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Il treno per il Darjeeling
Titolo originale: The Darjeeling Limited
Anno: 2007
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: Commedia, Drammatico
Regia: Wes Anderson
Sceneggiatura: Wes Anderson, Roman Coppola, Jason Schwartzman
Fotografia: Robert D. Yeoman
Scenografia: Mark Friedberg
Montaggio: Andrew Weisblum
Musiche: Mark Mothersbaugh
Produzione: American Empirical Pictures
Distribuzione: Fox Searchlight Pictures
Durata: 91 min
Attori: Owen Wilson, Adrien Brody, Jason Schwartzman, Amara Karan, Wallace Wolodarsky, Waris Ahluwalia, Irrfan Khan, Barbet Schroeder, Camilla Rutherford, Bill Murray, Anjelica Huston
Quinto lungometraggio che vede Wes Anderson dietro la macchina da presa. La pellicola ebbe la sua première mondiale il 3 settembre 2007 come film in concorso durante la 64ª Mostra del Cinema di Venezia, accompagnato dal cortometraggio Hotel Chevalier (presentato come evento speciale e non come film in concorso) prequel di 13 minuti del film; cosa che accadde poi anche in diversi altri paesi, durante le proiezioni nelle sale cinematografiche. Al contrario dei suoi “predecessori” il film ebbe un discreto successo, sia per il pubblico in sala che per la critica.
“Mi piace l’odore di questo paese, non lo dimenticherò mai… Ha un che di speziato!”
– Peter Whitman
Trama di Il treno per il Darjeeling
Francis, Peter e Jack sono tre fratelli che non si vedono e parlano tra loro dalla morte del padre, avvenuta un anno prima; così Francis, da buon fratello maggiore, decide di riunirsi con gli altri due e intraprendere un viaggio introspettivo in India. Provvisti di medicinali di ogni sorta, un assistente glabro munito di plastificatrice e un itinerario serratissimo i tre saltano (letteralmente) sul treno che li porterà in giro per il paese. Ma non tutto andrà secondo i piani. Tutto è possibile a bordo del Dajeeling Limited…

Recensione di Il treno per il Darjeeling
Per la terza volta, nella filmografia del regista, ci troviamo di fronte ad un’opera che ha la famiglia come tema portante (dopo I Tenenbaum e Le avventure acquatiche di Steve Zissou) e, anche in questo caso, la famiglia in questione è disfunzionale e sfasciata, che cerca di rimettere insieme i propri pezzi per chiudere tutte le ferite aperte e potersi risollevare: così i fratelli Jack, Francis e Peter Whitman (interpretati magistralmente da Wilson, Brody e Schwartzman), decidono d’intraprendere un viaggio a bordo di un angusto e affollatissimo treno che viaggia attraverso il Rajastan (analogamente a quanto accadeva con il sottomarino Belafonte ne Le avventure acquatiche di Steve Zissou), zeppo di personaggi paradossali e bizzarri; sul treno, oltre al viaggio vero e proprio – geograficamente parlando – i Withman intraprendono anche un viaggio interiore, nel quale il treno assume un ruolo metaforico: dopo un lungo silenzio le vite dei fratelli si muovono nuovamente sullo stesso binario e viaggiano verso un’intima introspezione che procede lineare come i binari sui quali si trovano, o come le pagine di un libro – come quello che Jack sta scrivendo basandolo su questa loro avventura, anche se (a detta sua)i personaggi sono tutti inventati.
Il cromatismo, altra peculiarità del regista texano, la fa – come sempre – da padrone e i colori sgargianti dell’India accompagnano lo spettatore per tutta la durata del film, in un caleidoscopio di fantasie e fiori, spezie e stoffe, per attenuarsi quando viene portata in scena la morte, come in segno di rispetto ma senza comunque stonare e far perdere il tratto distintivo che i colori hanno nei film andersoniani (anzi accentuando ulteriormente, se possibile, questa caratteristica).

NOTE POSITIVE
- Fotografia e colori
- Sviluppo dei personaggi
- Cast
NOTE NEGATIVE
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