La luce nella masseria (2024). La Rai sa ancora fare film generalisti

Condividi su

Trailer de La luce nella masseria

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

“La luce nella masseria”, film televisivo distribuito in prima visione domenica 7 gennaio in prima serata su Rai 1, è una produzione di Èliseo Entertainment in collaborazione con Rai Fiction, prodotto da Luca Barbareschi. Il film vede alla regia Riccardo Donna (Un medico in famiglia, 1998-2000; Le ragazze di piazza di Spagna 3, 1998; Io sono Mia, 2019) e Tiziana Aristarco (Un medico in famiglia 2 e 6; Raccontami, 2006-08; Mina Settembre, 2021).

Il lungometraggio TV è stato realizzato per celebrare i settant’anni dalla nascita della televisione italiana, avvenuta il 3 gennaio 1954, giornata in cui la Rai – Radiotelevisione Italiana, la rete pubblica, iniziò a trasmettere sul territorio italiano. Nel cast figurano attori come Renato Carpentieri (La tenerezza, 2017; Porte Aperte, 1990, È stata la mano di Dio, 2021), Domenico Diele, noto per A.C.A.B. – All Cops Are Bastards (2012), 1992 (2015) e Paura (2012), e Aurora Ruffino, partecipante a film come La solitudine dei numeri primi (2010) e Bianca come il latte, rossa come il sangue (2013), oltre a numerosi ruoli seriali televisivi.

Trama de La luce nella masseria

Nel 1962, la numerosa famiglia Rondinone vive insieme nella grande masseria nei dintorni di Matera, sotto la guida del patriarca Eustachio (Renato Carpentieri). L’anziano lavora nei campi della masseria insieme ai suoi tre figli, Vincenzo, Carismo e Nando, mentre la loro sorella Damiana, la maggiore dei fratelli Rondinone, si occupa delle faccende domestiche. Lei aspetta il ritorno del marito, che lavora in una miniera in Belgio, mentre si occupa della sua famiglia e dei suoi due figli: Marietta, una ragazza che sta terminando il liceo e che aspira a frequentare l’Università, e Pinuccio, un bambino attratto dal medium televisivo che trascorre le sue giornate in compagnia degli amici-cugini della sua stessa età. Pinuccio sogna, a occhi aperti, di poter possedere un giorno la televisione, in un’epoca in cui è un oggetto che solo le poche famiglie benestanti della città riescono a possedere. L’eroe di Pinuccio è suo zio Vincenzo, con cui il bimbo ha un rapporto quasi da padre e figlio.

Un giorno però Vincenzo inizia a sentirsi male e, convinto da un’amica-infermiera di Marietta, la giovane Imma, si reca a fare una visita dal medico. La diagnosi è grave: sclerosi a placche (oggi nota come sclerosi multipla). L’uomo, prima ritenuto forte, ora viene percepito dagli altri come un peso, non essendo più in grado di aiutare la propria famiglia nei lavori nel campo. Vincenzo così, su idea del padre Eustachio, si ritrova a gestire una tabaccheria nel centro di Matera, insieme alla nipote Marietta. Mentre soffre e si arrabbia per la sua condizione fisica, con il suo corpo in rapido disfacimento, stringe un’inaspettata amicizia con Imma, che sfocia in un sentimento d’amore. L’uomo, ormai rotto e spaventato dal suo destino, riuscirà a lasciarsi andare alle proprie emozioni? Inoltre, nel 1963, in un’epoca di rinnovamento industriale italiano e a causa di alcuni devastanti avvenimenti familiari, la famiglia si vede costretta a riflettere sul futuro della Masseria: venderla o tenerla?

