Come in cielo, così in terra | Trieste Science + Fiction Festival

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Come in cielo, così in terra

Titolo originale: Come in cielo, così in terra

Anno: 2020

Paese: Italia

Genere: Thriller, Fantastico

Produzione: La stanza dei mostri, Onda Videoproduzioni, Norne Studios, Deep Blue Art Center , Baburka Production Factory

Durata: 93 minuti

Regia: Francesco Erba

Sceneggiatura: Francesco Erba

Animazione: Francesco Erba, Erika Russo

Attori: : Paolo Ricci, Carlotta Rondana, Sara Paduano, Federico Cesari,Margherita Mannino,Ferdinando Spiniello, Ania Rizzi Bogdan, Katia Nani

Come in cielo così in terra , Trailer, Ita

Trama di Come in cielo, così in terra

Tre storie su tre diverse linee temporali si susseguono:

1275 d.C. una giovane ragazza viene imprigionata nelle segrete di un’abbazia dove un alchimista la usa per strani esperimenti.

2011 Una coppia di ragazzi scompare nei boschi, mentre una giovane donna vestita di stracci fa la sua comparsa dal nulla.

2020 Un ispettore di Polizia a cui era stato affidato il caso dei ragazzi scomparsi, lascia un video testamento poiché alla luce delle sue ultime scoperte, teme per la propria incolumità.

Recensione di Come in cielo, così in terra

L’unico lungometraggio nella sezione Spazio-Italia, presentato al Trieste Science + Fiction Festival è stato Come in cielo così in terra, fantasy thriller scritto e diretto da Francesco Erba, mostrato su MyMovies il 2 Novembre alle 18. Il regista narra tre storie che si intervallano in tre periodi temporali differenti : 1275, 2011 e 2020, le quali poi andranno a congiungersi nel finale, che proverà a chiudere il cerchio cronologico aperto. Ed è proprio su questo cerchio che si basa la tensione e la potenza del film. Il regista ci mostra in ordine:

  • Una storia medioevale animata, girata in puppet-animation, tecnica in disuso con l’avvento della Cgi ( usata precedentemente per i mostri nei b-movies), raccontando di un frate, il quale è testimone degli esperimenti subiti da una fanciulla per mano di un alchimista
  • Una storia contemporanea (2011) di due fidanzati, che vengono l’una rapita, l’altro ucciso anni dopo nella medesima abbazia, e infine si arriva all’oggi con un intervistatore che ascolta le testimonianze dei poliziotti coinvolti nell’indagine sulla coppia scomparsa.

Come in cielo, così in terra è sicuramente un film ambizioso sia per le scelte artistiche, come l’utilizzo nel mediometraggio d’animazione di una tecnica così in disuso, sia per la trama coraggiosa per un film d’esordio. Due fattori entrambi assolutamente positivi, che mostrano come anche in una pellicola ultra indipendente (come specificato dal regista nell’intervista ad ingegneriacinema.com) si possa e si debba ancora più sperimentare, poiché meno vincolati da una produzione stringente, cosa che mi aspettavo di vedere anche da Benny Loves You di Karl Holt, il quale al contrario si è fatto soggiogare da un mainstream forzato e poco creativo. Francesco Erba inoltre porta un’opera sui generis, che prova a disorientare lo spettatore, immergendolo in un mix di emozioni che vanno dall’animazione, all’horror, al thriller, al fantasy sino al documentaristico……

Nonostante però le lodi che è giusto tessere nei confronti del cineasta i difetti non mancano e sono proprio nel cerchio cronologico che viene aperto bene ma chiuso con troppe forzature narrative sia nella favola animata (sulla quale forse ci si potrebbe passare un po’ più sopra), sia nel live action su cui francamente si poteva fare di meglio nell’unione delle tre storie durante il congiungimento finale degli avvenimenti, forse troppo intrecciati da Erba, il quale poi mostra evidenti difficoltà nello scioglierli, ripiegandosi troppo nel sentimento, che sia nel finale che in alcuni passaggi intermedi vanno a scavalcare la chiarezza narrativa, necessaria in ogni pellicola a meno che non si voglia giocar d’immagine (David Lynch o Dario Argento), ma non mi sembra questo il caso.

Per concludere reputo dunque Come in cielo, così in terra un film pretenzioso, come giusto che sia per una prima esperienza dietro la macchina da presa, il cui regista spero però che in un futuro, magari con un budget più ampio e con una maggior distribuzione, possa migliorare sempre più la propria tecnica e riuscire a non lasciare le proprie storie cadere in un precipizio sentimentale, salvandole con la costruzione di un ponte, costituito da chiarezza narrativa o da anarchia visiva.

Anarchia Visiva: [ storytelling basato sull’uso di immagini evocative, dalla cui analisi poi si può arrivare a dedurre i significati dell’opera ( usato molto nel cinema onirico-surrealista)].

Note positive

  • Progetto Coraggioso e interessante
  • Scelte artistiche coraggiose e funzionali.
  • Mix di generi ben dosato
  • Ricerca di una propria autorialità
  • Buon uso del poco budget a disposizione

Note negative

  • Parziale mancanza di chiarezza narrativa
  • Incapacità nello sciogliere l’intreccio creato
  • Storytelling troppo legato al sentimento
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