Homeland (2023). L’inizio della speranza nei meandri di una dittatura

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Locandina di Homeland (2023)

Homeland

Titolo originale: Pátria

Anno: 2023

Nazione: Portogallo

Genere: drammatico

Casa di produzione: Caracol Protagonista

Distribuzione italiana:

Durata: 81 minuti

Regia: Bruno Gascon

Sceneggiatura: Bruno Gascon

Fotografia: Pedro Bessa

Montaggio: Pedro Salvado

Musiche: Patrick Edward Fagan, Filipe Goulart

Attori: Rafael Morais, Michalina Olszanska, Tomás Alves, Iris Cayatte, Matamba Joaquim, Raimundo Cosme, João Vicente, Ricardo Correia

Trailer di Homeland

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

In concorso al Lucca Film Festival, il 26 settembre 2023 al Cinema Centrale, è stato presentato in anteprima italiana “Homeland”, diretto dal regista portoghese Bruno Gascon. Il regista è noto per opere cinematografiche come “Carga” (2018), “Sombra” (2021) e la miniserie “Sombra – uma mãe sabe” (2022). Tutte queste produzioni audiovisive hanno avuto una distribuzione limitata in Italia, essendo state proiettate solamente in alcuni festival cinematografici, situazione che al momento si riflette anche per “Homeland” (noto come “Pátria” in Portogallo) in Italia.

Trama di Homeland

In un mondo distopico, impera un regime dittatoriale autoritario che esercita un controllo totale, privando i suoi cittadini di qualsiasi forma di vera libertà. Coloro che osano sfidare questa dittatura vengono emarginati dalla società, deprivati della loro umanità e della speranza stessa. Questi individui, uomini e donne, sono costretti a portare un distintivo rosso sul braccio e vengono comunemente chiamati “Espatriati”. La loro unica utilità è servire come manodopera a basso costo per svolgere lavori estremamente gravosi. In questo contesto, vive Mario, noto a tutti come Rocky, un uomo che ha perso la sua famiglia a causa del regime e che ora cerca disperatamente di sopravvivere giorno dopo giorno, piegando la testa, all’interno di una comunità di Espatriati. Qui, ha instaurato un profondo legame di amicizia con Ismael, un uomo coraggioso che tenta incessantemente di fuggire da questa società opprimente, senza però riuscirci. Durante la notte, per tutti gli Espatriati è in vigore il coprifuoco, e chiunque venga sorpreso per strada rischia di subire violenze fisiche o, ancor peggio, di essere ucciso da un gruppo estremista fedele allo Stato, conosciuto come SSK. Ismael, però, ha raggiunto un punto di rottura in cui non può più sopportare questa esistenza. Un giorno, compie un gesto impensabile per un Espatriato, dando inizio a una serie di eventi che spingeranno Rocky a intraprendere una lotta per la libertà.

Rocky - Homeland
Rocky – Homeland

Recensione di Homeland

Victor Hugo

Quando la dittatura è un dato di fatto, la rivoluzione diviene un diritto 

Il lungometraggio di Bruno Gascon si apre con questa citazione di Victor Hugo, che serve come punto di partenza per la costruzione drammaturgica dell’opera audiovisiva. Il film richiama la filosofia del poeta e drammaturgo francese, vissuto nel periodo compreso tra il 1802 e il 1885, il quale, con il suo lavoro “I miserabili,” ha sapientemente narrato il senso della monarchia e la necessità di una lotta armata per ottenere la libertà, a qualsiasi costo, persino al prezzo della propria vita. Bruno Gascon segue le orme di Hugo, creando una storia intrisa di disumanità, in cui una parte della popolazione mondiale viene maltrattata e trattata come bestiame destinato al macello. Gli “Espatriati,” agli occhi della società, non sono considerati esseri umani, ma semplicemente individui sfruttati per lavori pesanti a basso costo.

