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Il Ragazzo Più Bello Del Mondo
Titolo originale: he Most Beautiful Boy in the World
Anno: 2021
Paese: Svezia
Genere: Documentario
Produzione: Mantaray Film
Distribuzione: Wanted Cinema
Durata: 94 minuti
Regia e Sceneggiatura: Kristina Lindström, Kristian Petri
Fotografia: Erik Vallsten
Montaggio: Dino Jonsäter, Hanna Lejonqvis
Musiche: Filip Leyman, Anna Von Hausswolf
Attori principali: Björn Andrésen, Annike Andresen, Silva Filmer, Riyoko Ikeda, Margareta Krantz, Ann Lagerström
Kristina Lindström e Kristian Petri firmano un intimo documentario che ci porta a scoprire la vita e i segreti di Björn Andrésen, il ragazzo più bello del mondo. Una vita dannata, segnata dall’oblio. Al cinema dal 13 settembre 2021.
Trama de Il Ragazzo Più bello del Mondo
Björn Andrésen, il classico esempio del bello e dannato. Ancora in tenera età, Björn Andrésen viene scelto dal regista italiano Luchino Visconti come protagonista di “Morte A Venezia”, film che lancerà l’attore nell’olimpo degli attori più famosi di quel periodo. Definito dal regista “il ragazzo più bello del mondo”, Björn Andrésen vive la sua vita da star, girando il mondo e osannato per la sua bellezza. Ma non c’è solo la fama, infatti la sua vita è segnata dall’agonia, dall’angoscia e dalla tristezza. La dannazione dell’essere bello come un angelo.

Recensione de Il Ragazzo Più bello del Mondo
Il documentario è un viaggio malinconico e minuziosamente dettagliato nella triste vita di Björn Andrésen, ed è stato presentato in anteprima italiana alla 57° Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. Il film alterna riprese d’epoca degli eventi che hanno profondamente segnato il protagonista, con riprese nel presente, dirette magistralmente dai due registi, con inquadrature taglienti e movimenti di macchina delicati, che aprono le scene con una paradossale dolcezza. La regia del film risulta così essere una carezza amara per lo spettatore, che osserva passivo l’oblio del protagonista. La fotografia, firmata da Erik Vallsten è perciò fredda, glaciale, ed è così capace di trasmetterci tutta la malinconia del protagonista, mostrato in gioventù, bello come un angelo e in vecchiaia, ormai stanco e irriconoscibile, segnato dal tempo.

Le sceneggiatura della pellicola ci offre una narrazione lenta, che si lascia scoprire con il tempo, senza rivelare mai troppo, ma offrendoci continui spunti di riflessione e di connessione con Björn. Ci viene mostrato con freddezza il suo casting da parte di Visconti, per poi portarci dentro il set di “Morte a Venezia”, dove il protagonista arriva al suo apice. Dopo, ci viene raccontata tutta la sua vita: dannata e segnata dai fantasmi dal passato, come la ricerca di suo padre, i ricordi della madre, della sorella e dei suoi viaggi, tra cui il soggiorno in Giappone. Tutta questa narrazione è supportata dalle stupende musiche di Filip Leyman e Anna Von Hausswolff, con melodie classiche e delicate, che paradossalmente aiutano a creare un senso di malinconia e tristezza per tutti i 94 minuti di film. Il montaggio del film è magistralmente gestito, con l’alternarsi di filmati d’epoca e riprese nel presente, fusi insieme in maniera egregia, capaci di coesistere nel film in maniera equilibrata e sempre coerente. Ci troviamo quindi difronte a un eccellente documentario, la cui realizzazione ha richiesto cinque anni, sulla vita di un angelo dannato, usato e spremuto dal sistema che lo aveva elevato. Si potrebbe accostare l’immagine di Björn Andrésen a quella della Gioventù Bruciata, che trovò il suo massimo esponente in James Dean, ma no, Björn Andrésen non è questo, non ha sfruttato la sua vita al massimo rischiando tutto, al contrario, lui ha subito la vita. La vita lo ha schiacciato e portato alla deriva, lo ha elevato e poi fatto cadere nel vuoto, tenendolo vivo solo fisicamente, mentre mangiava la sua anima. Questo è Björn Andrésen, la rappresentazione della dannazione. Un uomo dannato e destinato all’oblio. Un angelo talmente bello che chiunque potesse, gli strappava una piuma dalle ali, finchè non potesse più volare.
“La mia carriera è stata una delle poche cose che è partita dai vertici assoluti e poi è crollata”.
– Björn Andrésen (2003)
NOTE POSITIVE
- Ottimo piano tecnico
- Storia interessante e protagonista caratteristico
NOTE NEGATIVE
- Leggera lentezza nella parte centrale che poteva essere ridotta di 10-15 minuti