Lux Æterna (2019): allucinata visionarietà

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Lux Aeterna locandina

Lux Æterna

Titolo originale: Lux Æterna

Anno: 2019

Paese: Francia

Genere:  Drammatico Thriller

Produzione: Saint Laurent, Vixens, Les Cinémas De La Zone

Distribuzione:  Happinet(I), Potemkine Films, StarCat, UFO Distribution, Alamode Film, Cine Canibal, Njutafilms 

Durata: 51 min

Regia:  Gaspar Noé

Sceneggiatura: Gaspar Noé

Fotografia: Benoît Debie

Montaggio:  Jérôme Pesnel

Attori: Béatrice Dalle, Charlotte Gainsbourg, Abbey Lee

Trailer di Lux Aeterna

Trama di Lux Æterna

Su un set cinematografico due donne, Béatrice Dalle e Charlotte Gainsbourg, rispettivamente regista e attrice, si confrontano sulle tematiche del film che stanno girando e sulla scena che proveranno di lì a breve. Attorno a loro, in un clima di tensione crescente, ruotano i componenti del cast, della produzione e altri personaggi ambigui e invadenti. Durante la prova però qualcosa va storto e la situazione precipita.

Fotogramma del film

Citazioni tratte da Lux Æterna

Siete tutti in buona salute, ma non potreste mai immaginare la suprema felicità che prova l’epilettico un secondo prima della crisi. Tutta la felicità ricevuta in una vita non la cambierei con questa, per niente al mondo.

Fëdor Dostoevskij

State per vedere immagini del Medioevo. La grande caccia alle streghe di cui vi parleremo è una delle più grandi catastrofi della storia dell’umanità. Se si vuol tentare di comprenderla dobbiamo tenere a mente che si è svolta in un periodo nero della storia, sia spiritualmente che materialmente La reale paura dell’inferno esercitava una pressione permanente sullo spirito delle persone. Pensiamo alle donne che sono state date alle fiamme. Noi sceneggiatori abbiamo una grande responsabilità. Dobbiamo elevare il film dal piano dell’industria a quello dell’arte.

Carl Theodor Dreyer

Per fare la meravigliosa scena del DIES IRE della strega che cade nel braciere, abbiamo dovuto lasciare l’attrice attaccata per due ore in cima alla scala. Niente di straordinario in confronto a ciò che rivela la sua sua espressione. Un orrore vero.

Carl Theodor Dreyer

La maggior parte dei registi al giorno d’oggi sono dei morti viventi e i loro film gli somigliano.

Jean-Luc Godard

Il regista è la persona che di suo pugno deve rendere un film un’opera d’arte.

Carl Theodor Dreyer

Quando la pressione è eccessiva, divento un dittatore.

Rainer Werner Fassbinder

Grazie a Dio sono ateo

Luis Buñuel

Fotogramma del film

Recensione di Lux Æterna

Gaspar Noé, nella sua ormai più che ventennale carriera, ci ha abituato a continue sperimentazioni e cambi di registro che lo identificano come un regista trasgressivo e imprevedibile, i suoi lavori non sempre hanno trovato d’accordo critica e pubblico spesso spiazzati dalla sua continua ricerca di sperimentazione. Fin dai primi cortometraggi e dal folgorante lungometraggio d’esordio (Seul contre tous) ha analizzato aspetti profondi della realtà umana come il disagio psicologico e la solitudine, la violenza e la vendetta (Irreversible), il sesso e l’amore (Love) le droghe e i loro effetti sul comportamento e la psiche (Enter The Void e Climax).

In Lux Æterna Noé fa un ulteriore passo in avanti: partendo dal tema della stregoneria e della religione, che viene introdotto attraverso immagini e citazioni tratte da Dies Irae di Carl Theodor Dryer, mette in scena un racconto meta-cinematografico dove le tematiche si intrecciano con la realizzazione di un film nel film e proponendo, allo stesso tempo, una riflessione sul ruolo delle donne nel cinema.

