Velluto blu (1986): fuori e dentro il buio

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Trailer del film

Velluto blu è uno dei capolavori del cineasta americano visionario David Lynch, creato della serie Twin Peaks e di altre opere cinematografiche di spessore e valore come The Elephant Man, Cuore selvaggio e Mulholland drive. Nel cast della pellicola troviamo due icone del cinema come Kyle Maclachlan e Isabella Rossellini, la quale dichiarò che a causa delle sue scene di nudo all’interno del film,  Gian Luigi Rondi, l’allora direttore della Mostra del Cinema di Venezia, decide di escludere Velluto Blu dalla manifestazione, l’attrice in una conferenza disse:

Mi aspettavo dei dissensi” ha detto la Rossellini “ma non avrei mai pensato che quelle scene, indispensabili per il film diventassero oggetto di polemica. Quello che più mi piace di “Velluto blu” è che oltre a essere un giallo è un’ opera astratta e piena di emozioni, con le sue sensazioni di paura, mistero e perversione

Intervista de La repubblica

Trama del film

In un’apparente e tranquilla cittadina americana chiamata Lumberton, Jeffrey Beaumont, un giovane studente dal collegio di Oak Lake, scopre nei pressi della sua abitazione un orecchio umano. La curiosità, mista a una certa morbosità, lo conduce a indagare sul fatto, terminando all’interno di una complessa storia di soprossi e violenze che si svolgono nei luoghi nascosti della città, come un nightclub, dove fa la conoscenza della misteriosa cantante Dorothy Vallens (Isabella Rossellini), intenta a esibirsi con il brano Velluto Blu, la canzone prediletta dalla donna, la quale è tenuta sotto scacco da un violento affetto da problemi psichici. Il percorso del protagonista (interpretato da un giovane Kyle MacLachlan) si trasformerà in un viaggio al termine della notte, nel quale, aiutato dall’amata Sandy, risolverà l’intricato enigma consegnando alla cittadina una nuova serenità.

Alla ricerca impavida di fare luce sulla misteriosa provenienza dell’orecchio, si collega il rapporto del protagonista Jeffrey con le due donne coinvolte nella vicenda, Dorothy e Sandy: due lati diversi che formano la stessa idea di donna data come unione di ragione e sentimento in un unico corpo.

Recensione di Velluto Blu

La tematica si esprime con precisione in velluto blu: come espresso visivamente nella prima sequenza del film in cui il padre del protagonista è vittima di un infarto mentre innaffia i fiori del giardino di casa, per analogia la narrazione descrive l’orrore e il rimorso di una tranquilla cittadina statunitense. Sarebbe banale e semplicistico ricondurre il tema del film a quel filone di opere novecentesche che dalla letteratura (Il grande Gastsby, etc..) al cinema hanno svelato la falsa narrazione del sogno americano, poiché Velluto blu va oltre questa prassi, talvolta retorica, e lo fa con l’intento di abbandonarsi alle attrattive della polvere nascosta sotto lo zerbino della società intera. L’autore è sempre stato attratto alla descrizione poetica di contesti aberranti e violenti, questo film ne è la più chiara dimostrazione ed è sicuramente tra i risultati cinematografici maggiori del regista ancora in attività.

Per compiere il viaggio all’interno di un mondo violento e perverso che senza dubbio lo attrae, Lynch si affida ad attori di valore tra cui spiccano Dennis Hopper (maestoso nel ruolo del cattivo) e Isabella Rossellini. Hopper a quei tempi viveva un periodo di grave crisi professionale e privata, dettata dall’abuso di alcol, per questo quando Lynch chiese alla responsabile del cast di averlo subì diverse raccomandazioni tese a farlo desistere dal suo intento, ma in seguito a un’attenta opera di convincimento l’attore che in passato aveva realizzato film come Easy Rider accettò il ruolo facendolo subito proprio.

L’estetica del film è basata su uno stile che si rifà ai canoni del genere noir, non vi sono rivoluzioni formali oppure sperimentalismi tecnici, ma ciò non significa che la regia non sia di assoluto valore ed eleganza, talvolta arredata di un certo onirismo raggelante e affascinante, capace d’ipnotizzare lo spettatore destando in lui una certa curiosità morbosa. Lynch, come alcuni grandi registi della storia del cinema (Stanley Kubrick, giusto per fare un nome) parte da un genere, il noir, per poi trascenderlo e arrivare a una forma di racconto più complessa e fortemente autoriale. Rimangono impressi alcuni primi piani della Rossellini, nei quali la cinepresa si avvicina al suo viso descrivendo inquadrature che rimandano a un’estetica pop sottilmente perversa ed eccitante. La colonna sonora, splendida, è tra i massimi risultati dell’italiano Angelo Badalamenti e assume un ruolo cruciale all’interno della narrazione.

Adoro la logica dei sogni; mi piace appunto il modo in cui si svolgono. Raramente, però, ho preso spunto da essi. […] Nel caso di Velluto blu, però, mi trovavo in serie difficoltà con la sceneggiatura. L’avevo già riscritta quattro volte. Verso la fine incappavo sempre in alcuni problemi. Poi, un giorno, mi trovavo in un ufficio; dovevo entrare nello studio accanto per parlare con una persona. Chiesi un pezzo di carta alla segretaria, perché di colpo ricordai di aver fatto un sogno la notte prima. Eureka. Tre piccoli elementi di quel sogno risolvevano tutti i miei problemi. Ma è successo solo quella volta.

David Lynch

NOTE POSITIVE

  • Interpretazioni
  • Colonna sonora
  • Regia

NOTE NEGATIVE

  • /
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