Il gigante (1956): i tempi cambiano e noi con loro

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Locandina de Il Gigante

Il gigante

Titolo originale: Giant 

Anno: 1956

Nazione: Stati Uniti d’America

Genere: Drammatico

Casa di produzione: Giant Productions, Warner Bros. Pictures

Distribuzione italiana: Warner Bros. Pictures

Durata: 198 min

Regia: George Stevens

Sceneggiatura: Ivan Moffat, Fred Guiol

Fotografia: William C. Mellor

Montaggio: William Hornbeck

Musiche: Dimitri Tiomkin

Attori: Elizabeth Taylor, Rock Hudson, James Dean, Mercedes McCambridge, Chill Wills, Carroll Baker, Dennis Hopper, Sal Mineo, Rod Taylor

Trailer de Il Gigante

Informazioni sul film e dove vederlo

Con due candidature al Golden Globe e ben dieci nomination al Premio Oscar 1957, in cui ottenne il premio come miglior regia a George Stevens (Il cavaliere della valle solitaria, 1953; Il diario di Anna Frank, 1959), Il gigante del 1956 fu un enorme successo di critica e di pubblico, ottenendo al botteghino una cifra record, per quanto riguarda la Warner Brothers, di ben 35 milioni di dollari, un record che rimase imbattuto fino all’uscita di Superman di Richard Donner del ’78.  La sceneggiatura è scritta a quattro mani da Fred Guiol, Ivan Moffat su un soggetto di Edna Ferber, scrittrice ungherese ambientata in america, che nel 1952 pubblico il romanzo Giant, da cui il film è tratto. Inoltre il lungometraggio segna la fine della carriera di James Dean, uno dei più influenti giovani attori della sua generazione. Il ragazzo, che ha ottenuto fama mondiale con la sua interpretazione di Jim Stark in Gioventù Bruciata, muore il 30 settembre 1955 a Cholame dopo essere rimasto vittima di un incidente stradale, perendo alla sola età di ventiquattro anni, sul finire delle riprese de Il Gigante. La troupe, per poter terminare il doppiaggio del personaggio interpretato dall’attore, ha chiamato Nick Adams, un amico di James Dean.

Trama de Il gigante

Jordan “Bick” Benedict, discendente da una ricca famiglia di allevatori del Texas, si reca un giorno nello stato federato del Maryland, per acquistare un puledro dalla famiglia benestante Lynnton. Sul luogo però l’uomo non trova solo un cavallo ma l’amore nella bella Leslie Lynnton, una giovane ardita dal forte carattere autoritario. I due hanno, al primo sguardo, un colpo di fulmine e, in men che si dica, coinvolgono a nozze. Leslie, ora diventata la signora Benedict, viene sradicata dalla propria terra nativa e condotta nell’arido Texas, un luogo solitario e aspro, assolutamente divergente dal tenero Maryland, segnato dal verde dei campi e dalla civiltà. I primi anni per Leslie non sono facili, trovandosi ad affrontare svariate difficoltà, come le incomprensioni con il marito, un uomo tradizionalista, riguardo a come comportarsi con la servitù e poi con i figli, oltre al complicato rapporto con la sorella dell’uomo, Liz, una donna che si dimostra ostile ai modi di fare della nuova signora Benedict. Nel frattempo, mentre fa conoscenza con il luogo e con i suoi abitanti, stringe un legame d’amicizia con un bracciante di Bick, Jett Rink, un giovane che intende fare fortuna.

Un giorno, a causa di una caduta da cavallo, Luz muore. Alla lettura del suo testamento Bick scopre che la sorella ha deciso di donare un pezzo di terra, di poco valore, a Jett Rink, il suo protetto, avendo nutrite per l’uomo da sempre una profonda simpatia. Bick è contrario a dividere il suo territorio, così cerca di acquistarlo dal giovane ma senza successo. Quel pezzo di terrà diverrà per Jett, una vera fortuna, quando scoprirà, in quel terreno arrido un pozzo di petrolio, una scoperta che lo renderà miliardario ma che lo cambierà nel profondo.