Fotogramma de La luce nella masseria
Fotogramma de La luce nella masseria

Recensione de La luce nella masseria

Possiamo criticare il nostro servizio pubblico televisivo per ciò che ci propone, ma, a onestà del vero, dobbiamo ammettere che le produzioni filmiche e seriali che la Rai propone funzionano bene per un pubblico prettamente generalista. I suoi lungometraggi e le sue serie non hanno quel sapore dei progetti americani o occidentali cinematografici o seriali. Non si poggiano su sceneggiature complesse e di difficile fruizione, e le regie proposte non sono mai marcatamente autoriali. Si rifanno sempre al linguaggio più accademico e semplice del cinema a livello narrativo e tecnico. Così, abbiamo inquadrature in totale, in campo medio, mezze figure e qualche volta primi piani, raramente qualche inquadratura più accattivante, come avviene in questo lungometraggio ‘La luce nella masseria’, girato in maniera didascalica e scolastica ma che di tanto in tanto usa alcune interessanti soggettive del medium televisivo , in cui si ha la sensazione che la televisione ci guardi e si scruti, un espendiente che dà un tocco in più al racconto a livello visivo e simbolico.

Come dovremmo sapere, da spettatori attenti, la Rai, se togliamo qualche rara eccezione accaduta con ‘Esterno Notte‘, ‘La meglio Gioventù’ e in parte con la prima stagione de ‘L’amica geniale‘, si pone un obiettivo specifico con le sue produzioni: raccontare storie dal sapore collettivo alla comunità italiana, a quel pubblico generalista composto da un vasto ed eterogeneo gruppo di persone che mostra interessi e preferenze molto diversificati. In ambito mediatico, come ad esempio nella televisione, il pubblico generalista è composto da individui che non sono specificamente interessati a una particolare nicchia o settore tematico, ma che sono aperti a una varietà di argomenti e contenuti. Contrariamente a un pubblico di nicchia, orientato verso interessi più specifici e settoriali, pretendendo un’elevata qualità, il pubblico generalista è più ampio e inclusivo e meno attento alla qualità. È composto da individui con una vasta gamma di background, età, interessi, preferenze e livello culturale. Le emittenti e i media generalisti, come la Rai, hanno lo scopo di produrre contenuti che possono essere apprezzati da un vasto pubblico, cercando di soddisfare un’ampia varietà di gusti e interessi. Dunque, il loro scopo è quello di raggiungere sia persone attente alla fruizione dell’audiovisivo sia persone meno attente che hanno bisogno di narrazioni immediate ed esplicite per comprendere una narrazione. Quando parliamo di un prodotto Rai, dobbiamo, dunque, prima di tutto, considerare questo concetto: l’obiettivo finale che l’opera filmica in questione si è proposta, ovvero di comunicare emozioni e temi a un pubblico ampio e variegato. ‘La luce nella masseria’ riesce perfettamente in questo obiettivo, creando una vicenda leggera, dal sapore retro, piena di magia e di un fascino perduto dalla nostra società, che sa comunicare sensazioni e riflessioni, narrate in maniera prettamente didascalica, al proprio pubblico.

Il secondo obiettivo della pellicola è omaggiare i settant’anni della Rai attraverso una storia che ci racconta l’arrivo, nel 1962, della televisione nel sud Italia, precisamente a Matera. Per fare ciò, i registi scelgono di impostare il racconto dal punto di vista di un bambino, Pinuccio, la voce narrante del film che ci fa immergere con il suo racconto dentro il mondo della famiglia Rondinone e di un’Italia che sta cambiando e che sta abbandonando le vecchie tradizioni e abitudini sociali, passando dal lavoro nei campi a quello della fabbrica, dagli ambienti naturali a quelli fatti di cemento. In tutto ciò, come motore di questo cambiamento, c’è la televisione pronta a cambiare per sempre i costumi della società italiana. Vediamo così i borghesi di Matera, come il medico del paese o il notaio, incominciare a invitare i cittadini semplici del posto per mostrare il loro prestigio sociale con la scusa di donare la possibilità di visionare ‘Canzonissima’, lo spettacolo andato in onda dal 1956, un’usanza di congregazione usuale all’epoca quando la tv era cosa per pochi.

