Il colore del melograno (1969). Una biografia in bilico tra realtà e fantasia.

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Il colore del melograno

Il colore del melograno

Titolo originale: Sayat Nova 

Anno: 1969

Nazione: Unione Sovietica

Genere: Biografico

Casa di produzione: Armenfilm, Yerevan Film Studio

Distribuzione italiana:

Durata: 75 min

Regia:  Sergei Parajanov

Sceneggiatura: Sergei Parajano

Fotografia: Suren Shakhbazyan, Martyn Shakhbazyan

Montaggio: M. Ponomarenko, Sergei Parajanov

Musiche: Tigran Mansuryan

Attori: Sofiko Chiaureli, Melkon Aleksanyan, Vilen Galstyan, Georgi Gegechkory, Onik Minasyan, Spartak Bagashvili, Medea Djaparidze

Trailer de Il colore del melograno

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Il colore del melograno è una pellicola diretta da Sergej Iosifovič Paradžanov, regista surrealista nato in Georgia da genitori armeni. Per realizzare la pellicola, l’autore si trasferi in Armenia da Keiv e per terminare le riprese gli servirono parecchi anni, in cui ha dovuto utilizzare mezzi di fortuna e si è trovato costretto a superare numerosi ostacoli come la censura sovietica, dove svariati funzionari del Partito Comunista reagirono negativamente al trattamento poetico che Sergej Iosifovič Paradžanov aveva riservato alla vita di Sayat-Nova. Per evitare queste problematiche, connesse alla censura, il regista optò per un cambio di titolo passando da Sayat-Nova a Il colore del melograno, oltre a eliminare dal lungometraggio qualsiasi riferimento al nome di Sayat-Nova dalla versione originale armena, sia nei riconoscimenti che nei titoli dei capitoli. La Commissione di stato sovietica inizialmente blocco la distribuzione del film al di fuori dell’Armenia, dove venne distriubuito nell’ottobre del 1959 per una durata di settantasette minuti. Nel 2014 il film venne restaurato digitalmente e rimontato in modo da essere il più vicino possibile alla visione originale del registata. Questa versione venne presentato alla 67ª edizione del Festival di Cannes, per poi uscire in Blu-ray nel Regno Unito, il 19 aprile 2018, insieme al documentario del 1969 di Mikhail Vartanov, The Color of Armenian Land.

Trama de Il colore del melograno

Il film racconta la vita del trovatore armeno del Settecento Sayat Nova, dall’infanzia fino alla sua morte. La pellicola è un tentativo di spiegare la vita di Sayat-Nova in modo poetico, non esiste una narrativa lineare tradizionale nel lungometraggio, ma piuttosto una serie di immagini simboliche che esplorano temi poetici e culturali. La storia si apre con l’infanzia di Sayat Nova, mostrando la sua educazione e l’influenza della musica e della poesia nella sua vita. Successivamente, ci sono sequenze che rappresentano il suo addestramento spirituale e il suo impegno religioso come monaco, il suo rapporto con la natura e le sue esperienze amorose. Non ci sono dialoghi tradizionali, ma il film utilizza versi poetici e testi scritti per trasmettere significati ed emozioni. Il film, dunque, suddiviso in svariati capitoli, in cui troviamo le poesie del trovatore armeno, si conduce all’interno della vita del poeta, passando dalla sua infanzia, giovinezza, alla sua vita dentro la corte del principe, il monastero, il sogno anzianità, l’angelo della morte e alla fine morte.

Il colore del melograno (1969)
Il colore del melograno (1969)

Recensione de Il colore del melograno

Le scene del film sono dei veri e propri tableaux vivants dove la parte biografica lascia spazio all’inconscio e al simbolismo, anche per questo il regista fu censurato dal regime sovietico, poiché accusato di deviare troppo dal realismo russo, stile che era praticamente obbligatorio in quel periodo. Infatti, la pellicola è un susseguirsi abbacinante di immagini, allegorie, canti armeni, folklore, metafore. Il film esplora svariati temi come la spiritualità, la poesia, ma soprattutto analizza l’identità armena, che rischiava di essere cancellata dall’Unione Sovietica. Il melograno è il simbolo dell’Armenia, spesso rappresentato sui manoscritti e raffigurato nelle croci di pietra khačkar, insieme all’uva e ai suoi tralci. Un frutto simbolo di salute, abbondanza e prosperità in molte culture, espressione dell’esuberanza della vita.

Uno degli elementi cardine della cinematografia di Sergei Parajanov è l’uso di numerosi simbolismi, che vanno a rendere la pellicola di difficile comprensione, nei suoi vari punti di lettura da parte del pubblico. Una degli elementi chiave de Il colore del melograno è il colore. Ogni scena è ricca di colori vibranti e saturi che contribuiscono a creare un’atmosfera visivamente stimolante. Ovviamente tutti i colori usati hanno un loro significato ben preciso e niente è lasciato a caso, ad esempio il bianco viene utilizzato per esprimere un senso di spiritualità. Altro elemento simbolico, come visto sopra, è il melograno, che rappresenta la fertilità e il senso di desiderio, mentre i suoi semi rimandano alla vita e alla rinascita. Inoltre nel lungometraggio troviamo la presenza di numerosi oggetti rituali come incensi, candele o iconografie e strumenti musicali, elementi che ci rimandano a una componente narrativa sacra e alquanto misteriosa. Inoltre troviamo la presenza di numerose maschere e travestimenti. Nel film vengono mostrate diverse scene in cui i personaggi indossano maschere o si travestono. Questi elementi rappresentano l’idea di identità e mascheramento, esplorando la dualità e la natura nascosta dell’individuo.

Lo stile narrativo e visivo è quello che poi caratterizzerà tutta la poetica del regista, una certa staticità delle immagini contrapposta alla vividezza dei colori, in grado di suscitare una risposta emotiva molto potente nello spettatore. Il film presenta pochi dialoghi, soprattutto citazioni di poesie di Sayat-Nova. L’attrice Sofiko Ciaureli interpreta sei personaggi diversi (il giovane poeta / l’amata del poeta / la musa del poeta / mimo / angelo della resurrezione). Paradžanov ha affermato di essersi ispirato ai manoscritti miniati armeni per la messa in scena delle pose e dei colori.

Fotogramma de Il colore del melograno
Fotogramma de Il colore del melograno

In conclusione

Un film di rara bellezza che abbaglia e rapisce, riuscendo a non assomigliare a nessun altra opera. Una gemma imperdibile per chi ama il cinema.

“Il colore del melograno di Parajanov è di una bellezza perfetta. Parajanov, secondo me, è uno dei migliori registi al mondo.”

-Michelangelo Antonioni-

È importante sottolineare che il film è altamente simbolico e aperto all’interpretazione personale. Gli stessi simboli, onnipresenti all’interno del lungometraggio, possono essere interpretati in modi diversi da diversi spettatori. Il regista Sergei Parajanov ha intenzionalmente creato un’opera d’arte complessa e multistrato, lasciando agli spettatori la libertà di dare un significato personale ai simboli presenti nel film.

Note positive:

  • Il surrealismo delle immagini,
  • La bellezza dei colori e delle poesie citate nel film.

Note positive:

  • Il surrealismo delle immagini,
  • La bellezza dei colori e delle poesie citate nel film.
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