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L’isola degli zombies
Titolo originale: White Zombies
Anno: 1932
Paese: Usa
Lingua: Inglese
Genere: horror
Casa di produzione: Halperin Productions
Durata: 73 minuti
Regia: Victor Hugo Halperin
Sceneggiatura: Garnett Weston
Fotografia: Arthur Martinelli
Montaggio: Harold McLernon
Musiche: Guy Bevier Williams
Attori: Bela Lugosi, Madge Bellamy, Joseph Cawthorn, Robert Frazer, John Harron, Brandon Hurst, George Burr Macannan, Frederick Peters, John Printz, Dan Crimmins, Annette Stone, John Fergusson, Velma Gresham, Claude Morgan
Trama di L’isola degli zombies
La pellicola è ambientata ad Haiti nel XIX secolo: due giovani promessi sposi, Neil e Madeleine, vengono invitati dal ricco Beaumont. Questi però trama alle spalle della coppia e, con l’aiuto dello stregone Murder Legendre (Bela Lugosi), cercherà di zombificare la promessa sposa di cui è segretamente innamorato.
Bela Lugosi, Madge Bellamy, and Robert Frazer in White Zombie (1932) Madge Bellamy in White Zombie (1932)
Recensione di L’isola degli zombies
Correva l’anno 1931 quando, nei primi anni del sonoro, la Universal s’impose sul mercato con due pellicole importantissime per il genere horror: Dracula di Tod Browning e Frankenstein di James Whale. Tali opere diedero il via a un’epoca d’oro per il genere, tanto da spingere molte altre case di produzione a seguirne l scia, cercando di creare personaggi nuovi e impressionati per il pubblico.
Nel caso dei film sopracitati la fonte d’ispirazione fu letteraria, ma ci fu chi scelse strade diverse: nel 1932 i fratelli Victor e Edward Halperin, ad esempio, decisero di portare sullo schermo la figura dello zombie, ancora inedita cinematograficamente parlando, inspirandosi al folklore dell’isola di Haiti.
Secondo le credenze popolari haitiane, alcuni sacerdoti detti bokor sarebbero in grado di catturare una parte dell’anima e detenerla in una piccola fiasca, sotto forma di piccolo angelo guardiano. Il rito produrrebbe nella vittima uno stato di letargia simile alla morte. Tali bokor sarebbero in grado di resuscitare la vittima, dopo anche a distanza di diversi anni dalla sepoltura, restituendogli una piccola
cit. Wikipedia
parte dell’anima sottratta, tanto per renderlo uno schiavo abulico
L’opera dei fratelli Halperin (diretta da Victor e prodotta da Edward) prende spunto da due pellicole del 1919. La prima è sicuramente Il gabinetto del dottor Caligari diretta da Robert Wiene, dove troviamo la figura di Cesare, sonnambulo che, sotto l’influsso del suo padrone, compirà crimini di ogni tipo. Facile notare nel personaggio i tratti basilari per la creazione della figura dello zombie. La seconda pellicola è invece Per la patria (titolo originale J’accuse), opera pacifista che vede il ritorno alla vita di alcuni caduti della prima guerra mondiale.
La trama segue uno schema molto classico, avvalendosi del solito triangolo amoroso, ma aggiungendo una sfumatura interessante per l’epoca: il geloso Beaumont, accecato dalla passione, sceglie d’impossessarsi dell’amata quasi come fosse un oggetto.
Posso fare di lei l’invidia di ogni donna. Farei tutto per renderla felice
cit. Beaumont: in L’isola degli Zombies
Il ricco imprenditore cerca goffamente di convincere Madeleine a non sposarsi, proprio mentre la sta accompagnando all’altare. Un gesto azzardato che dimostra l suo superficiale interesse per la fanciulla, vista come un bel soprammobile, un trofeo da esposizione. A questo punto Beaumont decide di coalizzarsi col perfido Legendre, stregone in grado di rendere la ragazza uno zombie, dunque incapace di ribellarsi. La sposa viene quindi mandata in uno stato di morte apparente, dunque risvegliata e trasformata in una creatura fredda e inerte. Il regista sembra voglia in qualche modo dissacrare l’istituzione del matrimonio, mostrandoci come l’uomo cerchi una moglie bella e ubbidiente, riuscendo poi a ottenerla solo grazie al denaro.
Il sentimento di Beaumont scaturisce solo dal desiderio di possedere una cosa bella, ma capirà il suo errore una volta vista Madeleine ridotta a un guscio vuoto.
Madeleine! Tutti questi oggetti non riusciranno a riaccendere la luce nei tuoi occhi (…) Pensavo che la sola bellezza mi avrebbe soddisfatto. Ma è una bellezza senz’anima. Non riesco a sopportare questi occhi spenti, fissi! Oh perdonami Madeleine!
cit. Beaumont in L’isola degli Zombies
Un’altra interessante tematica è l’influenza del potere sulle fasce basse della popolazione: lo stregone del film, interpretato magnificamente da Bela Lugosi, ci viene presentato anche come proprietario terriero e imprenditore. I suoi braccianti sono zombie, lavoratori inermi e instancabili. La metafora penso sia chiara: storicamente gli haitiani hanno sempre avuto paura, non tanto dello zombi in se, quanto di diventare zombi.
Questa paura verrà spesso sfruttata da diversi capi di governo, primo tra tutti François Duvalier, presidente e poi dittatore di Haiti dal 1957 fino alla sua morte. Egli sarà molto abile nello sfruttare le credenze popolari per tenere in scacco i propri sudditi, come si vede in un’altra grande pellicola a tema zombie: Il serpente e l’arcobaleno (The Serpent and the Rainbow, 1988) di Wes Craven.
Note positive:
- L’importanza storica per il genere horror è innegabile;
- Alcune scene mantengono ancora oggi un fascino inquietante, come nella sequenza in cui gli schiavi zombi lavorano al tornio, accompagnati dai cigolii cadenzati dell’attrezzo;
- L’interpretazione di Bela Lugosi non si dimentica
Note negative:
- La sceneggiatura è a tratti verbosa e questo ha fatto invecchiare la pellicola prima del tempo