Bono & The Edge: A Sort of Homecoming, with Dave Letterman (2023): un canto per Dublino

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Locandina di Bono & The Edge A Sort of Homecoming, with Dave Letterman

Bono & The Edge A SORT OF HOMECOMING con David Letterman

Titolo originale: Bono & The Edge A SORT OF HOMECOMING con David Letterman

Anno: 2023

Nazione: Stati Uniti d’America

Genere: documentario

Casa di produzione: Imagine Documentaries, Tremolo Productions, Dave Letterman’s Worldwide Pants

Distribuzione italiana: Disney Plus

Durata: 1h 24min

Regia: Morgan Neville

Sceneggiatura:

Fotografia: Nicola Marsh, Graham Willoughby

Montaggio: Mark Harrison, Alan Lowe, Oscar Vazquez, Jason Zeldes

Musiche: U2

Attori: Dave Letterman, Anton Corbijn, Fintan O’Toole, Glen Hansard, Jimmy Iovine, Panti Bliss

Trailer italiano di Bono & The Edge A SORT OF HOMECOMING con David Letterman

Distribuito a livello globale su Disney Plus dal 17 marzo 2023, il docufilm Bono & The Edge A SORT OF HOMECOMING con David Letterman, viene mostrato al grande pubblico cinematografico la sera del 17/03/2023, durante l’Ireland Film Festival all’Anteo Palazzo del Cinema di Milano in occasione della seconda edizione dell’Ireland Week, un evento diffuso che rende omaggio alla cultura, alle tradizioni, alla storia e alla gastronomia irlandese, che si terrà dal 12 al 19 marzo nel capoluogo lombardo. Nello stesso giorno verrà rilasciato l’attesissimo album degli U2 “Songs Of Surrender”, una raccolta di quaranta canzoni da loro composte che hanno ri-registrato, compiendo un percorso di reimmaginazione, profonda, dei pezzi musicali.

Realizzato dalla Imagine Documentaries di Brian Grazer e Ron Howard, dalla Tremolo Productions di Neville e dalla Worldwide Pants di Dave Letterman, per la regia del premio Oscar® Morgan Nevill, Bono & The Edge A SORT OF HOMECOMING con David Letterman è in parte un film – concerto, in parte un ’ avventura di viaggio con una gran de partecipazione di Bono e The Edge unita al l ’ umorismo di Dave.

Trama di Bono & The Edge A SORT OF HOMECOMING con David Letterman

Letterman, che ha accettato l’ invito dei due membri della band degli U2 a raggiungerli a Dublino per la sua prima visita in Irlanda. L’ex presentatore ha un legame con la band che dura da venticinque anni, ma in precedenza aveva frequentato Bono e The Edge solo negli Stati Uniti. Oltre a essere l’ospite d’onore di un concerto intimo in un luogo iconico, l’ex edificio dell’Ambassador Cinema in cima a O’Connell Street, nel Northside di Dublino, Dave si imbarca nella sua esplorazione della città. Visita il leggendario punto di balneazione Forty Foot in una gelida mattina e prende il treno pendolare DART verso nord da Co. Wicklow. Letterman inoltre ispira una nuova canzone degli U2 scritta da The Edge e Bono ed evita per un pelo di doversi esibire in un canto al leggendario pub McDaid’s di Grafton Street con un gruppo altrettanto leggendario di artisti e musicisti, tra cui Bono, The Edge, Glen Hansard, Markéta Irglová, Imelda May, Loah, Saint Sister, Grian Chatten dei Fontaines D.C. e Dermot Kennedy, la cui voce Bono descrive come un “boom sonico”

Dave Letterman in Bono & The Edge A Sort of Homecoming, with Dave Letterman
Dave Letterman in Bono & The Edge A Sort of Homecoming, with Dave Letterman

Recensione di Bono & The Edge A SORT OF HOMECOMING con David Letterman

Il premio oscar Morgan Nevill non si concentra essenzialmente su uno sguardo prettamente musicale incentrato sulla storia musicale degli U2, che evita di raccontare, ma intende analizzare lo stretto rapporto di dare e avere che la città di Dublino e l’Irlanda, in genera, hanno con la band degli U2, un gruppo conosciuto per la sua musica rock religiosa che ha conquistato il mondo musicale e l’America. Per esaminare questo legame, scegli di mostrarci la città, i suoi vicoli e i suoi luoghi iconici, come il famoso Forty Foot, ma non con gli occhi di Bono e di The Edge, di due uomini che conoscono come le loro tasche la capitale, ma con lo sguardo sognante e incantato di Dave Letterman, di colui che mette per la prima volta piede su suolo Irlandese, rimanendo avvolto dall’atmosfera progressista presente in quel tipo di società. Noi seguiamo l’ex presentatore, ormai settantacinquenne con barba incolta, che passeggia per le strade di Dublino e nei suoi negozi intraprendendo delle chiacchierate con gli abitanti del luogo, chiacchierate fondamentali per comprendere l’essenza del luogo e denotare come l’Islanda ci sia radicalmente modificata e aperta a uno sguardo d’amore e d’uguaglianza, abbandonano quella lotta religiosa e quella cultura tradizionalista che ha costituito l’essenza della nazione per lunghi anni.

