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Il seme del fico sacro
Titolo originale: Les Graines du figuier sauvage
Anno: 2024
Genere: drammatico, thriller
Casa di produzione: Run Way Pictures, Parallel 45, ARTE France Cinéma
Distribuzione italiana: BiM Distribuzione, Lucky Red
Durata: 168 minuti
Regia: Mohammad Rasoulof
Sceneggiatura: Mohammad Rasoulof
Fotografia: Pooyan Aghababaei
Montaggio: Andrew Bird
Musiche: Karzan Mahmood
Attori: Missagh Zareh, Soheila Golestani, Setareh Maleki, Mahsa Rostami, Niousha Akhshi
Trailer di “Il seme del fico sacro”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
Il seme del fico sacro è stato presentato per la prima volta al Festival di Cannes in concorso per la Palma d’oro. Il regista, Mohammad Rasoulof, ha deciso di girare questo film nonostante le difficoltà legali con il proprio paese di origine: l’Iran. Il primo maggio del 2024, infatti, Rasoulof è stato interrogato dalle autorità del Paese e gli è stato revocato il passaporto. Rasoulof è riuscito comunque a presenziare a Cannes fuggendo clandestinamente dal suo Paese. Il resto della troupe e del cast non ha avuto altrettanto vita facile, subendo ritorsioni e minacce. In particolare l’attrice Soheila Golestami è stata arrestata dalle autorità iraniane.
Dopo la premiere a Cannes, il film è stato proiettato in diversi festival importanti, quali il Sydney Film Festival, il Telluride Film Festival e il Toronto International Film Festival. In Italia è stato presentato in programma al Festival del Cinema di Roma a ottobre del 2024, per poi approdare nelle sale italiane dal 20 febbraio 2025.
Il seme del fico sacro è presente agli Oscar 2025, avendo ottenuto una candidatura come Miglior film internazionale. Inoltre, ha ricevuto una candidatura anche ai premi César come Miglior film straniero.
Trama di “Il seme del fico sacro”
Iman ha finalmente ottenuto, dopo due decenni di lavoro, la promozione che attendeva: è ora addetto agli interrogatori e spetta a lui rinviare dinanzi al giudice gli accusati per una condanna che poi sarà certa. Ha una moglie devota e due figlie che studiano. La maggiore ha un’amica che viene gravemente sfigurata durante una manifestazione. Come aiutarla senza farlo sapere al capo famiglia? Per di più l’arma che e stata consegnata ad Iman al momento della promozione scompare da casa e lui rischia il carcere se non la si trova.

Recensione di “Il seme del fico sacro”
Il seme del fico sacro è un film che esce nel momento giusto per far sentire la sua voce sulla situazione insostenibile in Iran. Il trattamento riservato all’opposizione, a chi non è d’accordo con il regime, ha superato dei limiti. Mohammad Rasoulof, a modo suo, lo dimostra con questo film impavido e mordace. Rasoulof non ha paura di raccontare questa storia, anche se la sua decisione significa pericolo imminente. La paura che da un giorno all’altro possa arrivare una pena. Una condanna che il padre di famiglia Iman vuole evitare, se per caso non dovesse ritrovare la sua pistola. Una pistola che è l’oggetto di potere all’interno della famiglia. Per Iman, infatti, non è solo un’arma che ha preso in gestione per difendersi, ma anche uno strumento per tenere sotto controllo la sua famiglia. In particolare le due figlie che stanno assimilando dei pensieri non affini con i suoi. Iman è sempre stato fedele al regime. Per vent’anni ha servito il paese senza mai tirarsi indietro. Questo non vale per le sue figlie che nel regime non credono affatto. Anzi, quando una amica di Rezvan viene malmenata e rapita, la ragazza avvia un duro scontro con il padre, mettendogli sul piatto tutte le critiche a un paese nel quale non si sente al sicuro. Il padre, non accorgendosene, assomiglia sempre più a quel regime dispotico che reprime l’opposizione senza dar modo di confrontarsi. È più semplice abbattere il diverso piuttosto che comprendere ragioni diverse.
Nel corso della storia vediamo come la pistola non sia un oggetto banale, ma di vitale importanza per Iman. Sia per la questione lavorativa, sia per mantenere l’ordine in famiglia. Mantenere quel controllo che desidera avere in una società patriarcale dove le donne non hanno diritto di replica.
