L’amore che non muore (2024). Il sentimento che ti salva la vita

Recensione, trama e cast di L'amore che non muore (2024), il film di Gilles Lellouche che ha incantato Cannes nel 2024.

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L'amore che non muore (2024) – Regia di Gilles Lellouche – © Lucky Red – Immagine concessa per uso editoriale.
L’amore che non muore (2024) – Regia di Gilles Lellouche – © Lucky Red – Immagine concessa per uso editoriale.

Trailer di “L’amore che non muore”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Gilles Lellouche torna alla regia dopo 7 uomini a mollo, in questo caso si tratta di un film drammatico che esplora la storia d’amore fra i giovani Clotaire e Jackie. Il film mostra le loro vite sin dall’infanzia, per poi proseguire con il periodo adolescenziale e successivamente analizza le loro vite adulte.

Il film è stato accolto positivamente in patria, tanto da ricevere tredici candidature ai premi César, vincendo il premio migliore attore non protagonista. Tra i maggiori successi del 2024, è stato un titolo molto apprezzato a Cannes, dove partecipò in concorso per la Palma d’oro. É tratto dal romanzo Jackie loves Johnser OK? di Neville Thompson.

Il cast è composto da giovani attori e attrici come Adèle Exarchopoulos (Inside Out 2, Nureyev – The White Crow), François Civil (I tre moschettieri – D’Artagnan, I tre moschettieri – Milady) Mallory Wanecque, Malik Frikah. Inoltre, compaiono nomi noti al panorama cinematografico francese come Alain Chabat e Vincent Lacoste.

Il film è stato portato in Italia da Lucky Red ed è nelle sale cinematografiche a partire dal 05 giugno 2025.

Trama di “L’amore che non muore”

Jackie vive da sola con suo padre, cambiando scuola conosce un teppistello di nome Clotaire. All’inizio lo vede solo come un bullo, ma lui le dimostra un amore sincero e i due iniziano a frequentarsi. Mentre Jackie è impegnata nello studio, Clotaire ha lasciato la scuola, passa il suo tempo ad architettare furti con suo fratello e il suo amico Lionel.

Recensione di “L’amore che non muore”

I film che raccontano la vita di un personaggio dall’infanzia fino ad un altro punto della crescita sono difficili da realizzare. In questo caso, Gilles Lellouche analizza una storia d’amore tormentata e alquanto canonica: Clotaire è il classico ragazzo cattivo, ma non cattivo perché effettivamente compie atti cattivi, lo è perché è stato disegnato così dalla società e dalla sua famiglia. Jackie è la classica ragazza dedita e studiosa. Si tratta dell’altrettanto classico modo di dire rappresentato dai poli opposti, dove due anime distanti si trovano insieme perché attratte da ciò che è diverso da loro. L’amore che non muore è una parabola struggente che parla di amore, soprattutto delle sue complicazioni: proprio come fa il sentimento, il film nasce, cresce e si sviluppa, ha bisogno di cambiare attori, scenari e dinamiche. Anche l’amore dei protagonisti si evolve ed affronta quelle fasi, gli eventi spingono i protagonisti a provare cose diverse, ma il sentimento non cambia mai. Anche se le correnti della vita separano i due innamorati, non smettono di rincorrersi nei pensieri e di ritrovarsi nelle varie situazioni del quotidiano. Che sia un’eclisse o un luogo dei ricordi, Clotaire e Jackie sono destinati ad esserci l’uno per l’altra.

Il set-up sembra confusionario, non si capisce bene che l’inizio è in realtà un possibile finale, solamente dopo qualche minuto lo spettatore ha la capacità di comprendere quale sarà il senso della narrazione. Di punto in bianco lo schermo mostra la vita di due bambini, poi di due adolescenti, poi di due giovani adulti. Il percorso che viene eseguito da Clotaire e Jackie viene scandito dalle canzoni, dalle musiche efficaci, ma soprattutto dalle azioni che svolgono insieme o separati. Non importa quanto distanti possano essere, i due amanti troveranno sempre il modo di tornare dove sono stati veramente felici. L’amore che non muore ha la capacità di valorizzare l’amore e di ripristinare la sua essenza di irrazionalità. I protagonisti mettono tutto da parte per restare insieme: aspettative sociali, giudizio dei genitori, aspirazioni. Tutto viene fatto in nome dell’amore, viene accettato e reso plausibile qualsiasi tipo di rischio. Ma non c’è solo l’amore come elemento fondamentale, perché un ruolo importante viene assegnato anche al destino. Non è un caso che il finale venga deciso proprio dal fato, il quale permette a Clotaire di ricevere una chiamata che gli salva la vita. Se l’amore è capace di salvare, il destino non è da meno.

Il film, nonostante possa risultare difficile da seguire in alcune fasi, soprattutto nel passaggio che avviene dall’adolescenza all’età adulta, dove non viene mostrato bene il deterioramento del rapporto fra i due giovani, mantiene comunque dei toni intriganti, specialmente grazie alla bellissima combinazione di colori che ci regala la fotografia.

Un elemento speciale è la regia di Gilles Lellouche, il quale adopera la macchina da presa in modo creativo, sperimentando modi inusuali per raccontare la storia: come quando mette la macchina da presa in uno scatolone nella scena del trasloco di Jackie da adulta, o i curiosi utilizzi dello zoom in location insolite come il sedile di un’automobile mentre i personaggi discutono fuori dal veicolo. Il regista non lascia niente al caso e perfeziona la tecnica rendendo la macchina da presa una terza protagonista della storia.

Il cast è una risorsa importante per il film. Anche se gli attori possono risultare poco conosciuti al pubblico generalista, in realtà confermano l’ottima varietà di giovani attori nel panorama francese, mostrando personalità performanti come Adèle Exarchopolous e François Civil che hanno trascinato una buona parte del film. Condividono il merito con Mallory Wanecque e Malik Frikah che lasciano un testimone prezioso agli attori già citati che interpretano i loro personaggi da adulti.

Omaggiando le storie amorose difficili e tormentate della Nouvelle Vague, Lellouche regala al pubblico un film emozionante che studia i rapporti umani, approfondendo le dinamiche sociali degli anni ’80 dove vengono messi in mostra i ruoli delle famiglie povere e di quelle benestanti, oltre che le differenze di classe che ancora oggi influenzano le scelte che fanno i giovani riguardo le loro vite.

In conclusione

L’amore che non muore è una parabola amorosa struggente che mette in risalto le differenze fra le classi sociali, seppur poco preciso nella strutturazione di alcuni momenti narrativi, si tratta di un film drammatico scritto e girato in maniera eccellente.

Note positive

  • Regia
  • Trama
  • Cast

Note negative

  • Alcuni passaggi narrativi poco chiari

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Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozione
SUMMARY
3.8
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Francesco Lesti
Francesco Lesti

Laureato presso il DAMS di Roma Tre. Sono appassionato di cinema da quando ne ho memoria, ma non smetto mai di cercare nuovi film e nuove storie da amare.