Ultimo tango a Parigi (1972): La censura non ha fermato l’arte

Condividi su
ultimo tango a parigi locandina

Ultimo tango a Parigi

Titolo originale: Ultimo tango a Parigi

Anno: 1972

Paese: Francia, Italia

Genere: Drammatico, Erotico

Produzione: Pea, Artists Associes

Distribuzione: United Artists Europa – Ricordi Video, Panarecord, L’Unità Video

Durata: 132 min

Regia:  Bernardo Bertolucci

Sceneggiatura: Bernardo Bertolucci, Franco Arcalli

Fotografia: Vittorio Storaro

Montaggio: Roberto Perpignani, Franco Arcalli

Musiche: Gato Barbieri

Attori: Marlon Brando, Maria Schneider, Maria Michi, Giovanna Galletti, Gitt Magrini, Catherine Allegret, Luce Marquand

Trailer di Ultimo Tango a Parigi

Trama di Ultimo Tango a Parigi

Il lungometraggio si apre a Parigi nel quartiere di Passy. Conosciamo Paul, un uomo americano di quarantacinque anni, disperato per il suicidio della moglie in preda alla più nera disperazione. L’individuo vagando senza meta per la città incontra casualmente la ventenne Jeanne (Maria Schneider) all’interno di un appartamento in affitto che i due sono andati a visitare nel solito momento. Da questo incontro prende vita una forte attrazione passionale e i due sconosciuti hanno un amplesso nel vuoto appartamento. Ben presto tra Jeanne e Paul nasce una relazione in cui ignorano completamente la vita dell’altro partner, persino il nome persi dentro un esplorazione delle rispettive sessualità.

Paradossalmente proprio in questo modo si conosceranno più di chiunque altro nei loro desideri e fragilità. Infatti in quella stanza esistono solo loro due, tutto il resto del mondo con le sue convenzioni è totalmente lasciato fuori.

(Spoiler)

Jeanne, anche se già impegnata sentimentalmente con un giovane regista cinematografico, con il quale sta girando un film amatoriale, s’innamora di Paul (Marlon Brando) che però non prova amore verso di lei ma anzi la lascia. L’uomo in seguito riceve la visita della suocera venuta a seppellire la figlia e fa la conoscenza di Marcel, l’amante della moglie, che possiede una vestaglia identica alla sua.

Paul si scopre innamorato di Jeanne e la cerca e la raggiunge in una sala dove si balla il tango. Un ballo che può essere considerato una metafora della loro relazione. Qui i due bevono sino a ubriacarsi, mentre Paul racconta a Jeanne i dettagli sulla sua vita, tralasciando il suo nome, proponendole di vivere insieme, ma per Jeanne ormai è finita. Quella relazione tanto intensa tra due sconosciuti di età e ceti sociali diversi, è destinata a perire rovinosamente sotto il peso della realtà.

ultimo tango a parigi RECENSIONE
La coppia de Ultimo Tango a Parigi

La censura e il successo

Inserito da l’American Film Institute al 48essimo posto della classifica dedicata ai 100 migliori film sentimentali di tutti i tempi, Ultimo Tango a Parigi, è la pellicola che ha dato la svolta e la notorietà al cineasta italiano Bernardo Bertolucci, che con questa opera marchia a fuoco una generazione, riuscendo a traslare sullo schermo la trasgressione, l’erotismo come mai era avvenuto fino a ora, andando a criticare in maniera aspra la classe media con la sua ipocrisia e la sua presunta moralità, divenendo un vero e proprio attacco al conformismo.

Parlando di Ultimo tango a Parigi non possiamo distaccarlo dallo scandalo che questa pellicola ha comportato in quegli anni venendo nel gennaio 1976 condannato al rogo e fu pesantemente criticato a causa delle numerose scene erotiche interne al film che lo hanno reso un classico del genere erotico. Lo stesso regista subì una sentenza per offesa al pudore, perdendo i diritti civili per ben cinque anni.

Il grande scandalo portò un clamoroso record d’incassi nel 1972 con sei miliardi di lire in Italia e 96 milioni di dollari in tutto il mondo. La diatriba legale andò ancora avanti per molti anni, come nel 1982 quando venne clandestinamente proiettata una copia in possesso del regista che portò a un nuovo sequestro e ulteriori condanne.

Solo nel 1987,il film fu riabilitato tramite una sentenza di non oscenità e fu finalmente apprezzato per la sua drammaticità piuttosto che per le scene ritenute scandalose.

Marlon Brando, Maria Schneider in Ultimo tango a Parigi
Marlon Brando, Maria Schneider in Ultimo tango a Parigi

Recensione di Ultimo tango a Parigi

Trasformeremo il caso in destino

Ultimo tango a Parigi

Siamo dinanzi a un film altamente discusso e considerato da molti critici senza senso, ma per comprendere Ultimo tango a Parigi è necessario chiarire quale possa essere stato l’intento di Bertolucci andando ad analizzare il modo in cui questa opera viene sviluppata. Il cineasta va a scandagliare il rapporto uomo – donna mettendo in luce il lato più oscuro e meno mostrato nel cinema dell’epoca, ovvero quello prettamente “fisico”. Il sesso, considerato prima un tabù, viene totalmente esplicitato negli anni di piombo, all’apice della rivoluzione sessuale, e nel film va a sostituire tutto ciò che può essere narrato e mostrato in una relazione.