Altro omaggio alla storia della Rai è la riproposizione di alcuni spettacoli iconici della televisione dei primi anni ’60. All’interno de ‘La luce nella masseria’, attraverso gli occhi di Pinuccio, che trascorre le giornate a visionare una televisione immessa in una vetrina di un negozio che vende televisori, scopriamo e rivediamo alcuni spezzoni degli spettacoli dell’epoca, dal carosello a Topo Gigio, passando per lo Zecchino d’Oro e ‘Non è mai troppo tardi’, con il suo conduttore Alberto Manzi.

Nonostante questo racconto sociale sulla televisione, ‘La luce nella masseria’ non è propriamente quel film celebrativo dei 70 anni di trasmissione pubblica Rai che potevamo aspettarci. L’opera narrativa che la Rai ci presenta sfrutta l’espediente celebrativo per parlarci d’altro. La pellicola parla di valori umani fondamentali per l’epoca storica attuale di questo inizio 2024, in un tempo fermentato da odio, violenze e guerre, nel cuore dell’Europa e non solo. Non è un caso che la frase maggiormente ripetuta all’interno della storia sia ‘A volte basta guardarsi in faccia e parlarci per evitare la guerra‘, una dichiarazione potente e netta contro l’assurdità della guerra, quella fratricida tra Ucraini – Russi e Israelini – Palestinesi, ma non solo. La guerra, all’interno di questo lungometraggio televisivo, è narrata attraverso lo scontro familiare, quando i Rondinone, conosciuti come famiglia unita, si allontanano a causa di questioni prettamente economiche. Il loro atteggiamento di allontanamento l’uno dall’altro e l’assenza di comunicazione sono la metafora di ciò che avviene nei paesi in guerra, che smettono di comunicare tra loro per trovare un accordo e abbracciano le armi di distruzione quando non sono più in grado di guardarsi in faccia umanamente. Non solo guerra, però. ‘La luce nella masseria’ ci parla d’amore, quello meno convenzionale, attraverso la storia di Vincenzo e Imma. Ci racconta dell’importanza della famiglia, dei valori tradizionali locali e dell’ecologia, con un uomo che si rifiuta di acquistare un trattore e che non vorrebbe mai vedere la sua masseria diventare un luogo di cemento.

I bambini e la televisione in La luce nella masseria
I bambini e la televisione in La luce nella masseria

‘La luce nella masseria’ è, come la Rai vuole, una storia di bontà, un po’ incantata e favolistica, narrata attraverso un tono elegante dal sapore fiabesco, impostato dalla presenza del bambino Pinuccio come voce narrante. Il ragazzino ci narra il tutto con toni leggeri, quasi scanzonati, che non possono che farci provare un senso di tenerezza verso di lui e dei personaggi che lo circondano. Il suo sguardo incantato è potente e contagioso, e sarà lui a risolvere, per certi versi, i comportamenti errati e assurdi dei più grandi. Pur non essendo il protagonista della vicenda, ruolo ricoperto da Vincenzo, Pinuccio ha un ruolo fondamentale nella vicenda. Lui ha due grandi obiettivi nel corso della storia: mantenere la sua famiglia unita e un giorno possedere un televisore. Tuttavia, dovrà affrontare la complessità degli adulti, che talvolta litigano per motivi futili, rendendo difficile mantenere unita la famiglia. La televisione diventa un simbolo di futuro e progresso per i giovani, ma poiché non può permettersene una, Pinuccio si ingegna rubando immagini dalla vetrina di un negozio di elettronica. Un giorno, trova un televisore rotto e lo trasforma in una personale stazione televisiva, trasmettendo un palinsesto inventato basato sulle sue scoperte e malinconie. Questo diventa una sorta di diario parallelo a ciò che gli insegna zio Vincenzo, che lo aiuta a capire che nella vita le cose cambiano, alcune si perdono, ma è compito nostro orientarle nella direzione giusta.

