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Frida Kahlo
Titolo originale: Frida Kahlo
Anno: 2020
Paese: Gran Bretagna
Genere: Documentario
Casa di produzione: Seventh Art Productions
Distribuzione: Adler Entertainment
Durata: 90 minuti
Regia: Ali Ray
Sceneggiatura: Phil Grabsky, Ali Ray
Fotografia: Joshua Csehak, Mario Gallegos
Montaggio: Clive Mattock
Musiche: Asa Bennett
Frida Kahlo è un film documentario distribuito da Adler Entertainment, diretto dalla regista Ali Ray, al suo primo lungometraggio. Ella ha lavorato principalmente nel settore della storia dell’arte, dirigendo e producendo pellicole come Great Artists e Biennale di Venezia. E’ anche scrittrice di saggi e specializzata nel settore dedicato ai viaggi e al cibo. Il film sarà presente nelle sale italiane dal 22 al 24 novembre 2021.
Trama di Frida Kahlo
Il documentario percorre, tramite le opere e i suoi numerosi autoritratti, la vita di Frida Kahlo, artista straordinaria diventata un’icona ancora fortemente presente nella nostra epoca contemporanea. Il film, grazie anche alla parola di esperti nel settore dell’arte che hanno conosciuto e studiato l’artista, racconta la sua storia percorsa da amore e sofferenza, narrando nei dettagli cosa si cela dietro la sua immagine così potente e fuori dagli schemi.
Non ho mai dipinto i sogni, ho dipinto la mia realtà.
Frida Kahlo
Recensione di Frida Kahlo
Durante la visione del documentario Frida Kahlo, emerge con forza e convinzione non solo la passione e la competenza della regista nel campo della storia dell’arte, ma l’intento principale nella realizzazione di questo film: rivelare la voce autentica di un’artista, la realtà della sua esistenza dietro il mito e l’icona che le è stata costruita addosso.
La narrazione segue cronologicamente la realizzazione delle sue opere, e tramite la descrizione di ogni dettaglio che le caratterizza, lo spettatore è in grado di entrare nella sua vita, nelle sue sofferenze, all’interno di una delle menti più interessanti che l’arte ci ha donato. La sua biografia è qui ben descritta, mettendo in risalto aspetti che della sua opera artistica sono stati ignorati.
Frida Kahlo, Self Portrait with Thorn Necklace and Humming bird, 1940, Photo © Bridgeman Images
Le sue opere sono, appunto, protagoniste del documentario; dipinti che non solo descrivono una storia, quella di Frida Kahlo, ma che percorrono le tappe della storia dell’arte in generale, nello specifico quella messicana. La storia che raccontano però rimane unica, poiché unica era e rimarrà per sempre l’artista che quelle opere le ha create. In questa narrazione, scandita dunque dalla descrizione meticolosa dei suoi dipinti, conosciamo la donna che Frida rappresentava; un animo ribelle e rivoluzionario, una donna attiva nell’arte e nella politica, coraggiosa nel sovvertire non solo i canoni della società, con la sua immagine così fuori dagli schemi, ma i dettami dell’arte. Per la prima volta un’artista femminile diventa cardine di un’epoca, e dipinge la figura della donna in un modo che mai prima si era osato adottare. Nelle sue opere e nelle storie che esse raccontano, la donna (che è poi praticamente sempre sé stessa) non è un oggetto sessuale funzionale alla pura visione della sua bellezza, ma è soggetto attivo della narrazione. Ella ritrae il suo corpo dilaniato dalla sofferenza: è estrema, radicale e talvolta dissacrante. Il suo corpo ritratto diviene espressione della sua arte, della sua identità e indipendenza. Espressione di un’arte che cambia continuamente e in modo drastico, che ha fatto di lei l’artista eclettica e interessante che nella pellicola viene descritta.
The Broken Column, 1944, Frida Kahlo, Museo Dolores Olmedo Patino, Photo
© Bridgeman Images
La narrazione è arricchita, inoltre, dalla lettura delle lettere che Frida scrisse nella sua vita. E’ interessante per lo spettatore ascoltare le parole autentiche dell’artista, entrando così letteralmente nella sua mente, e non solo nella sua arte.
Il documentario fa emergere l’aspetto drammaticamente romantico della sua storia. L’amore per Diego Riviera, con cui ebbe un matrimonio burrascoso, ma, soprattutto, l’amore che la legava all’arte. Dipinse per tutta la sua esistenza, nonostante la depressione, la malattia e la sofferenza dilaniante: dipingere fu ciò che l’aiutò a vivere, a metabolizzare il dolore che tramite il suo corpo ritratto risalta con violenza. Ma nella descrizione della sua esperienza, che lei arricchisce con elementi magici e surreali, tanto da essere stata associata spesso al Surrealismo (lei negò di appartenere a quel movimento come a nessun altro, mettendo in chiaro la sua indipendenza artistica) non manca, nonostante tutto, la speranza e il desiderio di vita.
The Two Fridas, 1939, Frida Kahlo, Museo de Arte Moderno, Photo ©
Bridgeman Images
Frida Kahlo è il racconto definitivo di un’artista davvero unica, che ha anticipato i tempi nella rappresentazione emancipata del corpo femminile, della disabilità, del mondo queer (ciò è evidente in quadri come Autoritratto con i capelli tagliati). Una donna che si è imposta in un mondo dominato dagli uomini, emergendo in tutta la sua bellezza rivoluzionaria.
Note positive
- Descrizione accurata delle opere e del processo artistico
- Sceneggiatura ben scritta e ricca di dettagli della vita dell’artista
Note negative