Mohammad Rasoulof decide di far cominciare il film sapientemente con una spiegazione del periodo storico in cui si trova l’Iran e cosa c’entra questo periodo con i personaggi in scena. Il capofamiglia Iman ha ottenuto una promozione dopo anni di duro servizio. Questo nuovo impiego però comporta dei rischi e fa di tutto per proteggere la sua famiglia. Quando però non ritrova più la sua pistola crolla tutto: la sua convinzione, la sua stabilità emotiva, ma soprattutto il rapporto d’amore con la sua famiglia. In realtà, l’unica persona che continua ad appoggiarlo è Najmeh, la sua moglie devota. Le figlie, come detto, prendono le distanze dal padre dispotico e abbracciano maggiormente gli ideali rivoluzionari. Di fatto, nonostante il padre cerchi di riportarle sulla retta via, loro si informano tramite i social, gli amici, le notizie lette di nascosto. Si crea una frattura irreparabile con il padre che per anni le ha protette. Ma nel film si cerca di capire proprio questo. Le tre donne di casa hanno sempre vissuto nell’ombra della brutalità del padre o egli ha cambiato atteggiamento dopo la promozione?
Il seme del fico sacro, oltre a raccontare una storia, ci immette in immagini di cruda realtà: quelle delle repressioni delle autorità in Iran. Repressioni sulla scia della morte di Mahsa Amini avvenuta nel 2022 a soli 22 anni. Le inquadrature verticali (che danno un’idea di realtà in presa diretta) di vere proteste e reali repressioni danno allo spettatore quel maggiore senso di angoscia che il film richiede. Quella stessa angoscia che perennemente provano le donne in questa storia. Una scena difficile da dimenticare è il terrore psicologico che subiscono le due figlie, Rezvan e Sana, quando partecipano a una seduta. Come si evince dal film, le due donne non sono chiamate ad esprimere i loro sentimenti o ad aprirsi liberamente, bensì a confessare un reato che magari nemmeno hanno compiuto, il tutto per salvare la pelle al padre.
C’è un vero passaggio di genere dalla prima parte del film alla seconda. Infatti, inizialmente Il seme del fico sacro è il classico dramma familiare dove i genitori non capiscono le figlie e rifiutano la loro visione del mondo. Troppo difficile per loro cambiare decenni di convinzioni, più semplice assecondare ciò che già conoscono senza contaminare i loro pareri. Successivamente, dopo lo smarrimento o il furto (il film ci darà la risposta) della pistola cambia tutto. Si passa al genere thriller, con il padre Iman che deve scoprire che fine ha fatto l’oggetto. Uno strumento che, a seconda di chi ne parla, è un bene o un male. Rasoulof è molto bravo nel creare un pathos costante per lo spettatore. È sensazionale la scena in cui Iman scopre di non avere più la pistola nel cassetto, l’ultimo luogo dove l’aveva lasciata, e la camera lo riprende ininterrottamente, dando un senso di oppressione che attanaglia l’uomo. Un movimento costante e senza stacchi della camera che non lascia in pace Iman.
Il seme del fico sacro non è un film ben realizzato solo per la storia che, nonostante le quasi tre ore di girato, viene ben delineata e si prende il suo tempo. Ma è anche un film di denuncia che senza paura mette in piedi delle accuse contestualizzate. Un male interno, come sostiene Rezvan rivolgendosi al padre in un momento di discussione a tavola. Il regime iraniano è come il seme del fico sacro che, attorcigliandosi attorno a un altro ramo, si insidia impossessandosi dell’altro. È quel che rimprovera la figlia al padre: non poter capire lo stato delle cose, perché lui è dentro quel sistema marcio che è ora di cambiare.

In conclusione
Il seme del fico sacro è in grado di raccontare una storia intensa, fatta di sensazioni tetre e di angoscia, al tempo stesso ci narra il momento storico che sta vivendo il paese iraniano e le difficoltà evidenti del genere femminile. Un film accurato e intenso che nonostante le quasi tre ore non stanca mai. Ottima regia e interpretazioni degne di nota.
Note positive
- Regia
- Racconto ben strutturato
- Ambientazione
- Relazione tra diegesi e racconto di fatti reali
- Interpretazioni
Note negative
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Regia |
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Fotografia |
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Sceneggiatura |
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Colonna sonora e sonoro |
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Interpretazioni |
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Emozione |
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SUMMARY
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4.0
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