Nel corso della storia, il Pinuccio bambino cambia, si evolve. Inizialmente spaventato dalle perdite e dai cambiamenti, diventa progressivamente il personaggio maggiormente attivo nella risoluzione delle questioni sentimentali dello zio e dei conflitti familiari. Diventa anche un pioniere tra il mondo antico e magico di nonno Eustachio e quello moderno che sta per arrivare, affacciandosi a vivere in un periodo di transizione.

In conclusione

“La luce nella masseria” rappresenta un omaggio ai settant’anni della televisione italiana, proponendo una storia ambientata nel 1962 a Matera. Diretto da Riccardo Donna e Tiziana Aristarco, il film segue la famiglia Rondinone, focalizzandosi su temi quali amore, famiglia, valori tradizionali e ecologia. Sebbene rispecchi lo stile narrativo della Rai e trasmetta emozioni e riflessioni, la pellicola potrebbe risultare più adatta a un pubblico che apprezza storie leggere e fiabesche. Il tono elegante e fiabesco, insieme al contesto storico, potrebbe catturare l’interesse di chi cerca un’esperienza cinematografica più nostalgica e sentimentale. Tuttavia, per chi preferisce storie più complesse o dalla trama intricata, potrebbe non essere la scelta ideale. In definitiva, la visione dipende dai gusti personali dello spettatore e dalla preferenza per storie dal sapore retro e collettivo.

Note positive

  • Celebrare i 70 anni della televisione italiana: Il film riesce a commemorare in modo efficace i settant’anni dalla nascita della televisione italiana, fornendo uno sguardo retrospettivo su come l’avvento della televisione abbia influenzato la vita quotidiana e sociale di una famiglia nel 1962.
  • Omaggiare i Valori Umani: “La luce nella masseria” si distingue per la sua capacità di trasmettere in modo autentico valori umani fondamentali, quali l’amore, la famiglia e la solidarietà, evidenziando l’importanza di tali elementi in un’epoca di cambiamento e conflitto.
  • Stile Narrativo Fiabesco: Il tono fiabesco del film, raccontato attraverso la voce di Pinuccio, aggiunge un tocco incantevole alla narrazione. Questo stile narrativo leggero e scanzonato contribuisce a creare un’atmosfera coinvolgente.
  • Rappresentazione della Guerra come Metafora Familiare: Il film si distingue per la sua capacità di rappresentare la guerra come una metafora dei conflitti familiari, utilizzando la narrazione per sottolineare l’importanza della comunicazione nella preservazione delle relazioni.
  • Caratterizzazione di Pinuccio: Il personaggio di Pinuccio emerge come elemento chiave del film. La sua innocenza, il suo sguardo incantato e il suo ruolo nella risoluzione delle dinamiche familiari contribuiscono a creare una connessione emotiva con il pubblico.
  • Racconto di Valori Tradizionali e di Ecologia: Il film affronta temi significativi legati ai valori tradizionali locali e all’ecologia, portando alla luce la resistenza ai cambiamenti culturali e ambientali attraverso la trama.

Note negative

  • Stile Narrativo Accademico: Alcuni osservatori criticano il film per l’adozione di uno stile narrativo accademico e convenzionale, suggerendo che una maggiore audacia avrebbe potuto arricchire l’esperienza cinematografica.
  • Mancanza di Approfondimento Tematico: Nonostante tocchi temi importanti come la guerra e l’avvento della televisione, il film è criticato per non approfondire a fondo queste tematiche, optando per una narrazione più didascalica che complessa.
  • Orientamento verso il Pubblico Generalista: L’orientamento del film verso un pubblico generalista viene evidenziato come una possibile limitazione, poiché potrebbe mancare l’opportunità di affrontare tematiche più complesse e sfide narrative più audaci.
Condividi su