26 Ottobre 2023 – Un applauso fragoroso ha accolto il debutto di Patricia Arquette alla regia, durante la conferenza stampa di presentazione del film Gonzo Girl, tenutasi in occasione della Festa del Cinema di Roma 2023. L’acclamata attrice, celebre per le sue interpretazioni indimenticabili e premiata con l’Oscar nel 2015 per Boyhood di Richard Linklater, ha svelato al pubblico i retroscena dietro al suo primo esordio, presentato nella sezione Grand Public. Gonzo Girl, tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Cheryl Della Pietra, narra la straordinaria avventura dell’autrice come assistente di Hunter S. Thompson, l’indomito pioniere del “gonzo journalism“. Questo stile unico, branca estrema del Nuovo Giornalismo, ha fatto la storia dell’informazione e ha ispirato un’intera generazione di scrittori. Nel corso della conferenza stampa, Patricia Arquette ha condiviso con i presenti la genesi del film, svelando le sue emozioni nell’essere al timone della pellicola. La sua visione appassionata ha catturato l’attenzione di tutti i presenti, insieme a lei anche Willem Dafoe, Camila Morrone, Zoë Bleu Sidel e il produttore statunitense Tom Heller.
Conferenza stampa di Gonzo Girl
Durante la conferenza stampa, che è seguita alla proiezione del suo film d’esordio, Patricia Arquette ha raccontato come è nato il film e le tematiche alla base del progetto.
Tom, il nostro produttore, è venuto da me portandomi tutto il materiale e mi è sembrato subito molto interessante. Mi è sempre piaciuto Hunter S. Thompson, soprattutto la sua scrittura, mi ha sempre ispirata a vivere una vita più selvaggia e libera. Il film è tratto dal romanzo anche se in sceneggiatura ho cambiato delle cose: non volevo creare una caricatura ma volevo andare più in profondità. Mi interessavano molto alcuni aspetti degli anni 90: le celebrità, la bellezza, la co-dipendenza, il blocco dello scrittore, la figura di un’assistente, imparare la propria arte da qualcun altro e anche il rapporto di tra due persone che sono nate in periodi diversi ma che stanno entrambi crescendo. Mi interessava anche sperimentare con gli effetti speciali, soprattutto con la rappresentazione delle droghe e gli acidi.
Come ha capito che era il momento giusto per esordire alla regia?
A volte fa bene terrorizzare se stessi. Penso che la vita abbia a che fare con la crescita, ed è stata un’esperienza che mi ha reso molto umile. Nonostante sono nell’industria da molto tempo tempo, non ho mai pensato a tutti questi aspetti. Fare la regia mi ha sempre interessato ma non sono stata coinvolta anche se mi è sempre piaciuto di più recitare. La parte che mi interessava di più era ricreare degli aspetti reali dei rapporti di co-dipendenza. Volevo inoltre dare spazio agli attori per esplorare questi meccanismi e viverli.
Patricia Arquette
Willem Dafoe che nel film veste i panni dell’eccentrico scrittore, ha parlato delle opportunità nell’interpretare un ruolo così forte.
Quello che mi ha attirato maggiormente del mio personaggio non è solo il mondo in cui viveva, ma il rapporto con le varie donne della sua vita e il fatto che è un artista bloccato. Si certo è famoso, ma non sa come andare avanti. Come dice Patricia non volevamo realizzare una caricatura, non è un film che riguarda interamente Thompson ma è il viaggio di questa ragazza, interpretata da Camila Morrone e del rapporto tra di loro. Se avessimo fatto un’imitazione avremmo dovuto fare un resoconto su di lui: avevamo bisogno di allontanarci per avvicinarsi al suo spirito.
Camilla Morrone e Zoë Bleu Sidel, come è stato il vostro approccio con il romanzo e com’è stata l’esperienza sul set?
Non ho incontrato Patricia e Willem fino ai rehearsal e cinque giorni dopo abbiamo iniziato le riprese. Per motivi di budget è stato tutto molto intenso, veloce e questo aspetto mi ha sicuramente aiutata con il mio personaggio. Alley in effetti entra in questo mondo senza essere veramente pronta, è consapevole che deve buttarsi in questa avventura, per questo il tempo limitato ha sicuramente aiutato a creare l’energia giusta. Come esperienza da giovane attrice devo dire che è raro ritrovarsi insieme a tali professionisti dell’industria, quello che ho fatto è stato osservare e assorbire ogni cosa, imparando molte cose attraverso questi grandi del cinema.
Camila Morrone
Incontrare Camila e creare questo rapporto di amicizia attraverso i nostri personaggi è stato davvero naturale. Stare sul set e osservare queste leggende lavorare insieme e Patricia trasformarsi da attrice a regista è stato davvero speciale. Ho avuto inoltre il privilegio di occuparmi dei costumi, molto può essere detto di un personaggio a seconda di come è vestito. I colori e le texture raccontano molto della psicologia di un personaggio. Come attrice è stato davvero utile utilizzare lo stile come mezzo per rappresentare il mood del film.
Zoë Bleu Sidel
Cosa ti ha spinto a realizzare questo film e perché hai pensato a Patricia Arquette come regista?
E’ iniziato tutto otto anni fa mentre camminavo per una libreria di New York e ho visto sullo scaffale Gonzo Girl. Da quel momento è passato molto tempo ed è stato un lungo viaggio, ma appena ho incontrato Patricia sapevo che era la regista giusta. Ha mostrato fin da subito di avere una visione contribuita anche dalla sua esperienza come attrice con grandissimi registi come Scorsese e Lynch. Tutto questo è chiaramente visibile da uno degli aspetti migliori del film: le performances. E credo fermamente che questo film rappresenti una delle migliori interpretazioni di Willem Dafoe.
Il produttore Tom Heller
