Guardiani della Galassia – Volume 3 (2023): una buona chiusura per la trilogia di James Gunn

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Teaser + Trailer del film Guardiani della Galassia – Volume 3

Il film fu annunciato nel 2017 prima dal presidente dei Marvel Studios – Kevin Feige – e in seguito dal regista e sceneggiatore James Gunn. Il volume 3 prevede l’ingresso del personaggio di Adam Warlock, che era già previsto nel volume 2 ma che poi fu tagliato su volontà del regista. La produzione ha visto un rallentamento a causa del licenziamento di Gunn, a seguito di alcune polemiche nate da certi suoi commenti sui social ritenuti offensivi. Dopo varie vicissitudini – fra cui l’intervento di gran parte del cast principale a suo sostegno – il regista fu riassunto nel 2019 e ciò gli permise di portare a compimento l’impegno che aveva preso con la Warner Bros per il film The Suicide Squad – Missione suicida (2021).

Nel film si vede il ritorno del personaggio di Gamora, uccisa nel film Avengers: Infinity War (2018) e, con un espediente usato nella pellicola Avengers: Endgame (2019), riportata in vita. Sorte che non è toccata al personaggio di Yondu il cui sacrificio sarebbe stato vanificato da una sua resurrezione – a detta dello stesso James Gunn. Se la colonna musicale dei due film precedenti era legata esclusivamente agli anni Settanta, in questa pellicola si ha un ampliamento del periodo, andando a includere brani che appartengono a diversi decenni.

Il film è stato presentato in anteprima mondiale il 22 aprile 2023 a Disneyland Paris e sarà nelle sale italiane a partire dal 3 maggio 2023. È l’ultimo film della trilogia inizialmente prevista.

Vi troverete su una montagna russa divertente, poi salirete su una montagna russa emozionante, poi cambierete ancora una volta e salirete su una montagna russa piena d’azione. Quando vi sedete su quella poltroncina, volete che il vostro cuore venga trasportato in un’avventura e volete che la vostra mente venga messa alla prova, ma volete anche che i vostri sensi vengano stimolati. Sento che Guardiani della Galassia: Volume 3 riuscirà a fare proprio questo.

Zoe Saldana

Trama di Guardiani della Galassia – Volume 3

L’episodio – che rappresenta l’epilogo della trilogia ideata da James Gunn – vede come fulcro centrale la storia di Rocket: dalla sua “nascita” per mano dell’Alto Evoluzionario allo sviluppo del suo intelletto, per giungere alla rincorsa per salvarlo da una morte certa. Il gruppo che avevamo lasciato nel volume due si scontrerà con l’Alto Evoluzionario e la sua smania per il procione, creando nuovi equilibri e mostrando lati ancora sconosciuti. Durante questa avventura, Peter Quill – Star Lord – deve fare i conti con i suoi sentimenti per Gamora, tornata in vita ma senza memoria del suo passato. Non mancano gli ingressi di nuovi personaggi comprimari come il cane spaziale Cosmo e Adam Warlock, quest’ultimo sotto ricatto dell’Alto Evoluzionario.

Guardiani della galassia Volume 3 - Foto di gruppo dei guardiani
Guardiani della galassia – Volume 3 – Foto di gruppo dei guardiani

Recensione di Guardiani della Galassia – Volume 3

Per fare una recensione onesta non si può evitare di fare una considerazione di fondo ovvero che i film dell’universo Marvel – così come quelli della concorrente DC Comics – sono la new age dei kolossal: tanta parte tecnica e molti effetti sorprendenti; moltissimi attori usati di cui alcuni come special guest; trama che farebbe invidia alle epopee di omerica memoria. Per cui, diventa pressoché impossibile valutare la parte prettamente specialistica perché davvero ci sarebbe ben poco da imputare. Non per niente, James Gunn e i Marvel Studios si sono affidati a una troupe di livello: la scenografa Beth Mickle e il compositore John Murphy, che avevano già lavorato con Gunn in The Suicide Squad – Missione suicida; il direttore della fotografia Henry Braham, che aveva partecipato anche a Guardiani della galassia – Volume 2 (2017); i montatori Fred Raskin, nel cast dell’intera trilogia, e Greg D’Auria, novità della saga che ha lavorato con Gunn nella serie tv Peacemaker (2022); la costumista Judianna Makovsky e il supervisore musicale Dave Jordan, presenti in molti film della Marvel Studios. Una crew di tutto rispetto che ha contribuito alla resa del film.

