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Dampyr
Titolo originale: Dampyr
Anno: 2022
Nazione: Italia
Genere: Fantastico
Casa di produzione: Sergio Bonelli Editore, Eagle Pictures, Brandon Box
Distribuzione italiana: Eagle Pictures
Durata: 120 minuti
Regia: Riccardo Chemello
Sceneggiatura: Mauro Boselli, Giovanni Masi, Mauro Uzzeo, Alberto Ostini
Fotografia: Vittorio Omodei Zorini
Montaggio: Lorenzo Tomio, Julien Panzarasa
Musiche: Giovanni Guardi, Alessandro Bencini, Francesco Donadello
Attori: Wade Briggs, Stuart Martin, Frida Gustavsson, Sebastian Croft, David Morrissey, Radu Andrei Micu, Ionut Grama, Luke Roberts, Florin Fratila, Madalina Bellariu Ion, Andreea Coff, Alice Cora Mihalache, Alexandra Poiana
Ottenuto da Sony per il mercato internazionale, prodotto in ben 300 copie a cura di Eagle Pictures con un budget di circa 15 milioni di euro, arriva nelle sale italiane il riadattamento cinematografico di “Dampyr” fumetto fantasy nato nel primo 2000, dalla mente di Mauro Boselli e Maurizio Colombo per Sergio Bonelli Editore. Proprio nella primavera del 2020 la casa editrice di Tex Willer, Zagor, Julia, Martin Myster e Dragonero, per festeggiare l’anniversario dei 20 anni dalla sua creazione, aveva ripubblicato il primo capitolo della saga in un albo a colori, disegnato da Majo e con la copertina a cura di Enea Riboldi.
Dampyr il film, sta inaugurando il “Bonelli Cinematic Universe“, un mondo fantastico nell’immaginario del comic italiano, che porterà sul grande schermo personaggi del calibro di Dylan Dog, quest’ultimo un live-action a cura di James Wan, e la serie animata di “Dragonero“.
Trama di Dampyr
La storia di Dampyr ha inizio da molto lontano quando un trio di streghe aiuta una donna a mettere al mondo un piccolo umano, frutto della passione con un vampiro. Dall’unione degli opposti nasce il Dampyr, Harlan Draka, un ragazzo di circa 25 anni che invecchia poco e sbarca il lunario truffando gli abitanti di piccoli villaggi nei Balcani del 1992.
Harlan non sa di essere davvero un Dampyr, figura quasi mitologica proprio nei Balcani dei villaggi e insieme al suo compare Yuri, (una sorta di manager), vaga per le contrade in cambio di denaro, cibo e buon alcool. Il giovane truffatore è perseguitato da strani sogni che progressivamente assumono sempre più verosimiglianza.

Un giorno il destino sembra bussare alla porta e condurlo verso il suo fine: combattere una guerra oscura. Il Dampyr non si ritroverà solo, ad aiutarlo ci saranno il soldato Emil Kurjak e l’affascinante succhia sangue Tesla, sullo sfondo della guerra civile jugoslava. Riusciranno i nostri eroi a sconfiggere il maestro della notte Gorka? che ne sarà della scoperta della vera identità di Harlan e del padre Draka? Il primo capitolo di questa saga fumettistica, ora anche cinematografica, getta le basi per futuri sequel.
Le origini di Dampyr
Forse non tutti sanno che le origini di Dampyr trovano riferimenti nelle leggende dei paesi dell’Europa dell’est, si tratta nello specifico di folklore rom e descrive un essere soprannaturale nato proprio dall’unione tra un vampiro e un umano.
La figura del dampiro ha origini specialmente serbe e bulgare. Questa figura esoterica è stata utilizzata anche nella cultura giapponese, come ad esempio nei personaggi di “Vampire Hunted-D” oltre che nel videogioco di “Castlevania“.
Nella cultura statunitense invece lo ritroviamo nel simile diurno “Blade” che nel 1998 lanciò per sempre la carriera di Wesley Snipes insieme ai tecnicissimi “bullet time” , nei panni di Blade l’ammazzavampiri. “Dampyr” originariamente era stato creato da Boselli e Colombo all’interno della seria antologica “Zona-X“.

