Interceptor – Il guerriero della strada: La guerra per l’oro nero

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Interceptor: Il guerriero della strada

Titolo originale: Mad Max 2: The Road Warrior

Anno: 1981

Paese: Australia

Genere: Fantascienza / Azione

Casa di produzione: Kennedy Miller Productions

Prodotto da: Byron Kennedy

Durata: 1 hr 35 min (95 min)

Regia: George Miller

Sceneggiatura: George Miller, Brian Hannant, Terry Hayes

Montaggio: Michael Balson, David Stiven, Tim Wellburn

Dop: Dean Semler

Musiche: Brian May

Attori: Mel Gibson, Michael Preston, Bruce Spense, Virginia Hey, Emil Minty, Kjell Nilsson, Max Phipps, Vernon Welles, William Zappa, Arkie Whitley

Trailer di Interceptor – Il guerriero della strada 

RECENSIONE DI INTERCEPTOR: IL GUERRIERO DELLA STRADA

Secondo capitolo dell’epica saga di Mad Max ideata e diretta dal regista australiano George Miller, Interceptor: Il guerriero della strada è un sequel migliore del suo convincente ma imperfetto predecessore, del quale ne costituisce non solo un prosieguo ma pure un’intrigante evoluzione.

Forte di un budget molto più sostanzioso rispetto al prototipo (4,5 milioni di dollari), Miller ha potuto sbizzarrirsi nell’estetizzazione della sua distopia, curando nei minimi dettagli uno splendido campionario di costumi e scenografie dal sapore steampunk saccheggiato da cartoni animati (Kenshiro) e videogiochi (Fallout).

Ancora una volta la sceneggiatura è ciò che conta meno, risultando comunque molto più curata e articolata grazie all’introduzione di numerosi personaggi di contorno che arricchiscono le vicende del protagonista, il “guerriero della strada” impersonato da Mel Gibson.

TRAMA DI INTERCEPTOR: IL GUERRIERO DELLA STRADA

Una guerra nucleare ha distrutto la civiltà del futuro prossimo. Nel mondo vige la legge del più forte e in particolare in Australia dilaga il caos, tra brutali eserciti di predoni a caccia di benzina, risorsa indispensabile per muoversi lungo le polverose distese radioattive.

Max Rockatansky (Mel Gibson), ex poliziotto senza metà né scopo, incappa nell’assalto della banda del barbaro Humungus (il culturista svedese Kjell Nilsson) a una raffineria dove alcuni uomini e donne cercano di mettere da parte più carburante possibile per fuggire verso una nuova vita.

Mel Gibson e Bruce Spense in Interceptor: Il guerriero della strada
Kjell Nilsson in Interceptor: Il guerriero della strada

ANALISI DI INTERCEPTOR: IL GUERRIERO DELLA STRADA

Come nel precedente film, Interceptor: Il guerriero della strada fa leva sulla messa in scena di un’azione violenta e spietata per trasmettere tutta la durezza del contesto postatomico, in cui l’uomo è un saccheggiatore medievale ridotto ai più semplici istinti primordiali di sopravvivenza. George Miller ormai ha compreso le possibilità del mezzo filmico, e le splendide scene d’inseguimento nel deserto a furia di abuso di brutali stunt e autovetture mostruose confermano il suo stile unico e ormai collaudato.

Ancora una volta il cast brulica di caratteristi folli e memorabili, guidati dal magnetico carisma animale di Mel Gibson: ancora più introverso e brutale di quanto già non fosse nel precedente episodio, il personaggio di Max il Pazzo è qui più che mai un individuo ambiguo, quasi apatico ma comunque restio ad abbracciare la sua indole più barbara.

A completare il quadro l’ottima fotografia, una festa per gli occhi che riempie lo schermo, enfatizzandoli, di sabbia, sudore, fiamme e sangue; e la poderosa colonna sonora dal sapore goldsmithiano di Brian May, che già ravvivò il primo film con le sue composizioni. Elementi, questi, che verranno portati all’estremo (con effetti dirompenti) dall’epico Fury Road che nel 2015 ha segnato il ritorno sugli schermi del guerriero di strada.

NOTE POSITIVE

  • La bellezza delle scene d’azione.
  • Il fascino estetico della distopia.
  • La bravura degli attori.

NOTE NEGATIVE

  • Nessuna di rilevante
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