Hello world (2019): Se il tuo mondo fosse soltanto una registrazione di quello reale?

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Hello world locandina film

Hello world

Titolo originale: Harō Wārudo

Anno: 2019

Paese: Giappone

Genere: Animazione, sentimentale, fantascienza

Produzione: CyberAgent, Graphinica, Movic, Shueisha, Toho Company

Distribuzione:  Koch Media

Durata: 97 min

Regia: Tomohiko Itô

Sceneggiatura: Mado Nozaki

Trailer italiano di Hello World

Trama di Hello World

Nel 2027, un giovane timido e schivo studente del liceo di Kyoto, Naomi Katagaki, da sempre appassionato di letteratura e facente parte del circolo della biblioteca, incontra il sé stesso del futuro, o meglio il sé stesso proveniente dal mondo reale che gli spiega che questo mondo del 2027 si basa esclusivamente su dati digitali, divenendo l’esatta copia della realtà.

Il futuro Katagaki ha una missione da affidare a Naomi: salvare la vita della scontrosa Ruri Ichigyō che fa parte del medesimo liceo del giovane e frequenta il medesimo gruppo di biblioteca. Il motivo della missione? Naomi e Ruri nell’arco di tre mesi si innamoreranno ma poi questa perirà colpita da un fulmine, il compito del liceale Katagaki è quelli d’imparare a manovrare i dati e la realtà di questo mondo per impedire che questo avvenimento accada senza farsi scoprire dagli agenti e protettori della realtà virtuale, che devono preservare il giusto scorrere degli eventi ed evitare qualsiasi divergenza con la realtà.

Naomi Katagaki in Hello World
Naomi Katagaki in Hello World

Recensione di Hello World

Il cinema anime giapponese si è sempre mostrato interessato a narrare tematiche legate all’ambito della fantascienza – filosofica in cui dei personaggi si trovano a lottare con il senso di libero arbitrio e di scelta autonoma come accade nel cult movie d’eccellenza  Ghost in the Shell o anche in variegate altre serie tv come lo stesso Attacco dei Giganti considerando ad esempio il personaggio di Mikasa Ackerman. In Hello World il regista Tomohiko Itō, dopo averci trascinato nella realtà virtuale con la pellicola Sword Art Online – The Movie: Ordinal Scale, ecco che nel 2019 si trascina nuovamente all’interno di un mondo che solo all’apparenza sembra essere reale ma che invece non è altro che un “universo” forgiato da dati derivati da varie registrazioni del mondo reale, o (meglio) da quegli esseri viventi che hanno la convinzione di “reali”, ma la realtà esiste realmente? Oppure siamo solo dei dati e delle copie di vari universi che seguono un percorso prestabilito in cui il libero arbitrio è solo una mera credenza? Ecco l’opera drammaturgica di Tomohiko Itō vuole trattare di tutto ciò entro un film che viaggia sui binari dell’amore sentimentale, tematica che prende il sopravvento sul lato fantascientifico – riflessivo.

La struttura della narrazione visibile in Hello World è piuttosto tradizionale ricalcando il classico viaggio dell’eroe ipotizzato da Christopher Vogler, dove un personaggio normale e senza nessuna caratteristica speciale come Naomi Katagaki riceve una chiamata all’avventura dal suo sé proveniente da un altro mondo che assume il ruolo di mentore, tanto che il ragazzo inizierà a chiamarlo nella pellicola Maestro. Pur mancando totalmente il classico Rifiuto della chiamata assistiamo quasi immediatamente al giovane Naomi che accetta la sfida per aiutare il suo mentore che ha un solo obiettivo rivedere la sua amata ed evitare che questa perda nuovamente la vita. Anche il secondo atto segue quasi punto per punto la struttura del Viaggio dell’eroe dove il protagonista incontra degli amici lungo il suo percorso come il corvo ma anche dei nemici, come i robot anti – virus che devono proteggere il corso degli eventi. Ovviamente all’interno della pellicola non mancherà il classico addestramento dove il “costruttore” dovrà imparare a utilizzare l’arma fisica – mentale che ha ottenuto grazie al suo sé futuro, ovvero una mano in grado di forgiare e modificare i dati dell’universo al fine di scacciare il fulmine nel momento in cui starà per colpire e uccidere Ruri Ichigyō. Ovviamente non tutto andrà come sperato ma l’egoismo del suo Maestro e la presenza dei robot gli complicheranno terribilmente la vita portandolo a far conoscenza della morte stessa.

Ruri Ichigyō in Hello World
Ruri Ichigyō in Hello World

Se Hello World pone alcune interessanti riflessioni sul concetto di realtà parlandoci di una tecnologia in grado di replicare un intera comunità in cui nessuno possiede reale scelta, ecco che il tutto ricade eccessivamente nel lato più emozionale della storia, tanto che la venatura sentimentale prende fin troppo spazio andando a togliere potenza al tema centrale della vicenda che risulta più accattivante e interessante riguardo alla storia d’amore, carina ma poco originale, anche a causa di una creazione dei personaggi poco convincente che non dona la giusta emozionalità alla storia. Un esempio evidente dall’assenza emozionale è il rapporto tra Naomi e il Maestro che non funziona a causa di una eccessiva superficialità narrativa, tanto che l’allenamento stesso di Naomi occupa una porzione della narrazione fin troppo limitata, tanto che non vediamo mai crescere questo rapporto tanto che i due personaggi sembrano essere piuttosto freddi.

Ciò che però stona nettamente all’interno del costrutto drammaturgico della pellicola è la mancanza d’introspezione del materiale narrativo tanto che Naomi nel momento in cui vede il sé futuro e scopre di essere una “marionetta” non ha un reale sconvolgimento interiore, stesso discorso vale per Ruri Ichigyō, ma come si fa a rimanere tranquilli e felici quando ti viene dichiarato che tu sei una copia senza libertà di scelta? Hello World invece mostra un protagonista che dopo aver avuto questa notizia continua a vivere come se niente fosse.

Per quanto concerne la grafica realizzata dallo studio Graphinica non possiamo che apprezzarla nonostante un uso costante di CGI tipico di molte produzioni nipponiche e un richiamo allo stile di Makoto Shinkai. Inoltre la storia così per come è costruita richiama, a tratti anche visivamente, il cult movie di Nolan Inception.

Note positive

  • Un buon ritmo visivo

Note negative

  • La costruzione dei personaggi
  • La superficialità nel mostrare la tematica
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