D. Letterman: L’Irlanda era tra i Paesi più repressivi nei confronti dell’omosessualità, ma possiamo dire che oggi è l’esatto contrario?

Panti Bliss: Si. Questo era un Paese che soffocava qualsiasi accenno di sessualità. Dublino negli anni ’80 era questo posto grigio e aggressivamente normale. L’omosessualità era qualcosa di sconosciuto. Ascolare i dischi degli U2 da liceale negli anni ’80 ti smascherava subito. […] Io infamavo ingiustamente gli U2 perché, per me, in quel periodo, rappresentavano una parte integrante di quella cultura rock etero che pensavo respingesse gente come me. Quindi presi un volo per il Giappone per viverci, lavorare e fare questo. E mentre vivevo lì, gli U2 vennero a esibirsi. E comincia a capire che quelli non erano gli stessi U2 che avevo così ingiustamente infamato. Quello che vidi sul palco a Tokyo era molto più progressista, sexy e divertente.

Gli U2, che in questo documentario conosciamo attraverso il duo Bono e The Edge, nascono e si formano in un periodo storico alquanto cruciale e particolare per la storia islandese, come la guerra civile che infuriò nell’Irlanda del nord per molti anni, dal 1969 al 1990, che ci viene narrata attraverso alcuni video d’archivio interessanti. Questo conflitto sfociò in numerosi attentati terroristici mortali sia a Dublino sia a Monaghan, e i giovani U2 devono fare i conti con una società e una nazione spezzata, che vedeva la comunità cattolica nazionalista scontrarsi con i protestanti dell’Ulster che prediligevano un rafforzamento politico tra i britannici e gli irlandesi. Questo conflitto e questa disputa religiosa segna profondamente la giovane band, che possiede dai suoi inizi una marcata componente religiosa che influenza la loro musica. Gli U2 riescono a parlare della loro generazione e di quel periodo attraverso le loro composizioni musicali rock aggressive, con testi che attingevano a quella società spaccata dalla guerra. Non a caso nel 1983 rilasciarono il loro album War in cui è evidente, per la prima volta, un loro impegno politico e sociale. Tra le tracce spicca Sunday Bloody Sunday, basata su un fatto di cronaca nera avvenuta a Derry, il 30 gennaio 1972, dove le forze britanniche uccisero ben 13 civili. Il docufilm vuole dimostrare un legame tra storia di Dublino e la musica degli U2, asserendo che proprio le canzoni della band sono riusciti da fare da ponte tra la generazione del 1980 a quello di oggi, risultando un elemento culturale fondamentale per il paese.

Morgan Nevill intende anche parlarci del progetto “Songs Of Surrender” attraverso il concerto gratuito che Bono e The Edge realizzano al pubblico, dove cantano per la prima volta le loro canzoni modificate, sia musicalmente che testualmente. Questa parte però è la nota dolente dell’intero lungometraggio perché si doveva e si poteva andare più in profondità, riprende maggiormente le prove e il lavoro creativo del duo nel riarrangiare i componimenti musicali, ma non vediamo altro che alcuni estratti del concerto, come se questa parte fosse un elemento extra film che poteva benissimo essere sostituita con video d’archivio.

Fotogramma di Bono & The Edge A Sort of Homecoming, with Dave Letterman
Fotogramma di Bono & The Edge A Sort of Homecoming, with Dave Letterman

In conclusione

Un lungometraggio interessante e che va visto se siete dei fan degli U2, se non lo siete ma volete scoprire questo documentario vi consiglio prima d’informarvi un attimo sia sugli eventi storici di Dublino sia sulla carriera e suoi pezzi della band rock, perché il film non compie un racconto dettagliato della carriera del gruppo rendendo a tratti difficile seguire gli sviluppi drammaturgichi.

Note positive

  • La fotografia
  • Scelte d’archivio

Note negative

  • Si poteva mostrare di più il lavoro dietro alle quinte dell’evento musicale degli U2
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