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Gatta Cenerentola
Titolo originale: Gatta Cenerentola
Anno: 2017
Paese: Italia
Genere: Animazione, fiabesco
Produzione: Mad Entertainment, Big Sur, Sky Dancers, Tramp Ltd, O’Groove, Rai Cinema, MIBACT
Distribuzione: Videa
Durata: 86 min.
Regia: Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone
Sceneggiatura: Alessandro Rak, Corrado Morra, Marianna Garofalo, Italo Scialdone, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone
Montaggio: Alessandro Rak, Marino Guarnieri
Musiche: Antonio Fresa, Luigi Scialdone
Animatori: Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone, Annarita Calligaris, Corrado Piscitelli, Laura Sammati, Ivana Verze, Antonia Emanuela Angrisani, Barbara Ciardo, Danilo Florio
Gatta Cenerentola di Alessandro Rak & Co. ispirato alla fiaba di Giambattista Basile e sulla successiva opera teatrale di Roberto de Simone, è un film visivamente interessante e con una colonna sonora essenziale, bella, con particolare riferimento alle canzoni; è questo che salva un lavoro altrimenti solo passabile. Il film vinse due premi ai David di Donatello del 2018 (effetti speciali visivi e miglior produttore) ed entrò nella preselezione per gli Oscar al Miglior film animato lo stesso anno, mancando la cinquina finale.

Trama di Gatta Cenerentola
La vicenda prende piede a Napoli dove l’armatore e scienziato Vittorio Basile, padre della piccola Mia, è proprietario della grande nave Megaride, in grado di produrre ologrammi di qualsiasi cosa o persona metta piede al suo interno. I nobili propositi di Basile, di far diventare il porto partenopeo un grande polo tecnologico con la Megaride suo fiore all’occhiello, cessano con il suo omicidio da parte di Salvatore lo Giusto, detto ‘O Re, un trafficante di droga che vuole far diventare Napoli, capitale del riciclaggio. ‘O Re intrattiene una relazione con Angelica, la neo sposa e subito vedova di Basile, madre di cinque figlie e un figlio femminiello; Salvatore e Angelica vogliono attendere la maggior età di Mia – che per lo shock della morte del padre non parla più – perché conceda in usufrutto la Megaride a ‘O Re. Nei successivi quindici anni la bambina cresce con Angelica e le figlie che la trattano come una sguattera chiamandola Gatta Cenerentola per la sua abitudine di muoversi utilizzando i condotti d’aerazione della nave.

Gli anni passano e giungiamo così ai fatidici giorni del diciottesimo compleanno di Mia; in una Napoli inquinatissima e con la Megaride ormai convertita a Night Club, Salvatore Lo Giusto è ormai pronto a fare il salto di qualità per far diventare Napoli la capitale del riciclaggio e dello spaccio di cocaina: a tentare di mettere i bastoni fra le ruote a O’ Re, sarà Primo Gemito che ai tempi di Basile faceva parte della sicurezza e ora è un poliziotto che sta tentando di arrestarlo da tempo. Dall’entrata di Gemito nella nave, gli eventi precipitano bruscamente fino ad arrivare allo “scontro finale” tra Mia e Lo Giusto.

Recensione di: Gatta Cenerentola
Non è difficile “salvare” da una totale stroncatura questo film: Gatta Cenerentola è infatti a detta di chi scrive, un’opera che ha in sé alcuni elementi che fanno apprezzare il lavoro di Rak e compagni, ma il punto è che non sembrano bastare a elevare il lavoro oltre una sufficienza piena. Abbiamo una trama semplice che permette di seguire la storia senza troppa confusione, le stesse scelte registiche aiutano anche se ci sono scene il cui ritmo poteva forse essere gestito meglio; come accade in quelle scene in cui il perfetto connubio tra effetti speciali e musica/canzoni esalta ciò che stiamo vedendo e il punto più alto del film lo si raggiunge nella scena in cui ‘O Re canta: L’erba cattiva (al link, solo una piccola parte della scena citata).
La breve durata del film che, da una parte aiuta a seguire la vicenda senza annoiarsi, dall’altra parte lascia personaggi appena abbozzati, concentrandosi soprattutto su Angelica, Salvatore Lo Giusto e il loro rapporto. La stessa Mia, la protagonista vera e propria sembra cadere in secondo piano e non bastano le scene in cui lei si trova coinvolta in prima persona per elevarla a protagonista vera e propria proprio perché la scena è oscurata dai personaggi ben più incisivi. La cosa che da un ulteriore e ultimo colpo al giudizio complessivo è il finale: una corsa rocambolesca e densa di eventi che si chiudono con un frenata “in levare” che chi scrive, ha trovato davvero troppo brusca.
Aspetti positivi
- Gli effetti speciali
- La colonna sonora
- Tutte le scene con una canzone
Aspetti negativi
- La protagonista è poco incisiva
- Il finale
- Tanti personaggi appena abbozzati