Brood – La covata malefica (1979). Una natura maligna

Recensione, trama e cast di Brood - La covata malefica (1979), il film horror di David Cronenberg con un maniacale Oliver Reed

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Immagine del film al momento non disponibile per motivi di copyright - L'occhio del cineasta
Immagine del film al momento non disponibile per motivi di copyright – L’occhio del cineasta

Trailer di “Brood – La covata malefica”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Brood – La covata malefica si annovera tra i primi prodotti di popolarità e qualità di David Cronenberg, il quale realizza il film dopo l’esperienza del divorzio dalla prima moglie. Il film tratta infatti il tema delle turbe familiari, mettendo in mezzo una tematica horror che contraddistingue la filmografia del regista canadese. Nel cast troviamo Oliver Reed nei panni del dottor Hal Raglan (Il Gladiatore), Samantha Eggar come Nola Carveth, la moglie del protagonista vittima degli esperimenti del dottor Raglan (The Phantom) e Art Hindle come Frank Carveth (Terrore dallo spazio profondo). David Cronenberg, oltre alla regia, ha curato anche la sceneggiatura. La fotografia è affidata a Mark Irwin, il quale ha lavorato con Cronenberg anche in La mosca, Scanners e Videodrome. La colonna sonora ricopre un ruolo fondamentale per la tensione e l’inquietudine del film, la quale è curata dal compositore Howard Shore, anche lui ha poi lavorato con Cronenberg in La promessa dell’assassino, Crash e Crimes of the Future.

Il film è stato girato in Canada, nella zona di Toronto. Ha avuto una prima distribuzione in Canada e negli Stati Uniti nel 1979, per poi approdare in altri paesi come l’Italia e il Regno Unito l’anno seguente.

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Trama di “Brood – La covata malefica”

Nola si sottopone ad alcuni trattamenti fisici per una cura non convenzionale presso lo studio del dottor Hal Raglan, un trattamento chiamato psicoplasmia che muta l’aspetto fisico dei pazienti. Il marito di Nola, Frank, decide di investigare sulla faccenda nel tentativo di interrompere i metodi del dottor Raglan. Nel frattempo, alcune persone rimangono vittime di creature malefiche che attaccano senza pietà.

Recensione di “Brood – La covata malefica”

Negli anni Settanta, nella categoria del cinema horror, c’era un regista tra i più affermati e emulati che ancora adesso viene preso di ispirazione: Dario Argento. In Brood – La covata malefica non si può non notare come questa ispirazione fuoriesca, pensando per esempio a Profondo Rosso oppure a 4 mosche di velluto grigio. David Cronenberg non si occupa di copiare in toto, ma di riprendere degli stilemi cari al regista italiano che lo hanno portato al successo di critica e pubblico. Brood – La covata malefica è tra i primi titoli popolari del regista canadese, giocando sulla paura visiva ma soprattutto su quella invisibile. È uno di quei film che non prova a spaventarti forzatamente e con mezzi scadenti, ma con un crescendo che dura per tutto il film e tiene lo spettatore attaccato allo schermo. L’inizio è semplice da intuire, dove una donna viene presa in cura presso una clinica specializzata e viene sottoposta a esperimenti di dubbia moralità da parte del dottor Raglan. Il marito della paziente, Frank Carveth, vuole investigare sulla questione interrogando persone già in cura dal dottore e cercando indizi. Oltre a questo, alcuni abitanti della città vengono uccisi da esseri spaventosi che assomigliano a bambini. Questo è un dettaglio peculiare del film, perché il terrore viene espresso sotto forma di individui innocui, i quali invece agiscono in maniera violenta e apparentemente ingiustificata. Tutte le vittime, infatti, non oppongono resistenza in un primo momento, perché non li vedono come una potenziale minaccia. È un oggetto di inquietudine che l’umano fa fatica a elaborare, nel senso che non ci si aspetta nulla di anormale. L’inquietudine nasce nel momento in cui qualcosa di normale si trasforma in qualcosa di diverso, di strano. Qualcosa che l’uomo non può comprendere. Il parallelismo con Dario Argento è appropriato nel momento in cui vediamo gli omicidi: proprio come in Profondo Rosso, sono scene terrificanti che colpiscono per l’evento in sé, ma anche per la messinscena filmica. La musica qui è un grande fattore, premendo sullo stato d’ansia dello spettatore che sa che qualcosa di tremendo sta per accadere, perciò il suono fortifica lo stato di inquietudine dello spettatore.

Cronenberg lavorò al film durante un periodo difficile della sua vita privata, visto che stava divorziando dalla prima moglie. Questo evento ha fatto sì che il film fosse influenzato dalla situazione, fornendo spunti sulle relazioni interpersonali inserendo elementi di sconforto. La madre, ovvero Nola, è il simbolo della vita che nasce, ma anche del dispotismo volendo controllare la prole senza la condivisione del marito. Sono dinamiche che si creano all’interno dell’ambito familiare, soprattutto in quei contesti più complessi e tossici. Anche se in Brood – La covata malefica la figura della moglie non è totalmente tirannica, essendo vittima degli esperimenti del dottor Raglan. È una figura sfruttata come donatrice di vita e l’unico modo per far nascere qualcosa di innovativo e al tempo stesso tremendo. Genitrice ma anche vittima.

In conclusione

Brood – La covata malefica si annovera tra i primi lavori di maggior riuscita di David Cronenberg, andando ad approfondire sull’inquietudine e il terrore. La forza sta nel prendere situazioni apparentemente semplici e comuni e renderle motivo di sconforto. Cronenberg prende spunto dai film del regista Dario Argento senza emulare completamente, ma omaggiando un grande autore. Ottima la colonna sonora e una regia sublime che rendono il film molto godibile.

Note positive

  • Regia
  • Elementi inquietanti ben idealizzati
  • Colonna sonora
  • Cast
  • Atmosfera

Note negative

  • /

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Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Colonna sonora e sonoro
Interpretazioni
Emozione
SUMMARY
4.3
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Tommaso Lesti
Tommaso Lesti

Laureato in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale. Appassionato della settima arte e di serie TV, non disdegno qualsiasi genere esistente. Quindi, se avete raccomandazioni, fatevi pure avanti.