Altra cosa da tenere in considerazione: James Gunn ha realizzato l’intera trilogia dei Guardiani, portando a compimento la sua idea di origine, contraddistinta da un primo volume dedicato alle madri, un secondo volume rivolto ai padri e l’ultimo che mette a confronto i personaggi principali, con e fra sé stessi. Aspetto da non sottovalutare, soprattutto visto che la pellicola analizzata è quella di chiusura. Per cui, gli aspetti su cui vale la pena soffermarsi sono sostanzialmente tre: la storia, la messa in scena e l’interpretazione.

Guardiani della galassia Volume 3 - Una scena del film
Guardiani della galassia – Volume 3 – Una scena del film

L’autore, in questo capitolo, ha usato come espediente un trauma sia per ripercorrere la genesi del procione combattente sia per mettere in evidenza lo sviluppo – o involuzione, per certi versi – degli altri guardiani. Il villain, in questo caso, è rappresentato dall’Alto Evoluzionario, interpretato da Chukwudi Iwuji – altro attore entrato a far parte della squadra di Gunn con Peacemaker – il cui scopo è quello di generare un essere evoluto che popoli la Contro-Terra, mondo rappresentato con una certa satira. Per quanto funzionale alla narrazione su Rocket, il personaggio non risulta solido, nei modi e nella sostanza: l’interpretazione che ne viene fatta rasenta una follia fine a sé, mettendo in ombra la motivazione principale che guida l’Alto Evoluzionario. La ripetizione vocale ridondante non è sufficiente e, alla fine, può risultare fastidiosa: in due ore e mezza di film sarebbe stato interessante approfondire tale aspetto. Invece, si mettono dei bambini in gabbia, degli incroci improbabili fra specie animali e, secondo l’autore, il gioco è fatto. Anche lo scontro finale fra il cattivo e la squadra dei buoni viene risolto come nei vecchi western americani – ma questa è un po’ narrazione comune nei film dei supereroi, con rare eccezioni, spesso nell’universo DC Comics.

Oltre a un avversario strutturalmente debole – molto lontano da Ronan e da Ego dei primi due capitoli – Gunn ha la poco brillante idea di inserire il personaggio di Adam Warlock, interpretato da Will Poulter. Tale inserimento doveva già avvenire nel secondo capitolo della saga ma poi, fortunatamente, l’autore ritenne opportuno dedicare le sue attenzioni esclusivamente a Mantis – con un ottimo risultato. Warlock fa la sua apparizione all’inizio, senza un perché, e si scoprirà in seguito il suo ruolo alla mercé dell’Alto Evoluzionario – non per un compenso economico ma per la salvaguardia della sua razza. Ma il dubbio che sia un personaggio gettato nella mischia senza una particolare ragione viene, soprattutto a seguito anche del prosieguo della pellicola: se non ci fosse stato, la narrazione non ne avrebbe risentito, mantenendo la sua linearità e risparmiandoci altri risparmiati minuti dedicati esclusivamente a scontri con il guardiano di turno – senz’altro d’effetto ma, alla lunga, ripetitivi. È vero che avere un personaggio nuovo alimenta il seguito degli appassionati e tanto può bastare alla produzione, ma non a uno spettatore attento e lettore affezionato dei fumetti Marvel. Sarebbe stato meglio estrapolare Warlock invece che fagocitarlo nel meccanismo primario, che è quello dell’esaltazione della spettacolarizzazione. Del resto, Poulter rende efficace lo straniamento del personaggio, quasi volesse far trasparire la sua incomprensione alla partecipazione a questa storia.