Fotogramma de Il Gigante
Fotogramma de Il Gigante

Recensione de Il gigante

Un ritratto epico e drammatico della storia del Texas narratoci tramite le gesta della potente e ricca famiglia di allevatori Benedict che ci conducono, con le loro vicissitudini familiari e generazionali dagli anni ’20 americani fino agli inizi del 1950. Un racconto all’insegna dalla nascita consumistica americana e texana, dove assistiamo, come spettatori, ai cambiamenti culturali ed economici della civiltà, di uno stato federale che scopre una nuova ricchezza dentro le proprie terre, come il petrolio, una sostanza che muterà profondamente la società e il modo di vivere della gente del Texas che entrerà in contatto con nuovi comfort, tra giardinetti e piscine, che iniziano a spazzare via, quei terreni arridi sabbiosi che hanno contraddistinto quello stato americano derubato ai Messicani. La storia narrataci risulta alquanto complessa e priva di una vera e propria retorica buonista, andando, nel corso della pellicola, a trattare svariate tematiche, come quelle scottanti riguardanti la parità razziale, uno dei temi bandiera dell’intera pellicola. Trattare questa tematica nel cinema americano degli anni ’56 non era cosa da poco, basti pensare che solo nel 1955, in Texas, venne abolita la dottrina razziale conosciuta come “separati ma uguali” e che nel 1956, in Alabama, nacque il movimento Montgomery Bus Boycott, quando Rosa Parks rifiutò di lasciare il proprio posto a sedere sull’autobus cittadini a un bianco, come era invece da protocollo. Il gigante, sotto svariati aspetti, può essere ritenuto come il primo film “commerciali” a farsi capo dei problemi razziali presenti nella cultura americana, ponendosi non dalla parte dei bianchi ma dalla parte degli indios messicani, che subivano ingiustizie da parte dei texani solo per il loro colore della pelle. Importante riguardo a questa tematica è la scrittura riguardante Jordan Benedict Jr. (Rock Hudson), un uomo che conosciamo come un individuo eticamente tradizionalista e restio al cambiamento, un uomo che non accetta l’uguaglianza tra bianchi e messicani, come si può denotare della scena del dottore, dove si rifiuta di concedere al medico dei bianchi di visitare gli uomini di colore, quando un piccolo bambino incas è gravemente malato. Nel corso del film, anche a causa delle scelte del suo primogenito maschio che sposerà una messicana, l’uomo si troverà a cambiare prospettiva diventando nel finale un vero e proprio paladino dell’uguaglianza tra razze.

La pellicola si può dividere essenzialmente in due parti monotematiche. La prima va a descrivere la vita matrimoniale dei Benedict. Leslie (Elizabeth Taylor) troverà nel ranch una vita assai divergente da quella lasciata nel Maryland, scontrandosi per la prima volta con l’arretratezza culturale maschile, tra cui quella del marito, che rifiutano di parlare di politica alle donne ritenendole delle teste vuote non adatte a quei discorsi. Il primo grande tema affrontato dunque è la differenza imposta dalla società e radicata nelle tradizioni tra il ruolo maschile e quello femminile, dove la donna è madre, custode della casa, una mentalità che stona profondamente con il mondo, che Leslie, ha conosciuto fino ad allora, avendo vissuto in una casa molto più armoniosa e paritaria. Nel frattempo si iniziano a vedere degli elementi narrativi rivolti al tema razziale. Leslie si dimostra interessata e benevola agli Indios mentre il marito e la sorella di lui sono assolutamente contrari a ciò e mantengono nei loro confronti un pugno di ferro. In parallelo a queste tematiche si assiste alla storia del petrolio, al giovane Jett che scopre in un fazzoletto di terra il proprio tesoro. Va sottolineato che in questa prima parte Jett si dimostra un giovane dal cuore grazioso e puro, contrariamente a quanto avviene nella seconda parte della pellicola. Già a fine primo tempo, nel momento in cui l’uomo scopre il petrolio, denotiamo in lui un profondo cambiamento, dove la cattiveria e l’arroganza prendono piede sul suo animo, iniziando a mangiarlo dall’interno. La seconda parte segna l’ascesa e la distruzione di  Jett, un uomo che avanza dal punto di vista economico, diventando il gigante della nuova società, un gigante però rotto, deturpato da un assenza di amore e di felicità. Jett ha un animo divorato dall’invidia per quel Benedict che possiede l’unica cosa che l’uomo vorrebbe, ovvero Leslie, la donna che ha amato. Anche Benedict non c’è la passa bene, anzi, l’uomo si accorge che il tempo sta svanendo e che i suoi figli, non sono esattamente ciò che lui sperava, soprattutto il primogenito, che non è intenzionato a continuare l’attività di famiglia ma a seguire i propri sogni da medico, mostrandosi più simile alla madre di natura e di cuore che non al padre rude e texano. Benedict si renderà conto di aver costruito si un impero, ma un impero destinato a terminare con la sua morte, un elemento che gli dona enorme tristezza, ma in questo evento dovrà imparare una nuova lezione di vita: se ami davvero i figli, devi lasciargli vivere la vita che hanno da sempre desiderato.

James Dean nel film Il Gigante
James Dean nel film Il Gigante

In conclusione

Un film prettamente moderno in grado di donarci un ritratto sentimentale dell’America e degli uomini del Texas, mostrando al pubblico una civiltà in perenne evoluzione dove gli uomini crescono, invecchiano e poi lasciano il proprio posto ai nuovi dentro un cerchio senza fine. Tutti i temi trattati dalla pellicola sono scottanti ieri come oggi, poiché il film ci parla di noi, della nostra avidità per il successo, la lotta per l’amore di una donna e le sofferenza che l’amore stesso dona in noi, inoltre Il gigante risulta un perfetto ritratto del ricambio generazionale e dalla trasformazione della famiglia arcaica che si sposta da una concettualizzazione patriarcale a una rivolta maggiormente all’ascolto dei singoli componenti del nucleo familiare. Il tutto è impreziosito delle abili interpretazioni di un cast che eccelle come Elizabeth Taylor, nella parte della moglie gentile di cuore, oppure James Dean, al suo ultimo film, che ci dona un interpretazione magistrale, incarnando le debolezza di ogni uomo che sogna il denaro ma che invece ricerca l’amore.

Note positive

  • Sceneggiatura
  • Regia
  • Interpretazione di Elizabeth Taylor e James Dean

Note negative

  • La famiglia di Leslie è troppo assente all’interno della pellicola, un elemento che stona un pizzico con il suo personaggio, profondamente attaccato ai propri genitori, come vediamo nelle prime scene.
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