La folle vita (2020): quando la demenza mette a dura prova la pazienza

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Trailer de La folle vita

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Dopo una serie di meritevoli cortometraggi, La folle vita è il primo lungometraggio dei registi e sceneggiatori belga Ann Sirot e Raphaël Balboni. Il film è una leggera ma toccante storia di vita che ha avuto il suo debutto a Namur. Arriva dopo tre anni nelle sale italiane, il 30 giugno 2023, grazie a Wanted Cinema. Hervé Le Phuez, programmer del FIF festival dichiara: “guardare questo film ti fa davvero apprezzare la vita e il prendersi cura degli altri”.

Trama de La folle vita

Noémie e Alex, coppia di trentenni, vorrebbero un figlio. Il loro progetto viene però ostacolato dalla madre di lui, Suzanne che inizia a comportarsi in modo bizzarro. La sua vita è infatti sconvolta da una patologia neurodegenerativa, la demenza semantica. La donna inizia a non ragionare più come prima e a mettere a repentaglio la sua sicurezza e quella degli altri. A poco a poco Suzanne regredisce a uno stadio infantile e ciò metterà a dura prova la relazione e i propositi genitoriali della coppia.

Fotogramma de La folle vita (2020)
Fotogramma de La folle vita (2020)

Recensione de La folle vita

I registi Ann Sirot e Raphaël Balboni presentano così il loro primo lungometraggio:

La folle vita segue Alex a partire dal momento in cui apprende la dolorosa notizia della malattia neurodegenerativa della madre. All’inizio, si trova messo alle strette e si lascia travolgere dalla difficoltà del suo nuovo ruolo. Infine, riesce a mutare il suo approccio e sceglie di accogliere la condizione della madre come parte dell’avventura della vita e si lascia pervadere da un sentimento appagante.

La situazione del protagonista maschile non è semplice, come non è semplice narrarla in maniera efficace, senza incorrere in scene dalla lacrima facile o in cliché visti e stravisti. Il film dei due registi belga viene realizzato nello stesso anno in cui esce nelle sale il successo di Florian Zeller, The Father, con il maestoso Anthony Hopkins come protagonista, che affronta (in modo a dir poco straordinario) tematiche molto simili. Tuttavia, La folle vita riesce a suo modo a reggere il confronto, e con uno budget ridotto e un cast di pochi attori, riesce ad arrivare allo spettatore, mostrando una donna in tutta la sua fragilità e vulnerabilità. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza la meritevole prova attoriale di Jo Deseure, autentica e distante allo stesso tempo.

I sentimenti dei personaggi vengono mostrati anche attraverso i colori che spesso riempiono completamente la scena e sono essi stessi il ritratto di ciò che Alex, Noémie e Suzanne stanno vivendo in quel momento. Il rapporto madre figlio e di coppia è anche simboleggiato da un foglio macchiato dentro una vasca che si unisce e sfalda ogni volta che c’è una rottura nelle relazioni (Alex e la madre avevano una galleria d’arte prima che subentrasse la malattia).

Durante la visione si riscontra una ricerca della autenticità da parte degli autori che mettono in scena situazioni e reazioni reali; tuttavia siamo piuttosto lontani dal realismo sociale di altri registi, uno fra tutti Ken Loach, che immerge le situazioni del quotidiano in uno spaccato sociale difficile, dove la difficoltà familiare è amplificata dagli ostacoli economici e politici (qui completamente assenti).

La folle vita (2020)

In conclusione

La folle vita è un film toccante, profondo e al tempo stesso divertente che cerca di far riflettere il pubblico sulle malattie mentali, senza mai risultare moralista o stucchevole.

Note positive

  • Soggetto
  • Colori
  • Attori

Note negative

  • Sceneggiatura
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