Guardiani della galassia Volume 3 - Warlock
Guardiani della galassia – Volume 3 – Warlock

I guardiani, in questo ultimo atto, subisco invece una ricollocazione all’interno del racconto: a un Drax – Dave Bautista – che diventa sempre più gigionesco viene contrapposta una Mantis – Pom Klementieff – più consapevole di sé; inoltre, ritroviamo un Groot – che nella versione originale vede la voce di Vin Diesel – che ha la possibilità di rigenerarsi rapidamente, e una Nebula – Karen Gillan – che da cattiva figlia reietta di Thanos è passata a essere la leader del gruppo. Star Lord – Chris Pratt – sembra cedere il passo, giustificato dal non avere ancora superato la perdita dell’amata dalla pelle verde. Tutto funzionale per la chiusura di questa narrazione e per l’apertura di un nuovo gruppo, che prevede l’uscita di Gamora – Zoe Saldana – senza memoria e affiliata ai Ravagers capitanati da Stakar Ogord – portato sullo schermo, già nel volume 2, da Sylvester Stallone. Oltre alla sua, ci saranno altre defezioni, conseguenti alla volontà di ciascuno di perseguire una nuova vita. La loro mutazione è evidente, arricchita dalla solita ironia che piace a Gunn, e che non infastidisce, soprattutto chi ha seguito i lavori precedenti: tale metamorfosi è efficace per una conciliazione finale credibile e non artefatta. Gli interpreti seguono le linee guida del regista in maniera ligia con la sola eccezione di Pratt che risulta, in certi momenti, quasi svogliato – non era contestuale alla scena a cui stava partecipando – perso tanto quanto il suo casco che, al momento del bisogno, non fa la sua apparizione.

Va dato merito all’autore di essere riuscito a mettere insieme il tutto in maniera decisamente efficiente: la sua rappresentazione, fra ironia ed effetti che accentuano la messa in scena, in connubio con il lavoro della troupe tecnica rende il film decisamente gradevole. La durata della pellicola supera le due ore ma fa parte dell’intrattenimento che offre questo genere di evento: come a compensare la spesa del biglietto, viene dato un tot di show fatto da effetti, battute e spettacolarizzazione. Un meccanismo che lascia lo spettatore soddisfatto, inglobato in tanta grandiosità e che lo porta ad appassionarsi senza stare troppo a pensare alla trama o ai personaggi. Anzi: questa sovrabbondanza lo porta a una sensazione di sazietà.

Parte rilevantissima del successo della pellicola è la musica, che il regista usa in maniera furbescamente opportuna, con innesti di hits che hanno fatto la storia del secolo scorso – dai Beastie Boys a Bruce Springsteen. Del resto, Gunn sa fare il suo mestiere e ha imparato da Hollywood che un buon accompagnamento musicale può dare quel quid in più.

Guardiani della galassia Volume 3 - Frame dall'inizio del film
Guardiani della galassia – Volume 3 – Frame dall’inizio del film

In conclusione

James Gunn, insieme agli Studios Disney e Marvel, ha realizzato un ottimo prodotto commerciale: facilmente vendibile, di buona qualità e soddisfacente a gran parte del pubblico mainstream. Certo, non è privo di difetti ed è pregno di sentimentalismo e buonismo, ma è sicuramente un’opera in cui si può riscontrare l’ingegno degli artisti che ci hanno messo mano.

Voleremo via tutti insieme…un’ultima volta… nel cielo eterno e bellissimo.

Rocket Racoon

Note positive

  • Musica coinvolgente
  • Spettacolo ben congeniato
  • Ottima parte tecnica
  • Buona chiosa finale dei guardiani

Note negative

  • Alcuni personaggi deficitari di identità
  • Racconto poco sfruttato
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