Conferenza stampa di Mina Settembre 2

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Dopo il successo della prima stagione torna Mina Settembre, con la sua seconda stagione dal 2 ottobre 2022 in prima serata e in prima visione TV su Rai 1. La storia racconterà le nuove avventure dell’assistente sociale del Rione Sanità di Napoli che vive il suo lavoro con passione ed è quindi sempre impegnata a risolvere i problemi degli altri. Mentre la sua vita sentimentale è a un bivio, molte sorprese attendono Mina nei nuovi episodi, in sei serata. Tra tutte, l’arrivo di una zia stravagante e chiacchierona che la travolgerà. La serie è diretta da Tiziana Aristarco ed è scritta da Scritta da Fabrizio Cestaro, Fabrizia Midulla, Silvia Napolitano e Costanza Durante, liberamente tratta dai racconti di Maurizio de Giovanni. Mina Settembre 2 è una coproduzione Rai Fiction – Italian International Film, prodotta da Fulvio e Paola Lucisano. Al fianco di Serena Rossi si ritroveranno Giuseppe Zeno, Giorgio Pasotti, Christiane Filangieri, Valentina D’Agostino, Nando Paone, Massimo Wertmuller, Rosalia Porcaro, Francesco Di Napoli, Davide Devenuto, Michele Rosiello, Primo Reggiani, Marina Confalone e – new entry di questa nuova stagione – Marisa Laurito nel ruolo di Rosa, la zia di Mina.

Il 20 settembre 2022 a Roma si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della serie televisiva, in cui sono intervenuti: Maria Pia Ammirati – Direttore Rai Fiction, Paola Lucisano – Produttore Italian International Film, Tiziana Aristarco – Regista, Serena Rossi, Giuseppe Zeno, Giorgio Pasotti, Marisa Laurito e il resto del cast, seduto in sala.

Le dichiarazioni

Maria Pia Ammirati – Direttore Rai Fiction: Incominciamo l’anno benissimo, iniziamo la nostra nuova stagione Rai con Mina Settembre, una serie per noi straordinaria. Un grande successo e ricominciamo da lì, da questo successo con una media di sette milioni di persone (un 25% di share), un dramedyche ha ottenuto il favore del pubblico fin dalla prima puntata. Io devo solo ringraziare Maurizio De Giovanni, colui che ha creato il personaggio e mi ha già detto che ha scritto una nuova Mina, quindi ci sarà una terza stagione.

Io sono contenta di avere un cast molto femminile, un titolo molto femminile, un femminile nuovo, vero, concreto e Mina lo rappresenta attraverso le altre donne come Marina Confalone, grande protagonista di questa serie e soprattutto di tanto cinema e di tanto teatro, e poi abbiamo Marisa che ci allieterà, un duo realmente fantastico. Poi non dimentichiamo che accanto al femminile c’è il maschile, perché è molto conteso e lo sarà nelle prossime sei puntate, grazie a Serena che si contende due signori, Giorgio e Giuseppe, che sono belli, intelligenti e non si offendono, soprattutto.

Mina sarà ancora con noi un grande viaggio di scoperta nel mondo femminile e maschile e nel sud Italia, con un grande Napoli, protagonista in tutti i suoi aspetti più belli e non solo nel folklore. Napoli è una grande protagonista perché ha alla base tante storie, talmente tante che è difficile chiuderle solo in Mina Settembre. Inoltre ringrazio, oltre agli scrittori, la regista Tiziana Aristarco perché la regia è difficile e tenere in piedi sei puntante non è semplice e fare una cosa bella non è semplice, perché per tenere su una storia serve anche la capacità tecnica del cineasta.

A livello produttivo qual è l’importanza di Mina Settembre?

Paola Lucisano – Produttore Italian International Film: L’importanza di questo progetto l’abbiamo capita fin dal primo giorno, abbiamo fin da subito avuto la percezione di aver fatto un buon prodotto, poi il pubblico ci ha dato ragione. È stato fatto un lavoro di scrittura importante, che è durato parecchio, e poi c’è stato un lavoro con la regista durante il primo lockdown che non è stato assolutamente facile, ma la grande soddisfazione è stata soprattutto l’aver ricevuto, dopo la prima stagione, il ringraziamento di tanti napoletani che finalmente ci sono anche un po’ identificati, non con degli stereotipi classici, poiché abbiamo dato voce a una Napoli più larga, non solo con dei casi particolari, già visti, ma una Napoli che c’intreccia con la borghesia e con dei casi un po’ più difficili. L’otto di dicembre, Maria Pia Ammirati, ha visto la prima puntata della serie, di mattina presto nel bel mezzo del primo lockdown ed ha detto “questa è una bella serie”. Quindi lei ha capito che tipo di prodotto era Mina Settembre. Abbiamo fin da subito avuto un grande supporto da parte della Rai, poi, per realizzare la seconda stagione, anche per scaramanzia abbiamo aspetto, è l’abbiamo messa in piedi un po’ in corsa, un po’ i tempi televisivi sono quelli. In questa seconda stagione c’è un grandissimo approfondimento dei personaggi, delle storie e maggiore ricchezza produttiva che è visibile già dalla prima serata

