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Tutankhamon. L’ultima mostra
Titolo originale: Tutankhamun: The Last Exhibition
Anno: 2022
Nazione: Italia, Stati Uniti d’America
Genere: documentario
Casa di produzione: Nexo Digital, Laboratoriorosso
Distribuzione: Nexo Digital
Durata: 1h 30m
Regia: Ernesto Pagano
Sceneggiatura:
Fotografia: Sandro Vannini
Montaggio: Gianluca Cristofari
Musiche: Marco Mirk
Attori: Manuel Agnelli, Zahi Hawass, John Norman, Andres Numhauser, Liam McNamara, Elizabeth Fleming, Tarek Osman, Gaia Servadio, Abdallah Ismail, Tarek El Awady, Jackie Hoff, Lea Hutton, Stefan Behnke
Fra il profondo silenzio, la pesante lastra si sollevò. La luce brillò nel sarcofago. Ci sfuggì dalle labbra un grido di meraviglia, tanto splendida era la vista che si presentò ai nostri occhi: l’;oro del giovane re fanciullo.
Howard Carter
Il documentario su Tutankhamon. L’ultima mostra, con la voce narrante di Manuel Agnelli, e per la regia di Ernesto Pagano (Vita di Marzouk, 2018; Napolislam, 2015), è distribuito al cinema come evento speciale dal 9 all’11 maggio 2022, per festeggiare i cento anni dalla scoperta della tomba del Faraone che ha rivoluzionato la storia dell’archeologia e il modo d’intendere in occidente la cultura egizia. Il nome del titolo si rifà alla decisione dello stato Egizio di non permettere più in futuro il trasferimento di queste opere d’arte a musei esteri.
Nel 2020 Il tour mondiale di Tutankhamon è stato interrotto a causa del Coronavirus. Gli oggetti del suo tesoro sono rientrati al Grand Egyptian Museum di Giza. Il governo egiziano ha deciso che il tesoro di Tutankhamon non viaggerà mai più.
Tutankhamon. L’ultima mostra
Trama di Tutankhamon. L’ultima mostra
26 Novembre 1922. Howard Carter, un archeologo ed egittologo britannico, fatto un piccolo foro nell’intonaco di un’antica parete dimenticata dal tempo, getta per la prima volta lo sguardo nella camera sepolcrale della tomba del faraone Tutankhamon. Una scoperta che passerà alla storia grazie ai suoi mille oggetti intatti contenuti nel tempo. Questo luogo è rimasto incontaminato nei secoli, nessuno prima di Carter aveva messo piede in quel luogo fin dal momento in cui la camera sepolcrale è stata chiusa.
“Vedete qualcosa?” – gli chiede Lord Carnarvon, archeologo dilettante e finanziatore della spedizione.
“Sì, vedo cose meravigliose” – risponde Carter.
Tutankhamon. L’ultima mostra
Il documentario ripercorrendo la storia di Carnarvon e Carter ci mostra il duro lavoro di archivio e di restaurato che molti uomini e donne devono compiere per permettere a una selezione degli oggetti di Tutankhamon, ben 150, di viaggiare in totale sicurezza per poter effettuare la più grande mostra internazionale mai dedicata al Golden Boy, una mostra itinerante che facendo per prima tappa a Los Angeles viaggiare per il mondo permettendo ai cittadini d’Europa e Asia di poter vedere con i propri occhi le bellezze che erano nascoste nella camera sepolcrale del giovane Tutankhamon, il faraone deceduto a soli diciannove anni.

Recensione di Tutankhamon. L’ultima mostra
Il documentario di Ernesto Pagano ci permette di scoprire un mondo sconosciuto che non è tanto quello egiziano e della sua cultura ma quello delle mostre d’arte, del dietro le quinte dall’organizzazione e dei lavori che permettono il restauro e il trasferimento in sicurezza dei reperti storici. Pagano decide di raccontare ciò, seguendo l’area restauro del nuovo Grand Egyptian Museum di Giza, museo non ancora aperto al pubblico all’uscita di questo documentario. Il cineasta riprende il duro lavoro per poter permettere l’organizzazione della tournée internazionale KING TUT. Treasures of the Golden Pharaoh, osservando a pochi centimetri di distanza gli oggetti del tesoro del faraone e i passaggi più impegnati del “backstage” della mostra, come lo spostamento della Statura del Guardiano del Re in legno e dorato, mai spostata da quando Carter l’aveva inviata da Luxor al Cairo alla fine degli anni ’20, o lo spostamento di un’enorme statua di pietra ritraente il volto del giovane faraone. In questi due spostamenti possiamo denotare l’attento e certosino lavoro degli addetti al lavoro che pongono attenzione a ogni minimo gesto per poter permettere il trasferimento in sicurezza di questi reperti storici imperdibili che ci parlano di un mondo ormai scomparso.
Tutankhamon. L’ultima mostra esamina esclusivamente tutte quelle fasi per la messa in sicurezza dei pezzi della collezione Tutankhamon, passando da un attento lavoro di osservazione, di archiviazione, di catalogazione e di restaurazione dei reperti, i quali per potere essere trasferiti devono essere in un perfetto stato di salute poiché anche una sola screpolatura potrebbe causare la rottura del pezzo durante il trasferimento via areo. Il film però non mostra solo questo spaccato di realtà ma, attraverso immagini originali d’archivio del Metropolitan Museum di New York e il Griffith Institute di Oxford riviviamo anche l’emozione della scoperta di Carter e l’eco successivo alla morte del Conte di Carnarvor, colui che ha sovvenzionato la spedizione egiziana, avvenuta pochi mesi dopo la scoperta di Tutankhamon a causa di una forte febbre, che dette il là per la nascita della maledizione di Tutankhamon, evento che ha dato il via al cinema horror (man non solo) riguardo al mondo egizio, come ad esempio La mummia dell’Universal Pictures.

In conclusione
La riuscita del documentario sta nella sua brevità e in un montaggio accattivante che sa comprendere dove andare a mettere i pezzi e quando passare dalla storia della mostra a quella di Tutankhamon a quella riguardo Carnarvor e Carter. Importanti per il lungometraggio sono anche le fotografia di altissima qualità di Sandro Vannini che lo stesso fotografia ha specificato, davanti alla telecamera, di essere “la persona che ha fotografato il tesoro di Tutankhamon più di tutti al mondo” e l’unico fotografo ad aver avuto accesso al tesoro prima ancora della partenza della tournée della mostra KING TUT. Treasures of the Golden Pharaoh; ciò che però non convince è la voce narrante del cantante degli Afterhours, Manuel Agnelli che non riesce a interpretare il suo ruolo tendendo anche a mangiarsi di tanto in tanto le parole, tanto che alcune battute da lui pronunciate sono poco comprensibili, probabilmente anche a causa di un montaggio sonoro non dei migliori.
Note positive
- La tematica del film
- Fotografia
- Montaggio
Note negative
- L’interpretazione di Manuel Agnelli