La finestra sul cortile (1954): il capolavoro di Alfred Hitchcock

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locandina del film la finestra sul cortile

La finestra sul cortile

Titolo originale: “Rear Window”

Anno: 1954

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Thriller, Mistero

Casa di produzione: Patron

Distribuzione: Paramount Pictures

Durata: 112 minuti

Regia: Alfred Hitchcock

Sceneggiatura: John Michael Hayes

Fotografia: Robert Burks

Montaggio: George Tomasini

Musiche: Franz Waxman

Attori: James Stuart, Grace Kelly, Thelma Ritter, Raymond Burr, Wendell Corey

Trailer ufficiale del film La finestra sul cortile

Trama di La finestra sul cortile

Dopo un incidente che lo ha costretto temporaneamente su di una sedia a rotelle, il reporter fotografico Jeff passa le sue giornate annoiandosi: l’unica distrazione sono le visite che riceve da parte della sua infermiera Stella e della sua bellissima ed elegante fidanzata Lisa, che lavora per una rivista di moda. Jeff tuttavia trova ben presto un altro modo per passare il tempo: curiosare nelle vite dei suoi vicini del palazzo in cui vive che riesce a vedere dalla sua finestra servendosi del potentissimo zoom delle sue macchine fotografiche. Nei vari appartamenti Jeff osserva un vero e proprio caleidoscopio di emozioni e comportamenti umani: il musicista che non riesce a terminare la composizione di un brano, “cuore solitario”, una signora di mezza età che sogna di incontrare l’amore della sua vita, la coppietta appena sposata, la bellissima ballerina che si esercita in casa, la coppia che dorme in terrazza e tratta il loro cagnolino come un figlio e quella in cui la moglie è malata e litiga spesso con il marito. E’ proprio in quest’ultima finestra che Jeff nota qualcosa di strano, una serie di comportamenti del marito che lo indurranno a pensare che è stato commesso un delitto e a smascherarne il colpevole.

scena del film La finestra sul cortile
scena del film La finestra sul cortile (1954)

Recensione di La finestra sul cortile

“La finestra sul cortile” può essere considerato come uno dei film più riusciti di Hitchcock. La pellicola si basa su di una efficace metafora, quella che accomuna il voyerismo del protagonista Jeff alla condizione dello spettatore cinematografico. Come noi guardiamo lui nel film, lui guarda i “film” delle vite dei suoi vicini; come noi lo guardiamo attraverso la parete dello schermo, così lui osserva i personaggi attraverso le loro finestre, che ne ricordano la forma e fungono a loro volta da schermo. In entrambi i casi nessuno però può intervenire: noi spettatori poiché ci troviamo al di là della barriera costituita dallo schermo, e Jeff poiché immobilizzato sulla sedia a rotelle. Tale situazione si rompe quando alla fine della storia i protagonisti, in particolare Lisa, si intromettono nella vita del signor Thorwald per smascherare l’omicidio della moglie. Potremmo pensare che il film si riduca a una mera rappresentazione di ciò che Jeff vede e sente, anche per l’utilizzo da parte di Hitchcock di varie inquadrature soggettive, come ad esempio il fatto di vedere le scene attraverso l’obbiettivo della macchina fotografica. In realtà tutte le storie sono raccontate in modo oggettivo: noi non vediamo il film attraverso gli occhi di Jeff, ma gli stiamo accanto.

Nel film è evidente la maestria di Hitchcock nel creare tensione e l’utilizzo sapiente della suspense come forma d’intrattenimento.  La tensione è creata da un crescendo d’indizi che portano Jeff, e noi, a comprendere che i misteriosi comportamenti tenuti dal signor Thorwald siano volti a nascondere l’omicidio della moglie.  L’apice della tensione viene raggiunto alla fine del film, nel momento in cui, per la prima volta, l’assassino entra nello spazio fisico di Jeff, impossibilitato a muoversi, per tentare di ucciderlo.  In questo è fondamentale l’ambientazione creata da Hitchcock, che gira la maggior parte del lungometraggio nel piccolo appartamento di Jeff, che viene mostrato nella sua interezza all’inizio del film subito dopo i titoli di testa con una panoramica. Questa modalità, quasi teatrale, era stata già utilizzata dal regista in un altro suo capolavoro, “Delitto perfetto”, con protagonista femminile sempre Grace Kelly. 

Uno degli aspetti più geniali del lungometraggio è inoltre il fatto che, oltre alla storia principale, vengano inserite tante altre piccole narrazioni, complementari a essa. Queste storie vengono narrate solo attraverso le immagini, senza necessità di parole, per cui lo spettatore conosce man mano la vita reale e la vera indole di ogni persona, seguendo l’evoluzione delle singole storie fino all’epilogo finale. Si assiste inoltre, nel corso del film, anche a un’evoluzione nel personaggio di Jeff. All’inizio del lungometraggio le vite degli altri gli servono non solo come passatempo, ma anche per allontanare i problemi nella relazione con Lisa. Si concentra quasi sui problemi dei suoi vicini, per non affrontare il fatto che Lisa abbia interessi diametralmente opposti rispetto ai suoi e abbia il desiderio di sposarsi, mentre Jeff non si sente ancora pronto a impegnarsi. Tuttavia nel corso di “La finestra sul cortile” Lisa si appassiona al mistero della scomparsa della signora Thorwald, avvicinandosi in questo modo a Jeff. Questa esperienza li unisce e li cambia, facendo in modo che Jeff finisca per osservare con occhi diversi e apprezzare di più Lisa, anche per il suo coraggio. Nell’ultima scena Hitchcock però inserisce quella punta di ironia che lo contraddistingue, mostrandoci Jeff con due gambe rotte e Lisa dapprima intenta a leggere una rivista naturalistica e, non appena Jeff si addormenta, riprenderne una di moda.

scena del film la finestra sul cortile
scena del film La finestra sul cortile (1954)

Note positive

Note negative

  • Sceneggiatura
  • Creazione della suspance
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