La Recensione
Pensando a “Dampyr” viene subito in mente l’espressione all’occorrenza rimaneggiata: “è un duro lavoro ma qualcuno doveva pur farlo“. Fortunatamente è un duro lavoro certosino come pochi. Quella creata dalla regia di Riccardo Chemello è una storia infatti promettente e con molteplici potenzialità. Regia, direzione della fotografia ed effetti speciali e sonori sono accurati da un punto di vista sia stilistico che tecnico e conferiscono unicità al genere.
Peccato per le scene di combattimento che avrebbero avuto bisogno di maggior attenzione e verve, sembrano infatti mancare di originalità, energia e fluidità nel corpo a corpo. Si avverte un certo filo conduttore con quelle scene meno “indiavolate” che troppe volte sono state viste in saghe più approssimative e deboli (The Twilight Saga ne è pagato le conseguenze).

“Dampyr” riesce lo stesso, in quella che forse sarà la più ardua impresa di questo tempo, ristabilire un piano di originalità anche nel panorama del cinema italiano, senza deludere eventuali aspettative. L’industria italiana sembra prendere il largo verso nuovi scenari che si distaccano dal neorealismo contemporaneo per evadere dalla routine di tutti i giorni e scontrarsi con obiettivi forse più velleitari ma allo stesso tempo audaci, sintomo di una nuova nascita che passa dalla crisi.
Al di là delle infinite potenzialità espresse da Chemello che si fa conoscere al pubblico come un talento della macchina da presa, c’è molta psicologia e umanità all’interno di questa opera cosi cupa, tenebrosa, splatter a suo modo, insomma cruda e intensa. I personaggi di Mauro Boselli, Giovanni Masi, Mauro Uzzeo, e Alberto Ostini sono tutti in bilico, in una crisi esistenziale che non lascia spazio a risvolti semplici.

“Dampyr” sembra volerci ricordare che c’è un destino pronto a bussare alla porta di ognuno di noi e che dalla presa di coraggio si può stravolgere la realtà per combattere i proprio demoni e il male che aleggia nel quotidiano.
La musica a volte extra diegetica, a volte intra diegetica, supporta le atmosfere dark gothic e sembra quasi investire di buoni propositi i personaggi, nella dura lotta contro un male supremo.
Tesla è una donna vampiro che supera le sue fragilità per ribellarsi ad un sistema che la vuole costretta entro limiti di supremazia assolutista, simile a quella patriarcale. Harlan Draka è un uomo carismatico e tragicomico, la sua personalità emerge soprattutto nei momenti lontani dallo scontro e dai combattimenti, anche se prenderà coscienza delle sue potenzialità in futuro. Il soldato Kurjak è l’emblema della perseveranza e del coraggio, della resilienza in tutte le sfaccettature possibili, ha una grande forza fisica espressiva ben resa sullo schermo.

Anche il villain Gorka riesce nel duro tentativo d’inquietare e intrattenere il suo pubblico allo stesso momento. Per questo character non poteva forse non essere più che pensata, la scelta dell’interpretazione di David Morrissey (famoso al pubblico per aver interpretato il governatore di “The Walking Dead“).
Unico neo quindi, all’interno dell’opera prima di Chemello, si ritrova forse in fase di montaggio, a volte lento e ripetitivo, sintomo di una difficoltà probabilmente nel rendere questo film fluido e narrativamente più aderente il possibile all’azione contenuta dalle tavole del fumetto.
In conclusione
“Dampyr” convince complessivamente sotto tutti i punti di vista. È la traccia di un nuovo tempo per il cinema italiano. Un cinema che dopo anche la grande produzione di “Freaks out” di Gabriele Mainetti, potrebbe tornare a sognare quindi ma soprattutto a raccontare l’arte dell’essere dei veri artigiani del cinema (sicuramente più digitali) dietro e davanti la macchina da presa. “Dampyr” incoraggia un modo di “fare cinema” di cui si sentiva l’urgenza di tornare a parlare, dovremmo sostenerlo.
Note positive
- Regia
- sonoro
- musiche
- attori
- fotografia
- sceneggiatura
Note negative
- Montaggio