La sessualità per il regista è l’unica dimensione reale della liason tra due sconosciuti, che compensano la loro incompatibilità e la solitudine che l’ipocrisia del quotidiano impone, misconoscendo tutte le regole e spogliandosi delle loro maschere sociali. Ma può una relazione nata sul sesso diventare amore con il conseguente palesarsi di tutti i cliché che la realtà, anche sociale, impone? Possono le maschere diventare persone?

No, allora Eros diventa Thanatos. Quando i protagonisti vivranno nella vita reale l’incanto svanirà e la morte fisica e metaforica irromperà. All’interno di questo film a tratti irrealistico e misterioso il cineasta va a ridicolizzare il rapporto puramente fisico anche se allo stesso tempo mostra una feroce critica alle convenzioni sociali e istituzionali come la famiglia e il senso stesso dell’amore romantico

Ultimo tango a parigi del resto è sicuramente figlio del 68, un’epoca in cui le certezze e le convenzioni venivano messe in discussione da una nuova generazione che non si accontentava dell’ordine precostituito. Soprattutto in questo Bertolucci e nel modo di analizzare il rapporto di coppia possiamo ben dire che il regista sia stato un sovversivo precursore dei tempi.

Il lungometraggio del resto non va a parlare solamente di sesso ma lo sfrutta anche per portare a galla la sensazione d’incomunicabilità e di ricerca del vero e dell’identità autentica. Questa parte raggiunge il suo climax in una delle scene più contestante dell’intera pellicola, ovvero quella del burro, in cui Paul costringe Jeanne ad un rapporto anale, pronunciando parole molto forti :

Segreto di famiglia? Te lo dico io il segreto di famiglia. […] Voglio farti un discorso sulla famiglia: quella santa istituzione inventata per educare i selvaggi alla virtù… E adesso ripeti insieme a me […]: santa famiglia, sacrario di buoni cittadini, dove i bambini sono torturati finché non dicono la prima bugia, dove la volontà è spezzata dalla repressione, la libertà è assassinata dall’egoismo…

Ultimo tango a Parigi
Il rapporto in Ultimo tango a Parigi
Il rapporto in Ultimo tango a Parigi

In questa scena la commistione tra il sesso e le parole politiche puntano a scardinare la famiglia, ovvero una colonna portante della scala valoriale occidentale. Il sesso diventa un potente mezzo di contestazione sociale e di conoscenza di sé, un modo per sentirsi veri al di là delle maschere sociali. Uno dei pochi momenti in cui si comunica davvero.

La regia e i movimenti di macchina da presa donano maggior potenza narrativa alla storia, tanto che Bertolucci va a immettere accanto ad un discorso di autoanalisi narrativa di sceneggiatura uno sul linguaggio cinematografico stesso in grado di divenire una riflessione sul cinema di quegli anni. Il tutto va ad ampliare e dar forza empatica alla storia istintuale attraverso movimenti di macchina in grado di sottolineare la situazione di spaesamento in cui vivono perennemente i suoi protagonisti, che a tratti vengono seguiti con dei primi piani stretti per farci provare le loro sensazioni e dolori. Il tutto è arricchito da panoramiche a schiaffo e dell’uso di inquadrature plonegée che donando quel senso di frustazione e di ricerca dell’Io più intimo alla storia. Il tutto ovviamente vede una strepitosa fotografia di Storaro, che fa assomigliare le stanze a delle pareti uterine, che dimostrano ancora una volta quel senso di andare a cogliere le voci più segrete e intime dei personaggi messi in scena.

Ultimo tanto a Parigi colpisce come un pugno nello stomaco, ma che a prescindere dalle opinioni personali lascia il segno.

Il cast e i personaggi

La riuscita di Ultmo tango a Parigi è anche merito del cast, con un Marlon Brando in splendida forma, che riesce a incarnare perfettamente un uomo malinconico, narcisista e autostruttivo, che cerca di riempire il vuoto lasciato dalla moglie morta, senza preoccuparsi delle conseguenze. Durante le riprese Brando tendeva molto a improvvisare e per problemi di memoria scriveva le sue battute dappertutto. E si dice che ci sia molto dei suoi pensieri e fantasie sessuali nel personaggio di Paul.

La Schneider ingenua e borghese, perfetta vittima sacrificale per questo vortice di passione e morte. La stessa attrice ammise che fu un lavoro durissimo per la sua psiche. Tanto che si parlò addirittura di una violenza subita sul set. In ogni caso la giovane attrice francese mostra una grande padronanza di sé e regala al suo personaggio un misto d’innocenza e perversione che è perfetto per gli intenti di Bertolucci

In conclusione

Note positive:

  • Attori perfettamente in parte
  • Dialoghi/monologhi che restano impressi nella mente

Note negative:

  • Immagini molto forti
Condividi su

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.