La pellicola è, come accennato, introdotta da immagini tratte dal capolavoro di Dreyer ma è anche inframezzato da diverse didascalie che riportano citazioni, oltreché di Dreyer, di Godard, Fassbinder, Buñuel e Dostoevskij (tutti, a eccezione dello scrittore russi citati con il solo nome di battesimo), un espediente questo che è diventato ormai un marchio di fabbrica della produzione di Noé il quale a sua volta lo ha mutuato dal padre della Nouvelle Vague, Jean-Luc Godard. Il film prosegue con un lungo dialogo tra le due donne che si confrontano sulle rispettive esperienze sul set: Béatrice Dalle con aneddoti tratti dalla sua esperienza italiana con Bellocchio ne La visione del Sabba mentre Charlotte Gainsbourg racconta di un episodio imbarazzante avvenuto sul set di Nymphomaniac. L’atmosfera tranquilla e rilassata viene presto sostituita dalla frenetica preparazione del set in vista della scena del rogo durante la quale un avvenimento condurrà all’allucinato finale.

Fotogramma del film

La caratteristica che balza subito all’occhio è l’utilizzo insistito dello split screen che ottempera principalmente a due funzioni: contrapporre le personalità dei due personaggi femminili e accentuare la sensazione di frenesia che si vive sul set. Attraverso lo sdoppiamento dei punti di vista lo spettatore si trova in fatti in difficoltà a seguire gli avvenimenti e a cogliere frammenti di dialoghi e dettagli delle inquadrature sullo schermo. Inizialmente Noé aveva immaginato di girare l’intero film in split screen ma ciò avrebbe portato, oltre a un aumento dei costi di produzione anche a un’estensione della durata. Il progetto iniziale infatti prevedeva la realizzazione di un cortometraggio attraverso il patrocinio Anthony Vaccariello direttore creativo della maison Yves Saint Laurent. Alla sollecitazione di Vaccariello Noé risponde chiamando a raccolta amici e collaboratori fidati e in cinque giorni mette su il film che cresce fino a diventare un mediometraggio di cinquantuno minuti.

La mancanza di una progettazione e quindi di una vera e propria scrittura si riflette sui dialoghi per i quali il regista ha lasciato molto spazio all’improvvisazione complice anche la profonda intesa di base con il cast. D’altra parte lui stesso ha più volte dichiarato che questo è il metodo di lavoro che preferisce: fornire agli attori, siano essi professionisti o meno, delle indicazioni di base per poi lasciarli liberi d’improvvisare, l’intento è quello di dare un’impronta di maggiore realismo e naturalezza, intenzione confermata anche dall’ampio uso di piani sequenza.

Fotogramma del film

Più che nei sui precedenti lavori Lux Æternasi fa notare anche per la libertà espressiva che richiama alla memoria il cinema d’avanguardia degli anni ‘20 del Novecento nel quale accostamenti eccessivi e tecniche innovative si mescolavano creando i cosiddetti film d’arte, ecco che allora il film di Noé si manifesta come un puro divertissement, un’opera che vuole sganciarsi dalla produzione cinematografica di tipo industriale, un ulteriore modo per rivendicare la libertà creativa dell’autore. La rappresentazione più alta di tale concetto la si trova nel finale, eccessivo e psichedelico nel quale l’illuminazione stroboscopica quasi violenta il pubblico, tanto che alla prima proiezione a Cannes sono state allestite unità di soccorso nell’eventualità di malore di qualche spettatore.

Fotogramma del film

Ancora una volta quindi Noé si conferma come uno dei registi più eccessivi e provocatori della scena europea, non sarà sempre equilibrato e razionale ma proprio questa sua genialità creativa lo rende un autore molto amato soprattutto dal pubblico. Nelle 2021 è stato presentato il suo lavoro: Vortex, prima al Festival di Cannes e poi al Festival di Locarno aspettiamo di vedere quali altre sorprese ci riserverà questo cineasta oltre all’inedita presenza di un mostro sacro come Dario Argento quale protagonista.

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