Lavorare sulla traccia di Maurizio de Giovanni facilità un po il compito ma bisogna sempre sviluppare delle storie dei personaggi, quindi cosa è stato Mina Settembre, prima e seconda stagione.

Fabrizio Cistaro (capo dello Staff di scrittura): L’imprinting iniziale di Maurizio è stato importante perché ha creato il mondo, quindi noi siamo partiti avvantaggiati avendo una base solida, un tono riconoscibile. Da lì in poi è iniziato un lavoro che è stato, per noi sceneggiatori, piuttosto divertente essendo tutti di Napoli e tutti accomunati dalla voglia di raccontare una Napoli un po’ diversa dalla solita e questa è stata la spinta iniziale, poi trovare l’alchimia, la capacità d’interagire con le varie parti che stanno dietro un lavoro così lungo come le sceneggiatura è stato un lavoro fatto negli anni. Ci tengo a dire che di solito queste cose funzionano quando tutte le parti collaborano nello stesso modo, quindi il gruppo editoriale della Rai che è preziosissimo, il gruppo di scrittura e la regia e la produzione, hanno creato una fitta rete collaborativa.

Noi con Tiziana abbiamo avuto un colloquio continuo, non solo nel momento della scrittura, ma anche dopo durante le riprese e per quanto ci riguarda è la cosa migliore che possa capitare, perché l’idea di confrontarsi con la regista per ogni singola scelta e di ogni difficoltà che poteva verificarsi sul set è stato fondamentale, una grande risorsa. Aldilà della questione narrativa la chiave di questo successo è stata la collaborazione.

Una fiction femminile a partire dalla regista:

Tiziana Aristarco: Io come regista e donna penso che in questo momento in cui stiamo vivendo tutti, di cupezza e di estrema insicurezza, Mina come tutti gli operatori che operano nel sociale, ci porta una ventata di positività che ha una parola: Solidarietà. Quindi il succo dell’essenza della sostanza di questa serie è la solidarietà, la capacità che ha questa assistente sociale di capire, di ascoltare con i mezzi che ha, anche a volte facendo delle cose non propriamente corrette da un punto di vista deontologico, ma lei aiuta e supporta le persone che hanno bisogno. Questo è un messaggio molto forte, molto importante, e proprio per questo quest’anno ci sono scelte con i produttori e sceneggiatori delle storie che fossero ancora più forti, ancor più credibili. Non solo uomini, non solo donne, quest’anno ci è trattato anche il tema degli adolescenti, molto sentito in questo periodo post lockdown e quello delle diversità, io credo che questi siano i temi fondamentali che noi abbiamo trattato con grande dignità e delicatezza e che possano essere il messaggio di questa nuova Mina, lo era anche per Mina uno, ma per la seconda stagione c’è stata una consapevolezza maggiore di ciò che stavamo facendo. Io sono donna e ho lavorato con tante donne e uomini, non credo che sia un problema chiaramente di sesso ma di approccio al lavoro. Il mio approccio al lavoro è quello di portare sullo schermo la credibilità, ora in questo caso raccontiamo storie di tutti i giorni, entriamo in un tessuto sociale molto delicato e complicato, quindi essere credibili ed essere oggettivi in quello che raccontavamo era fondamentale. Certo abbiamo questo problema che le storie sono state un po’ contratte dal tempo, perché i cinquanta minuti non ti permettono di entrare in profondità su quello che stai raccontando, ma l’abbiamo fatto e tutti noi ci abbiamo creduto e in questo mio percorso se non avessi avuto tutti questi alleati non ci sarei riuscita. Ho avuto degli attori che ci sono fidati di me, io mi sono molto fidata di loro e questa cosa ha creato un ottima energia, in un momento in cui i tempi erano difficili, dove si lavorava con la mascherina e tutto era complicato, ma ci siamo riusciti. Loro sono stati la mia forza e io la loro forza.

Conferenza stampa Mina Settembre 2
Foto di presentazione Mina Settembre 2

Chi è Mina Settembre?

