazione iniziava spensierata e solo nel progredire della trama scoprivamo i dettagli più drammatici, qui fin dall’inizio si respira un’atmosfera cupa e crepuscolare. Pur essendo a modo suo suggestiva, per colpa del numero esiguo di episodi in questa stagione non si percepisce lo stesso pathos dell’originale in quanto non viene dato abbastanza tempo per conoscere e affezionarsi ai personaggi, proprio a causa di un numero troppo esiguo di puntate.
La nuova ambientazione risulta affascinante dal punto di vista visivo, anzi alcune scelte registiche sono anche piuttosto visionarie, come ad esempio l’episodio sull’infanzia del reverendo Nicholas D. Wolfwood realizzato completamente in 2d e molto ispirato. Nonostante l’indiscusso carisma, la serie anime non propone nulla di nuovo nell’ambito fantascientifico, mentre l’originale era in grado di mischiare lo stile Western (già poco utilizzato nell’animazione giapponese) a trovate steampunk piuttosto originali, soprattutto negli armamenti. La croce di Nicholas contenente varie pistole oppure la mitragliatrice Gatling di Millie Thompson (grande assente di questa S1), in realtà contenente una rete, sono diventati iconici a distanza di anni.

In Conclusione
Trigun Stampede riesce a rivisitare un classico della serialità anime sia dal punto di vista tecnico che tematico, mantenendosi fedele all’originale pur aggiungendo novità stilistiche e narrative. Pur essendo la prima parte della storia, avendo a disposizione solo 12 episodi, molte vicende risultano affrettate, perdendo così mordente dal punto di vista del coinvolgimento emotivo, pur avendo fin dalle prime battute dei toni più adulti e cupi del materiale da cui è tratto. Risulta essere un’ottima variazione sul tema ma difficilmente riuscirà a spodestare l’originale, infatti pur l’interessante realizzazione tecnica i personaggi non riescono ad avere il carisma necessario per conquistare i fan di vecchia data o attirarne dei nuovi. La seconda e ultima stagione promette di distanziarsi ulteriormente dalle altre versioni, se sarà la scelta vincente o la disfatta della serie lo scopriremo con la visione della seconda parte.
Note positive
- Realizzazione in CGI superiore alla media
- Atmosfera crepuscolare dall’indiscusso fascino
- Rivisitazione coraggiosa ma coerente con l’originale
- Regia a tratti visionaria
Note negative
- Animazioni ancora piuttosto legnose
- La vicenda risulta essere troppo condensata in soli 12 episodi
- Il carisma che traspare dai personaggi risulta essere ridotto rispetto al materiale di partenza