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Abang Adik
Titolo originale: Abang Adik
Anno:2023
Nazione: Malesia
Genere:Drammatico
Casa di produzione:Lee Sin-je, Nicole Teoh, Trini Lam
Durata:115′
Regia: Jin Ong
Sceneggiatura:Jin Ong
Fotografia:Kartik Vijay
Musiche:Ryota Katayama, Wen Hung
Attori: Kan Ren-wu, Jack Tan, Serene Lim
Trailer di Abang Adik
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
Ong ha fondato la Moore Entertainment Co., Ltd. ed è un veterano dell’industria musicale e dell’intrattenimento. Ha più di 20 anni di esperienza nell’industria discografica e nella gestione di artisti ed è un rinomato produttore cinematografico e televisivo malaysiano. La sua filmografia come produttore comprende The Gathering (2014), Shuttle Life (2017), The Paradise (2019), In My Heart (2019) e Miss Andy (2020). Shuttle Life è stato il primo progetto malaysiano a vincere il gran premio al Taipei Golden Horse Film Project Promotion. Abang Adik è il suo debutto alla regia, e ha vinto il MirrorFiction Story Award e l’FPP Visionary Award al Golden Horse FPP, e recentemente ha anche vinto l’Ecumenical Jury Award e il Audience Award al 37° Fribourg International Film Festival. In Italia il film è stato mostrato in anteprima nazionale al Fear East Film Festival 2023.
Trama di Abang Adik
I sobborghi di Kuala Lumpur sono microcosmi popolosi, ricchi di colori e storie spesso dure e tragiche ma con un soffio vitale di speranza. Questa è una di quelle storie. Abang è un ragazzo muto senza documenti d’identità che gli diano la possibilità di un lavoro legale. Accetta il suo destino a differenza del fratello minore Adi che ha un aggressivo desiderio di riscatto. Un incidente sconvolge l’equilibrio del loro rapporto.

Recensione di Abang Adik
ll film Abang Adik (vincitore della 25° Edizione del “Far Est Film” del premio Gelso d’Oro e Gelso Bianco, come opera prima) è diretto dal malese Jing Ong (anche produttore cinematografico e musicale) al suo esordio come regista.
Personaggi e ambiente.
I due fratelli Abang (Kang Ren-wu) il maggiore sordomuto e Adik (Jack Tan) il fratellino acquisito, vivono nei bassifondi di Kuala Lumpur, metropoli decadente e infernale, paradigma di contrapposizione tra l’alto con strade sopraelevate modernissime che attraversano le viscere dei grattacieli e il basso, intricato labirinto di stradine sudice nella cittadella-mercato rionale: qua si consumano giorno dopo giorno le vite miserande dei due protagonisti che non possono riscattarsi perché invisibili (non hanno carta di identità)perché immigrati, illegali, reietti tra reietti. Se Abang è un lavoratore instancabile, Adik si rifiuta di lavorare, onestamente, non vuol sottostare al carcere quotidiano della fatica, della paura e della sottomissione: sogna di fuggire, lontano. Un destino che pare immutabile fino alla comparsa di Jia En (Serene Lim) un assistente sociale che vuole aiutare Adik a ritrovare la propria famiglia e che realmente potrebbe restituire l’identità sociale a chi ne è stato deprivato. Un fatale colpo di scena, stravolgerà la vita dei due personaggi.

Ambientazioni e atmosfere
L’ambientazione claustrofobica dell’antico mercato (ricostruzione capillare di uno sfruttamento proletario, in stile orientale) è impreziosita da un’ottima fotografia (Kartik Vijay) e da movimenti di macchina ben orchestrati sia nelle zone labirintiche (si pensi agli stretti campi lunghi che riprendono i protagonisti mentre fuggono tra i vicoli) sia negli interni, con l’inquadratura del giaciglio dove dormono i due fratelli, che ritorna ossessivamente “lasciando solo” uno dei due. Il personaggio tenero e commovente di Money, transgender vicina di casa, rende ancora più melò la drammatica narrazione di un universo di ultimi e diseredati, colta nell’attimo della sua disperata rassegnazione.
In conclusione
Un film commovente e coinvolgente, capace di trascinare lo spettatore in un clima di frenesia e turbamento, a testimonianza di come il cinema malese sia di buon talento.
Note positive
- Regia
- Fotografia
Note negative
- Non sempre fluido il racconto