Serena Rossi: Questa tipa col cappottino rosso mi è sempre piaciuta, gli ho voluto e le voglio molto bene, perché è una brava persona, rappresenta quella Napoli che a me piace, che storicamente è abituata all’accoglienza, se penso a tutti dominazioni che sono passati a Napoli, c’è stato chiunque quindi il diverso non esiste. In un momento storico dove il diverso ci spaventa, una serie con una protagonista che il diverso, parola che neanche mi piace, lo accoglie e che non lo considera ultimo, ma anzi lo considera la sua priorità di vita e non solo, che poi la porta a trascurare la sua vita privata e personale, penso che sia un bellissimo messaggio di cui inconsciamente il pubblico aveva bisogno, per questo è stata amata, perché era rassicurante. Il pensiero che ci fossero persone come Mina Settembre nella vita vera, è stata un po’ come una coccola sul cuore per i tanti che trascorrono un periodo complicato, non a caso siamo andati in onda dopo il lockdown, dopo il Covid, un periodo di sofferenza per molti. Il fatto che quest’anno ci parla tanto anche di giovani, che dopo il Covid i dati dimostrano come stiano attraversando un momento di smarrimento, è importante il fatto che ci sia lei che invece nel suo piccolo, nel suo corso di educazione sentimentale e sessuale a dei ragazzi delle medie, li ascolta e prova a dargli fiducia mostrandogli quale potrebbe essere la loro strada.

Giuseppe Zeno: La serie è ricchissima di contenuti, aldilà dell’aspetto sentimentale del triangolo amoroso che incuriosisce anche il pubblico. Credo che l’intento sia stato quello di voler raccontare un tipo d’interazione tra persone che non hanno paura di aprirsi e di far vedere cosa hanno veramente dentro, sono personaggi che non hanno paura a mettere da parte qualcosa di sé per darsi ad altri, rispetto all’altra figura maschile, il contraltare, che in qualche modo è un uomo serio, strutturato che opera anche lui nel sociale ben sapendo le sue estrazioni sociali. Lui diversamente dagli altri personaggi conosce tutti, è cresciuto nel quartiere di Napoli e conosce i disagi, ne sa apprezzare i profumi, comprende qualsiasi vicolo. Lo incontriamo in una nuova struttura, deciso ad allontanarsi per non vedere colei che gli ha causato molte sofferenze amorose. Lui decide di andar via e nel lavorare nel privato, ma chissà se questa sua volontà di cambiare sarà determinante, perché loro ci incontreranno, faranno un corso di educazione sessuale in una scuola e sarà uno spunto per poterli vedere ancora insieme e uno spunto per permettere ai due di conoscersi ancora meglio, o forse più di quanto abbiano fatto frequentandosi sentimentalmente, senza il filtro di dover corrispondere sentimentalmente qualcosa all’altro, ma forse anche tramite gli occhi dei giovani a cui insegnano, imparano a conoscere loro stessi e le loro carenze all’interno della loro relazione.

Cosa ti ha dato e perché piace Mina Settembre?

La consacrazione su Rai Uno, è la mia prima vera protagonista di una serie lunga dopo aver interpretato Mia Martini. Mina Settembre mi ha portato la possibilità di entrare nelle case della gente con un personaggio altamente positivo che mi ha dato moltissimo amore da parte della mia città. Mina Settembre ha tutte le caratteristiche giuste per entrare nel cuore della gente, innanzitutto una verità, personaggi molto diversi tra di loro in cui ci si può rispecchiare, una Napoli meravigliosa, tanta empatia e sentimenti e speranza nel prossimo.

Dal punto di vista registico come e quanto gli equilibri sono cambiati dalla prima stagione alla seconda con l’innesto dei nuovi personaggi.

Tiziana Aristarco: Tra la prima e la seconda serie il personaggio di Mina è cresciuto, noi non abbiamo personaggi che rimangono uguali, cristallizzati, che non vivono le loro esperienze che viviamo noi con loro, quindi Mina è una donna più adulta, consapevole che affronta con una naturalità diversa ciò che la circonda, ed è costretta a fare i conti con una serie di cose che non può più rimandare. I nuovi personaggi sono portatori di storie nuove, di elementi innovativi, chiaramente tra Mina e Zia Rosa c’è una linea comica, di leggerezza che via via avrà dei risvolti, dunque è portatore di un nuovo rapporto, devo dire che le due attrici napoletane ci sono trovate da subito in sintonia e ciò mi ha aiutato. Antonia è un’analista ed entra in rotta di collisione con il personaggio di Serena che dovrà affrontare e fare i conti con delle nuove cose. Con Ludovica ciò che succederà è dirompente, quindi certo che cambiano gli equilibri, sono completamente modificati. Però lavorando tutti insieme la seconda serie non tradisce la prima ma si diversifica da questa.

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