Come i grandi romanzi distopici ambientati nelle dittature, come ad esempio “1984” di George Orwell, “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury e “Il mondo nuovo” di Aldous Huxley, “Homeland” assume, nel suo sviluppo, una svolta narrativa che si concentra sul tema della resistenza. La narrazione, difatti, si basa su una storia di ribellione intrisa di speranza. Questa sensazione di speranza emerge in modo potente e chiaro nel finale. Tuttavia, è un peccato che la tematica, anche se intrigante, non sia sostenuta da una trama ben sviluppata, soprattutto a causa della mancanza di una sufficiente costruzione del mondo in cui si svolge la storia. Il film sembra dimenticare di spiegare in modo adeguato il contesto storico e la società in cui i personaggi si trovano, nonostante un inizio promettente. “Homeland” inizia con suggestive immagini d’archivio in bianco e nero che riepilogano la crudeltà delle grandi dittature nazionali del Novecento, fino a narrare la loro caduta seguita da una speranza democratica. Tuttavia, nel mondo immaginato da Bruno Gascon, dopo la Seconda Guerra Mondiale, non si è instaurata un’era di libertà, ma piuttosto una crudele dittatura globale, che nel film richiama visivamente ed emotivamente elementi del nazismo e del fascismo (attraverso la rappresentazione delle SSK, ma non solo) e il romanzo “1984” (tramite l’uso onnipresente di manifesti rossi fuoco raffiguranti l’occhio che tutto vede). Tutto ciò rappresenta l’elemento d’interesse predominante del film.

“Homeland,” che è strutturato in tre capitoli narrativi, soffre del problema di non essere in grado di descrivere in modo soddisfacente il mondo e la società in cui sono immersi i personaggi, rendendo difficile per gli spettatori comprendere il funzionamento di questa dittatura. Durante l’intera durata del film, vengono mostrati solo personaggi appartenenti alla SSK, che fungono da antagonisti, e agli Espatriati, ma si trascura completamente il modo in cui vivono coloro che sostengono lo Stato o che rimangono neutri. Inoltre, la narrazione presenta evidenti buchi di trama; ad esempio, Ismael cerca disperatamente di fuggire, ma dove pensa di andare? Non si tratta di una dittatura mondiale? Come può sperare di trovare la felicità altrove quando tutto il mondo è sottomesso al medesimo potere? Quindi, la costruzione di una resistenza impostata su una rete che tenta, in tutti i modi possibili, di far fuggire gli “Espatriati” dalla città appare assurda. Anche il personaggio di Sarah (Michalina Olszanska) a un certo punto del film dichiara che la fuga non serve a nulla, dal momento che la democrazia non esiste più. I personaggi, sebbene ben sviluppati nelle loro storie di background, diventano sfocati man mano che il film avanza, a causa della mancanza di approfondimento del mondo e dell’ambientazione in cui si trovano. La mancanza di una adeguata costruzione del mondo rende il film, col passare del tempo, monotono, facendoci perdere interesse per le sorti dei protagonisti, nonostante un finale ben realizzato.

Rafael Morais in Homeland (2023)
Rafael Morais in Homeland (2023)

In conclusione

Homeland” di Bruno Gascon, ispirato dalla filosofia di Victor Hugo, è un film che presenta una società distopica in cui gli “Espatriati” sono sfruttati e maltrattati. Tuttavia, il film soffre di una mancanza di approfondimento nella costruzione del mondo e dell’ambientazione, rendendo difficile per gli spettatori comprendere appieno il contesto in cui si svolge la storia. Inoltre, la narrazione si concentra sulla resistenza ma presenta buchi di trama evidenti, e i personaggi, sebbene ben sviluppati nelle loro storie di background, perdono progressivamente interesse a causa della mancanza di un mondo ben definito.

Note positive:

  • Inspirazione Filosofica: Il film trae ispirazione dalla filosofia di Victor Hugo, introducendo temi di lotta per la libertà e oppressione.
  • Potenziale Intrigante: L’idea di una dittatura globale e di una resistenza offre un’opportunità intrigante per una storia di ribellione e speranza.
  • Buone Interpretazioni: Gli attori forniscono interpretazioni solide e convincenti dei loro personaggi, rendendo le loro storie di background interessanti.

Note negative:

  • Costruzione del Mondo Carente: Il film manca di una costruzione del mondo adeguata, non spiegando chiaramente come questa dittatura globale sia emersa o come funzioni la società.
  • Buchi di Trama: La narrazione presenta buchi di trama evidenti, come la fuga degli “Espatriati” in un mondo presumibilmente ancora sotto il controllo della dittatura.
  • Perdita di Interesse: A causa della mancanza di un contesto ben definito, i personaggi e la storia perdono interesse col passare del tempo, rendendo il film meno coinvolgente.
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